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Proteste a Ivrea, la polizia va giù con la mano pesante. L’appello di un detenuto

Non passa settimana senza che Tg e altri mezzi di informazione non diano spazio e visibilità alle denunce dei sindacati di Polizia (Sap in testa) per le difficili condizioni “di lavoro” in carcere. Praticamente assente un’informazione delle grosse testate sulle condizioni reali di chi nel carcere ci è costretto. Silenzio assoluto quando si tratta di violenza dei secondini. Ma questa violenza c’è ed è una variabile strutturale di controllo e comando del sistema-carcere.

Quella che denunciamo oggi è la bruttissima vicenda consumatasi nella casa circondariale di Ivrea, non nuova a fattacci di questo tipo. Lo facciamo ripubblicando una lettera firmata di un giovane detenuto che denuncia quanto succede dietro le sbarre della prigione eporediese, mettendoci la faccia ed asumendosi le sue responsabilità, con tanto di lettera firmata.

Già due settimane fa c’erano state proteste per l’utuilizzo dei televisori e altre condizioni del quotidiano dietro le sbarre, qui si raconta invece di una protesta stronacata con un pestaggio ai limiti della sopportazione.

Un grido che non deve rimanere inascoltato.

“Io sottoscritto Palo Matteo, scrivo queste parole per difendere e tutelare i detenuti del carcere di Ivrea, dopo che il giorno24/25 del mese di Ottobre in questo istituto le guardie o agenti penitenziari hanno usato violenza indiscriminata. Chiamata la squadretta con supporto del carcere di Vercelli e riuniti in forza e armati di idranti e manganelli hanno distrutto dei compagni detenuti, tra cui: Grottini Angelo, Boccalo Francesco, Surco Eduardo, Pena Arte Alex, Dolce Marco.

Riducendo quasi in fin di vita Surco e Grottini, a tal punto che né i dottori né gli educatori hanno preso il coraggio di fare una prognosi. Tutti si sono rifiutati come se niente fosse, omettendo che 5 persone hanno subito abusi e pestaggi dallo Stato che doveva tutelarli. In questo Istituto funziona così, sia gli agenti che gli operatori, sia il Comandante che la Direttrice non hanno minimamente idea di come funziona un Istituto di pena.

Per questo scrivo a te ed alle Istituzioni e giornalisti, perché questa situazione venga a finire. Sicuramente con l’aiuto dei compagni le Istituzioni si faranno avanti prima che qui dentro ci scappi il morto. Siamo in tanti qui a sottoscrivere queste parole ma per motivi logistici la firmo solo IO. Il motivo è che la posta è stata bloccata perché non vogliono far sapere cosa succede qui dentro.

Spero che i compagni lì fuori ci aiutino per una manifestazione, solo così si potrà svelare la situazione reale all’interno di queste mura e così tentare di cambiare questo Istituto. Solo con l’aiuto dall’esterno si può cambiare dalla Direttrice al Comandante, quello che hanno scritto sui giornali non sono cose vere. Bisogna contattare i Radicali e tutti quelli che difendono i detenuti, altrimenti gli abusi continueranno. Oggi è toccato a loro e domani a chi?

Confido in un vostro aiuto per tutti i compagni detenuti nella Casa Circondariale di Ivrea.

Aspetto notizie al più presto.

P.S.: Surco Edoardo talmente era messo male che i dottori non si sono presi la responsabilità, prima lo hanno spedito dentro
l’acquario nudo e poi spedito chissà dove, non sappiamo le sue condizioni di vita. Qui dentro tutti ma tutti, dai dottori agli educatori sono responsabili di tutta questa situazione

Ciao, Aiutateci.

Palo Matteo”

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