InfoAut
Immagine di copertina per il post

Qatar. Calcio, sangue, armi, gas

Tra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022 si disputerà in Qatar la FIFA World Cup 2022. La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei.

Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo.
Le motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.

Di cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria industria armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe.
Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante e blogger

Da Radio Blackout

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

calcioenergiaguerramondiale in qatarqatar

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Culture

XXXIII Festa di Radio Onda d’Urto. 6-23 agosto 2025: tutto il programma!

La Festa di Radio Onda d’Urto si tiene da mercoledì 6 a sabato 23 agosto 2025 in via Serenissima a Brescia! Quella 2025 è un’edizione – la numero XXXIII – speciale perché coincide con i primi 40 anni (1985-2025) di Radio Onda d’Urto!

Immagine di copertina per il post
Culture

Vita e morte di Raffaele Fiore, quando la classe operaia scese in via Fani

Raffaele Fiore ha incarnato l’antropologia ribelle, l’irriducibile insubordinazione di quella nuova classe operaia

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non è solo una partita: boicottaggio di Italia-Israele ad Udine

Il 14 ottobre si terrà ad Udine la partita Italia vs Israele valevole per le qualificazioni al prossimo mondiale di calcio maschile.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Gli Stati Uniti e il «capitalismo fascista»

Siamo dentro a una nuova accumulazione primitiva, a un nuovo ciclo strategico innescato da Trump.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Senza dargli pace

In un mondo che scende sempre più in guerra, il problema che si pone è come rompere la pace che l’ha prodotta. da Kamo Modena «Senza dargli pace». È l’indicazione di metodo che ci consegna la lunga tradizione di lotta degli oppressi nel difficile movimento a farsi classe, tra sviluppo di autonomia e costruzione di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra” nelle università: a Pisa il 13 e 14 settembre, due giorni di assemblea nazionale

Il 13 e 14 settembre a Pisa si terrà l’assemblea nazionale universitaria “Guerra alla Guerra”, due giorni di confronto tra collettivi e realtà studentesche da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina: dallo SCO alla parata militare a Pechino

Riprendiamo due interviste da Radio Onda Rossa e Radio Blackout che fanno il punto della situazione dopo i due eventi che hanno visto protagonista Pechino.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Assemblea sulle scuole: organizziamoci per liberare le scuole dalla guerra

Partecipa anche tu all’assemblea sulle scuole che si terrà il 6 settembre a Venaus, per organizzare forme di lotta concrete che dalle scuole siano in grado di inceppare la macchina bellica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pensare l’Europa oggi: spazi e soggetti delle lotte in tempo di guerra

Come agiamo dentro questo quadro e che cosa vuol dire opporsi alla guerra e al riarmo in questa situazione?