
Free Shahin! Appello alla mobilitazione
Condividiamo di seguito l’appello alla mobilitazione lanciato dalla campagna Free Mohamed Shahin.
Apprendiamo con grande preoccupazione del mandato di rimpatrio emanato dal ministro Piantedosi su richiesta della deputata Montaruli nei confronti di Mohamed Shahin, compagno, amico e fratello. Figura centrale delle mobilitazioni per la Palestina di Torino per Gaza e colonna portante per la comunità musulmana e per il quartiere di San Salvario.
Mohamed è stato prelevato dalla sua abitazione e portato nel centro di rimpatrio di Torino prima e in quello di Caltanissetta adesso, dopo avergli revocato il permesso di soggiorno di lunga durata e richiesto la sua immediata deportazione per l’Egitto, paese nel quale Mohamed è considerato un dissidente politico del regime.
Un’azione che lo espone a un rischio concreto di arresto, tortura e detenzione a vita, se non la morte.
Mohamed è conosciuto da tutta la città di Torino per il suo forte impegno a far dialogare le diverse ed eterogenee comunità religiose con l’umiltà e la coerenza che lo contraddistinguono. Un’uomo che ha sempre parlato di pace, di pace tra i popoli che come gli piaceva sempre dire non hanno nazioni, colori, bandiere e religioni. Mohamed vive in Italia da più di vent’anni con la moglie e i suoi figli piccoli che hanno dovuto assistere all’arresto del proprio padre consapevoli del futuro che lo Stato gli vuole riservare: la condanna a morte.

Il suo arresto si fonda sulle opinioni, sull’idea di un mondo libero dalla violenza del genocidio e della guerra, sulla partecipazione alle manifestazioni condotte in città in questi ultimi mesi, manifestazioni nelle quali eravamo tutti e tutte presenti.
Permettere oggi che Mohamed venga deportato in Egitto, significa colpire ognuno e ognuna di noi, significa permettere che ci venga sottratto l’ennesimo pezzo di libertà, significa far capire al governo che ormai gli è tutto concesso.
Vogliono impaurirci, dividerci per fermare l’incredibile sollevazione mondiale per la Palestina. Non ce la faranno.
Pretendiamo l’immediata scarcerazione di Mohamed e la cancellazione di ogni richiesta di deportazione politica.
L’accanimento nei confronti di Mohamed è il tentativo di tagliare le gambe al movimento ma soprattutto di intimidire coloro che ne fanno parte e sono più ricattabili perché senza cittadinanza o con una cittadinanza che può sempre essere revocata, noi dobbiamo rispondere alla paura con la forza della solidarietà dimostrando che uniti si può vincere.
La nostra risposta è uno stato di mobilitazione permanente, quotidiana, fino a quando Mohamed non sarà libero di tornare tra di noi.
Facciamo un appello immediato per:
- Una mobilitazione sotto le prefetture cittadine diffusa in tutti i territori nella serata di mercoledì 26/11 (domani)
- Attivare una campagna che si articoli con forza nel territorio di Caltanissetta
Nessuno può essere deportato per aver supportato la liberazione della Palestina.
FREE SHAHIN-FREE PALESTINE

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