Genova: Impedire il passaggio di armi non è associazione a delinquere. Archiviata inchiesta sul Calp
Il giudice archivia l’inchiesta sui portuali del Calp di Genova, lottarono contro le navi delle armi: “La loro è attività politica”. Erano stati indagati per associazione a delinquere finalizzata alla resistenza, all’ accensione di fumogeni, al lancio di oggetti pericolosi e all’attentato alla sicurezza pubblica dei trasporti
Il Collettivo autonomo lavoratori portualinon è un’associazione per delinquere nata con la finalità di commettere reati, ma un gruppo che svolge attività politica “anche se spesso con modalità che trascendono i limiti posti all’espressione della libertà di pensiero”. Il gip ha disposto l’archiviazione su richiesta dal pm Marco Zocco per otto persone appartenenti al Calp e a Genova Antifascista. Al centro dell’inchiesta in primo luogo la campagna di boicottaggio e protesta lanciata dal gruppo contro il transito di armi nel porto di Genova e contro le cosiddette “navi della morte”, della compagnia saudita Bahri. Una mobilitazione accompagnata da presidi e cortei, che ottenne anche l’appoggio di Papa Francesco. La procura accusava però gli indagati di avere strumentalizzato la protesta, utilizzando razzi di segnalazione modificati
In particolare agli indagati erano state contestate le modalità di manifestazioni e i presidi contro le navi della flotta Bahri, accusata di trasportare armi della guerra dirette in Yemen, e poi le attività antifasciste con gli imbrattamenti e l’acciaio liquido alle sedi di Casapound di Forza Nuova.
Il pm, dopo le indagini della Digos, ha stabilito che non ci sarebbe una associazione criminale perché “ciò che caratterizza il vincolo, sicuramente esistente tra gli associati, non è la finalità di commettere reati ma piuttosto la finalità di svolgere l’attività politica anche se spesso con modalità che trascendono palesemente i limiti posti all’espressione della libertà di manifestazione del pensiero dal momento che, ferma la legittimità della protesta anche in forme accese, non è consentito a nessuno affermare le proprie idee mettendo in pericolo. offendendo o ledendo i diritti degli altri consociati tutelati dalle norme del codice penale”.
E poi, “la commissione di reati nel corso delle attività sociale è di fatto considerata un eventualità dell’azione del gruppo non la finalità principale”. Le tesi del pubblico ministero sono state accolte dal gip che ha archiviato.
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