InfoAut
Immagine di copertina per il post

Appello per un campeggio No Base territoriale: 5-6-7 Settembre al presidio di Pace “Tre Pini” San Piero a Grado

Organizzarci insieme 

da No Base Coltano

Durante questa lunga estate stiamo organizzando e partecipando a  iniziative contro la guerra nel nostro territorio e in molti altri, incontrando comunità che si oppongono alla militarizzazione del loro territorio, lavoratorə che rifiutano di mettere le proprie braccia a servizio della guerra, lotte contro nuove infrastrutture, connesse – più o meno direttamente – alla guerra. 

Mentre crescono le connessioni tra le nostre lotte, sentiamo l’urgenza di continuare ad organizzarci insieme in un nuovo campeggio al Presidio di pace “Tre Pini”, per trasformare il diffuso rifiuto della base militare e della guerra in opposizione concreta. Dal genocidio in Palestina al riarmo globale, dalla costruzione della base alla devastazione di boschi e terre, il segnale che arriva è chiaro: la società deve adeguarsi alla guerra e alla militarizzazione della vita in ogni suo aspetto. I nostri obiettivi allora diventano ancora più centrali: ritrovarci insieme per fermare la nuova base militare per GIS e Tuscania, è una possibilità concreta per bloccare l’ingranaggio della guerra e costruire alternative concrete per il territorio, in una prospettiva di Pace reale.

Le ragioni di un campeggio al Presidio di Pace dei “Tre Pini”

Per questo, dal 5 al 7 settembre, lanciamo un campeggio territoriale di fronte alle reti del centro militare CISAM, all’interno del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, nel Presidio di Pace dei “Tre Pini” a cui abbiamo dato vita oramai due anni fa, e che crediamo debba sempre più diventare il presidio di tutta la cittadinanza che pretende la pace e un ambiente sano in cui vivere. Un Presidio nel cuore di un Parco protetto, ma invaso dalle basi e minacciato da ulteriore disboscamento, cementificazione e deregolamentazione. 

Proprio per questo, è importante riunirci qui per vedere con i nostri occhi la violenza e la pervasività della militarizzazione ma anche per conoscere la bellezza e la ricchezza di questo Parco, dandoci insieme la forza di difenderlo fino all’ultimo filo d’erba e liberarlo dalla guerra.

Da Pisa a Pontedera, così come in tutta la Toscana, le istituzioni sacrificano i territori alla militarizzazione, alla nocività, alla devastazione: è importante capire come ciò che accade nel mondo sia davanti e in mezzo a noi e che da qui, insieme, possiamo fermarli e cambiare le cose. 

Il campeggio per costruire comunità, lotta e alternativa

Le giornate saranno ricche di workshop, dibattiti, cibo, musica, socialità, attivazione: dalla mattina alla sera sotto l’ombra della pineta e nei sentieri; E dalla sera alla mattina, con le tende che pianteremo per dormire, mangiare e vivere insieme, rafforzando il senso di comunità che ci unisce, nella varietà di idee e motivazioni che ci spingono ad agire, ma con un solo obiettivo comune: fermare la base.

Molti saranno i temi su cui confrontarsi e organizzarsi. Vogliamo dare seguito alle parole “Nessuna base per nessuna guerra!” e approfondire il legame tra base militare, guerra globale e un’economia che si abbatte con violenza sui territori, cercando prospettive di pace che siano contrasto attivo alle forme in cui la guerra si materializza nelle nostre vite. Con l’ottica di discutere di guerra per bloccare gli anelli della catena e i flussi su cui questa si fonda, vogliamo dare centralità alla discussione sulla funzione che l’hub militare che si estende dalla costa di Livorno sino a La Spezia gioca nell’attuale escalation. Al contempo, vogliamo esplorare le alternative possibili per un’economia di pace a partire dalla conoscenza e la difesa del Parco, ritrovandoci con tuttə coloro che ne hanno a cuore la storia e desiderano come noi un Parco per la comunità e non per basi militari ed eserciti.

Con queste motivazioni e obiettivi, invitiamo tuttə coloro che non si arrendono alla guerra e alla devastazione del territorio, a partecipare al Campeggio No Base, piantare la propria tenda, contribuire agli scambi e ai dibattiti, portare le proprie idee. Fermiamo la base, blocchiamo la guerra, costruiamo la pace dai nostri territori: tuttə possiamo fare qualcosa, insieme possiamo fermarla!

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

campeggioCOLTANOguerramilitarizzazioneNO BASEpisaRIARMO

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cameri: manifestazione contro Leonardo e le fabbriche di morte del governo italiano

Il Coordinamento Novara per la Palestina e altre realtà locali hanno organizzato per sabato 15 novembre una manifestazione che partirà dal centro città di Cameri per poi giungere sino alla base militare di Cameri in provincia di Novara composta dall’aeroporto militare e da due stabilimenti Leonardo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele sta costruendo un “muro per l’accaparramento delle terre” nel sud del Libano meridionale mentre continuano gli attacchi aerei

Immagini di un muro in costruzione da parte dell’esercito israeliano nei pressi di postazioni occupate nel sud del Libano sono circolate online, mentre continua la pressione per disarmare Hezbollah

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ex Ilva: il riarmo divora la politica industriale (e la transizione ecologica)

Tutti i nodi vengono al pettine. Il governo sovranista con la sua manovrina accantona risorse per acquistare armi e manda alle ortiche quasiasi politica industriale.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Formazione

HUB DI PACE: il piano coloniale delle università pisane a Gaza

I tre atenei di Pisa – l’Università, la Scuola Normale Superiore e la Scuola superiore Sant’Anna – riuniti con l’arcivescovo nell’aula Magna storica della Sapienza, come un cerbero a quattro teste.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

DDL NUCLEARE : cosa aspettarci, cosa sappiamo?

Continuiamo ad approfondire e a tenere alta l’attenzione sul tema del ritorno del nucleare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e gas :l’Europa sempre piu’ dipendente dagli U.S.A.

A ottobre, per la prima volta, un singolo Paese gli USA ha esportato oltre 10 milioni di tonnellate metriche (mmt) di gas liquefatto, il 70% delle quali verso l’Europa.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Rompere la pace dentro territori, fabbrica e università della guerra

Partiamo da qui, da questa inquietudine mai risolta e sempre irriducibile che accompagna la forma di vita militante, l’unica postura da cui tentare di agguantare Kairòs, il tempo delle opportunità che possiamo cogliere solo se ci mettiamo in gioco. 

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Libertà vigilata

Un inedito maccartismo sta attraversando l’Occidente e, per quanto direttamente ci riguarda, l’Europa, sempre più protesa verso la guerra, irresponsabilmente evocata dalla presidente Ursula Von der Layen come “scudo per la democrazia”