InfoAut
Immagine di copertina per il post

Moro, le bufale senza fine. Domenica su Report

Continuano i deliri complottistici e le menzogne costruite attorno alla storia del rapimento Moro. Il potere, per mano dei dietrologi e magistratura vuole lanciare un chiaro messaggio: i cambiamenti radicali non si possono fare; la rivoluzione in Italia è impossibile e quando qualcuno ci prova vuol dire che ci sono sempre “poteri occulti” che l’hanno sostenuto.

di Frank Cimini

Aldo Moro non può essere stato ucciso in via Montalcini e poi portato in via Caetani”. Questo dice Ilaria Moroni, direttrice dell’archivio Flamigni, nella puntata di Report che andrà in onda domenica prossima 7 gennaio di cui è stato anticipato il contenuto in un trailer che riguarda la presentazione del libro scritto dall’ex ministro Vincenzo Scotti e dall’economista Romano Benini sulla politica di Aldo Moro.

Sorvegliata speciale” è il titolo. “Le reti di collegamento della Prima Repubblica” il sottotitolo del pomo che racconta l’avversione degli Stati Uniti e soprattutto di Henry Kissinger per la politica di Moro.

Scotti spiega che il segretario di Stato americano era nettamente contrario a che Moro assumesse responsabilità specialmente in relazione a Israele e Medio Oriente. Cose trite e ritrite sulle quali si discute da ormai mezzo secolo ma che servono per riproporre tutta la dietrologia possibile e immaginabile sulla strage di Via Fani e sul caso Moro.

Le perizie che dimostrerebbero che Moro non fu ucciso in via Montalcini di cui parla Ilaria Moroni non esistono, non hanno nulla da spartire con gli atti di ben cinque processi. Ma la dietrologia non finisce mai, le bufale continuano.

E per la fondazione Flamigni, dal nome dell’ex senatore Sergio Flamigni che fu l’antesignano dei misteri inesistenti, le bufale sul caso Moro si sono rivelate da sempre un affare a causa della consistente mole di finanziamenti pubblici dal ministero della Cultura.

40 mila euro il 9 gennaio del 2019, 38 mila euro il 15 aprile, 2000 euro il 15 ottobre. Vanno aggiunti 40 mila euro il 20 maggio dall’istituto centrale per gli archivi, 3491 euro il 7 agosto dall’Agenzia delle Entrate. Dal ministero 49.157 euro il 22 giugno, 8300 euro il 29 dicembre. Poi ancora altri soldi successivamente.

Per carità tutto regolare, tutto secondo la legge. Il primo febbraio del 2021 l’archivio viene trasferito presso lo spazio Memo per gentile concessione della Regione Lazio con visita e complimenti del governatore Zingaretti.

Dietrologia e complottismo vengono incoraggiati. Ogni 16 marzo, ogni 9 maggio, a dire che bisogna ‘cercare la verità’ è per primo il Presidente della Repubblica e del Csm a discapito dei processi dove sono state escluse responsabilità diverse da quelle delle Brigate Rosse.

Si tratta di esiti processuali ignorati dalle commissioni parlamentari e dalla procura di Roma che continuano la caccia alle streghe. Tra gli intervistati da Report c’è l’ex procuratore generale Luigi Ciampoli, che si vanta di aver indagato lo psichiatra Steve Pieczenik inviato in Italia dal dipartimento di Stato Usa.

L’accusa era di concorso nell’omicidio Moro. Non si sa che fine abbia fatto. Adesso c’è il pm Eugenio Albamonte a continuare la caccia e non ha ancora deciso cosa fare dell’inchiesta chiusa da tempo sul ricercatore indipendente Paolo Persichetti, che il gip aveva definito “indagine senza reato e chissà mai se ci sarà”.

La sensazione è che questa dietrologia, nel paese dove la Cassazione ha appena accusato il centro sociale Askatasuna di “pensare alla lotta armata”, serva non tanto per il passato quanto per governare oggi agitando un fantasma che con la realtà attuale c’entra zero.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Divise & Poteredi redazioneTag correlati:

brigate rosseCOMPLOTTISMOgiornalismomoro

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un documento trapelato dal New York Times su Gaza dice ai giornalisti di evitare le parole: “Genocidio”, “Pulizia Etnica” e “Territorio Occupato”

Nel mezzo della battaglia interna sulla copertura del New York Times riguardo la guerra di Israele, i principali redattori hanno emanato una serie di direttive.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Depistaggi e depistatori, Sigfrido Ranucci ha chiesto l’aiuto di Francesco Pazienza per realizzare la puntata di Report sul sequestro Moro

Per denunciare un depistaggio è opportuno rivolgersi a un depistatore di professione, condannato per questo dalla giustizia? 


Immagine di copertina per il post
Culture

«Fronte del porto», una recensione critica al libro di Sergio Luzzato sulla colonna genovese della Brigate rosse

L’imponente lavoro realizzato da Sergio Luzzato sull’insediamento delle Brigate rosse a Genova solleva un problema storiografico importante: l’arrivo della Brigate rosse è un parto degli intellettuali radicali della università di Balbi, come sostiene l’autore, oppure prende avvio all’Ansaldo e in porto, come riferiscono alcuni testimoni chiave, protagonisti di quella vicenda?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: Bolsonaro come Trump?

Ma la distanza tra il Brasile e gli Stati Uniti è molto più che geografica.
L’assalto al parlamento a Brasilia è fallito e non avrebbe potuto essere altrimenti, visto il mancato sostegno delle forze armate cui Bolsonaro si è frequentemente richiamato, e che sono state ampiamente sostenute dall’ex presidente.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli ultras e la “liberal ipocrisia” che rafforza l’autoritarismo

Lo pseudo garantismo e la denuncia della deriva autoritaria del governo Meloni finiscono per diventare un’invocazione di arresti, di misure di prevenzione, di più polizia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Complottismo e narrative egemoniche: sono così diverse?

Quello che accomuna “teorie del complotto” e narrative egemoniche è la costruzione di regimi di verità fondati su drastici meccanismi di semplificazione.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

RADURA || SESTA PUNTATA: COMPLOTTISMI, PENSIERO MAGICO ED AMBIENTE POST RURALE – SECONDA PARTE

RADURA | UN VIAGGIO NEI CONFLITTI DELL’INTERLAND ITALIANO OGNI PRIMO MERCOLEDI’ DEL MESE SU RADIO ONDA D’URTO Sesta puntata. Complottismi, pensiero magico ed ambiente post-rurale Seconda Parte. E’ questo il tema della puntata andata in onda mercoledì 6 luglio, ore 18:30, su Radio Onda d’Urto. Nella puntata precedente abbiamo introdotto il concetto di pensiero magico […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

RADURA || QUINTA PUNTATA: COMPLOTTISMI, PENSIERO MAGICO ED AMBIENTE POST RURALE – PRIMA PARTE

RADURA | UN VIAGGIO NEI CONFLITTI DELL’INTERLAND ITALIANO OGNI PRIMO MERCOLEDI’ DEL MESE SU RADIO ONDA D’URTO Quinta puntata. Complottismi, pensiero magico ed ambiente post-rurale, prima parte. E’ questo il tema della trasmissione andata in onda mercoledì 1 giugno, alle ore 18:30 su Radio Onda d’Urto Il complottismo sta bene con tutto, ormai sembra essere […]