Nuovo “pacchetto sicurezza”: piu’ armi per le forze dell’ordine, piu’ carcere per tutti gli altri
Il Consiglio dei ministri ha approvato l’ennesimo pacchetto sicurezza: un libro degli orrori con le forze dell’ordine che potranno pure avere un’arma privata a casa, un nuovo reato per le proteste nelle carceri; da 2 a 7 anni per chi occupa un immobile a scopo abitativo e procedure lampo per gli sgomberi degli immobili, 6 anni per la proteste dei migranti nei lager detentivi chiamati Cpr, un ulteriore giro di vite sui blocchi stradali.
A corredo: più carcere per tutti, comprese le donne detenute in gravidanza o con figli fino a 3 anni. Salta infatti l’automatismo dei domiciliari.
Le norme di palazzo Chigi, denuncia Antigone Onlus, “sono un imbroglio sulla sicurezza con risvolti drammatici su carceri e tribunali…una strategia illiberale diretta a stravolgere il nostro sistema penale e penitenziario con l’evidente scopo di racimolare un consenso altrimenti fragile.
Qualora dovesse essere così approvato – continua Antigone – avremo risvolti drammatici per ciò che riguarda il lavoro dei tribunali e delle carceri. Le Corti, anziché doversi occupare di fatti di indubbia rilevanza, quali omicidi e mafia, saranno intasati da tutto ciò che tradizionalmente ha a che fare con questioni solo socialmente rilevanti. Prevedere la criminalizzazione di ciò che riguarda stile di vita giovanili (graffiti), oppure occupazione delle case da parte dei soggetti più vulnerabili della società, potrebbe determinare un ingolfamento dei tribunali, semmai quelle norme saranno prese sul serio dalle forze di polizia.
Gli innalzamenti di pena generalizzati, per una grande tipologia di reati, potrebbe portare a tassi di sovraffollamento che, aggiunti agli attuali, renderanno ingestibili le carceri, sottoponendo lo Stato italiano al rischio di plurime condanne per trattamenti inumani e degradanti. Particolarmente inaccettabili sono le norme che prevedono la reclusione delle donne incinte, un vero e proprio obbrobrio giuridico e umano, che non tiene conto della salute della donna e del futuro nascituro, alla faccia della cultura della famiglia. Quest’ultime sembrerebbero norme, peraltro, dal sapore vagamente razzista, perché pensate guardando alle donne rom.
Tra le tante norme previste nel disegno di legge anche quelle che consentono l’impiego di un’arma da fuoco, diversa da quella d’ordinanza, per gli appartenenti alle forze dell’ordine, anche quando non sono in servizio. Non è così che si costruisce sicurezza, così si costruiscono tragedie e un sistema alla far west che negli Stati Uniti ha prodotto solo morti e danni, laddove il possesso e l’utilizzo delle armi debba essere ben regolato e controllato.
Infine, c’è un generico riferimento all’ingresso dei privati nella gestione penitenziaria. Aspetto che riteniamo inaccettabile e contrario ai nostri principi costituzionali.
Ci appelliamo a tutte le forze sindacali e politiche, affinché esprimano il loro netto dissenso, sapendo che questa non è sicurezza e questo provvedimento non va chiamato pacchetto sicurezza, bensì imbroglio sulla sicurezza”
Con noi Patrizio Gonnella, di Antigone Onlus. Ascolta o scarica
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