
Se toccate uno, toccate tutti! Omar libero (Aggiornamenti)
Ripubblichiamo il comunicato uscito ieri dal Collettivo Gioberti di Torino, Assemblea studentesca e KSA – Torino a seguito dell’arresto in flagranza differita nei confronti di Omar, uno studente del liceo Gioberti che ha partecipato alla manifestazione studentesca di venerdì 14 novembre.
Stamattina, domenica 16 novembre, la polizia è piombata in casa di uno
studente appena diciottenne, portandolo in questura per poi metterlo ai
domiciliari, impedendogli categoricamente di andare a scuola nei
prossimi giorni, il suo processo è fissato per domani in direttissima e non gli sono neanche stati consegnati gli atti per preparare la difesa, che invece che in mesi dovrà essere preparata in ore.
Omar non è che uno studente, un compagno di scuola e di lotta, un
coetaneo che la polizia ha deciso di individuare come soggetto su cui
accanirsi violentemente per colpire ed intimidire tutti coloro che hanno
preso parte allo sciopero di venerdì 14 novembre.
È evidente infatti, che quest’azione miri a rompere l’unità e la coesione
studentesca andatasi a creare dopo mesi di mobilitazioni e occupazioni
che hanno visto protagoniste più di quaranta scuole Torinesi, nel
tentativo di spaventare lə innumerevoli studentə che si sono viste
protagoniste delle piazza di venerdì e provando a sminuire le azioni che
sono state fatte a seguito di decisioni COLLETTIVE, riducendole ad un
atto dislocato e facendone gravare le conseguenze su una singola
persona.
In una giornata che ha visto un grande coinvolgimento da parte delle
scuole, la risposta da parte delle forze dell’ordine non è stata che
violenta, prima a Porta Nuova e in un secondo tempo a Città
Metropolitana, luogo in cui ci siamo diretti per portare ancora un volta
alla luce le gravi mancanze a livello strutturale e finanziario
nell’istituzione scolastica, situazioni di disagio per cui lə studentə hanno
bloccato le scuole dimostrando, come al liceo Lagrange, che nel
momento in cui si fa pressione i fondi per ristrutturare le scuole
magicamente compaiono.
Alla città metropolitana c’eravamo tutte e rivendichiamo collettivamente
ciò che invece la questura di Torino affilia ad una sola persona, e ricordiamo che i famosi scontri per i quali viene accusato Omar sono partiti dopo che la polizia ha chiuso uno studente in uno stanzino e gli ha spaccato la testa, prendendolo in ostaggio.
Del resto, questo modus operandi non ci è nuovo. è un copione già
scritto infatti, quello in cui le dimensioni di scontro di piazza collettive
vengano depoliticizzate e ridotte a meri atti di violenza imputabili a
singole soggettività, unico modo per legittimare la repressione su chi
lotta contro gli sporchi interessi governativi, contro una scuola asservita
alla conversione bellica, contro al taglio sempre crescente di fondi al
welfare pubblico in favore del suprematismo occidentale a suon di
bombe.
Siamo indignati, incazzati, ma non così sorpresi da queste dinamiche
repressive, infantili e quasi di ripicca da parte del governo, che si vede
messo all’angolo dai giovani ormai esasperati che non si tirano indietro
nel mostrare il loro dissenso ad un governo complice che giorno dopo
giorno mette sempre più da parte la scuola, preparandosi a tagliare 600
milioni di euro dall’istruzione per investirli nell’industria bellica.
Ma non basteranno i manganelli a farci abbassare la testa.
Siamo tenaci, furiosi e non abbiamo paura di alzare la voce continuando
a bloccare tutto per un futuro diverso,per un mondo nuovo.
In piazza con Omar c’eravamo tutti. Non era da solo, e per quanto
possano provare a confinarlo in casa e ad isolarlo non lo sarà nemmeno
ora.
Non gliela daremo vinta, la lotta è appena iniziata, torniamo nelle nostre
scuole, alziamo la voce,disertiamo le lezioni, blocchiamo tutto,
prendiamoci gli spazi scolastici che in quanto studenti ci appartengono e
dimostriamo che gli studenti sono una collettività unita a cui i loro sporchi
giochi di potere di divisione e repressione delle lotte
Omar ha il diritto di andare a scuola esattamente come tutti noi.
Se non lo potrà fare lui, non lo farà nessuno.
Omar libero subito
AGGIORNAMENTI:
TORINO: STUDENTE ARRESTATO IERI MATTINA, SCARCERATO CON OBBLIGO DI FIRMA
Uno studente diciottenne, attivista dei collettivi studenteschi, è stato arrestato domenica 16 novembre dagli agenti della Digos di Torino per i disordini scoppiati venerdì scorso davanti alla sede della Città Metropolitana, in corso Inghilterra. Lo studente posto agli arresti domiciliari è stato processato per direttissima. L’arresto è stato eseguito in flagranza differita, provvedimento che consente di arrestare una persona anche dopo il fatto sulla base di prove documentali, come video e foto, entro 48 ore dal reato. Lesioni e resistenza le accuse a suo carico.
In una nota diffusa sui social il Kollettivo Studentesco Autonomo contesta l’operazione: “È evidente che questa azione miri a rompere l’unità e la coesione studentesca andatasi a creare dopo mesi di mobilitazioni e occupazioni che hanno visto più di 40 scuole torinesi, nel tentativo di spaventare gli innumerevoli studenti che protagonisti della piazza di venerdì e provando a sminuire le azioni che sono state fatte a seguito di decisioni collettive, riducendo a un atto dislocato e facendone gravare le conseguenze su una singola persona”. “Siamo indignati ma non così sorpresi da queste dinamiche repressive, infantili e quasi di ripicca da parte del governo – aggiungono – che si vede messo all’angolo dai giovani ormai esasperati che non si tirano indietro nel mostrare il loro dissenso a un governo complice che giorno dopo giorno mette sempre più da parte la scuola, preparandosi a tagliare 600 milioni di euro all’istruzione per investirli nell’industria bellica”. “In piazza c’eravamo tutti. Non gliela daremo vinta, la lotta è appena iniziata. Blocchiamo tutto”, conclude la nota. Venerdì erano stati fermati altri due studenti, che, dopo essere stati identificati, erano stati rilasciati.
Nell’udienza di questa mattina il giudice ha disposto la scarcerazione con le misure cautelari dell’ obbligo di firma. L’udienza è stata rinviata al 22 gennaio.
Sentiamo Margherita del Cua Torino
“No Meloni day” a Torino, blocchi, cariche e un arresto
lunedì 17 novembre 2025
Contro l’escalation bellica e i tagli alle scuole e alle università, e in solidarietà con la Palestina, venerdì, è stata una giornata di lotta e sciopero studentesco in decine di città italiane, organizzata da collettivi studenteschi e dal movimento Fridays For Future, per denunciare anche “una situazione drammatica per la scuola, con investimenti a pioggia nell’economia bellica e poco o nulla per formazione, istruzione, cultura”. La giornata di mobilitazione di venerdì è stata anche definita come “No Meloni Day”, con il blocco non solo di scuole, ma anche di Università, con scioperi, presidi e manifestazioni.
A Torino sono scese in piazza migliaia di studentə, è stata bloccata la circolazione ferroviaria ed è stata sanzionata la sede della Città Metropolitana. Ci sono state cariche e violenze da parte delle forze dell’ordine nei confronti dellə studentə in mobilitazione.
Ieri, domenica, all’alba gli agenti della Digos di Torino hanno fatto irruzione a casa di uno studente diciottenne, attivista dei collettivi studenteschi torinesi, che è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari.
Stamattina comparirà davanti al giudice per il processo per direttissima. L’operazione è stata eseguita in flagranza differita, una procedura che permette l’arresto anche a distanza di ore dal fatto.
La reazione del mondo studentesco non si è fatta attendere, con un comunicato di diffuso ieri e che riportiamo per intero e diversi appuntamenti: oggi alle ore 16 davanti alla Prefettura in Piazza castello, domani alle ore 18, appuntamento a Palazzo Nuovo per l’assembea pubblica di Torino per Gaza e il 28 novembre, giornata di sciopero generale.
Abbiamo chiesto a uno studente del collettivo del liceo Einstein di raccontarci la giornata di venerdì e di darci più informazioni rispetto all’arresto di ieri e ai prossimi appuntamenti.
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