InfoAut
Immagine di copertina per il post

Carola e Francesca nel mare in tempesta

||||

Riceviamo e pubblichiamo questo testo scritto da un gruppo di compagn* che ha partecipato alle lotte in frontiera tra Ventimiglia e Calais.

Donde manda capitán muere,
muere marinero.
Sara Hebe, Asado de Fa

A seguito dei recenti avvenimenti che riguardano la nave Sea Watch 3 e la sua comandante Carola Rackete, su alcuni media italiani e sui social network sono apparsi articoli e riferimenti alla vicenda di Francesca,
da alcuni definita «la Carola italiana».
Come compagne e compagni di Francesca, che con lei hanno condiviso alcune esperienze di solidarietà ai/alle migranti che dal 2015 subiscono il regime europeeo delle frontiere, ci siamo sentite/i interpellate/i dall’uso strumentale della sua storia e da alcuni meccanismi che essa svela. Innanzitutto vorremo fare chiarezza sul processo e la condanna che riguardano la nostra amica, dato che sono diversi gli errori che abbiamo dovuto leggere.

Francesca è stata condannata dalla Corte di appello di Aix en Provence, in Francia, a sei mesi di carcere con la sospensione condizionale della pena, e cinque anni di interdizione dal dipartimento delle Alpi Marittime, dopo che nel Novembre 2016 era stata fermata dalla gendarmeria lungo il confine italo-francese mentre era alla guida di un furgone con a bordo otto persone senza documenti. La condanna della Corte d’appello è arrivata dopo il ricorso contro la sentenza di primo grado che l’aveva condannata al pagamento di mille euro di multa.
Francesca, tramite il suo avvocato, è ricorsa in cassazione.Come Francesca stessa ha ribadito la sua storia e quella di Carola sono diverse per contesto e scelte fatte dalle due donne. Le ragioni per le quali queste due storie vengono messe l’una accanto all’altra e diffuse a più non posso sono svariate e vanno viste in maniera distinta.
Per la stampa generalista si tratta di «fare notizia». Che il parallelo sia pertinente o meno, la scelta di due donne bianche impegnate nel portare la propria solidarietà a dei/delle migranti neri/e è di per sé «notiziabile». E la notizia di eventi che non sono, per fortuna, unici diventa in questo modo rilevante per l’opinione pubblica, qualcosa rispetto alla quale prendere posizione. Qualcosa di giustamente importante per chi crede nella solidarietà, perché contrasta lo spettacolo della crudeltà che Salvini sta portando avanti. Qualcosa di altrettanto importante per chi odia diversità e solidarietà, perché permette di mischiare in un unico discorso confuso e virulento appartenenza nazionale, giustizialismo, misoginia e razzismo puro e semplice. Detta in altri termini, che si sia pro o contro la solidarietà alle persone in viaggio, si sta centrando tutta l’attenzione sulla figura della solidale cosi da imputare a lei tutto il bene o il male del mondo, facendo scomparire dalla scena i reali protagonisti delle vicende in corso e le drammatiche evoluzioni delle scelte politiche europee.Sia chiaro, noi siamo dalla parte della solidarietà e contro le frontiere, e non stiamo dicendo che sostenitori di Carola e razzisti, nel pubblicare e ripubblicare sui social le proprie posizioni, sono la stessa cosa. Se deve essere tutto ridotto alla presa di posizione rispetto alle due donne non abbiamo dubbi, siamo con Carola e Francesca.
Cio’ che non ci piace in tutta questa faccenda, al netto delle vere e proprie fake news che sono circolate, è la costruzione di una narrazione che ha i/le suoi eroi/ne, le sue vittime e i suoi carnefici, e che in fondo questa narrazione non solo non spiega fino in fondo la violenza delle frontiere, ma contribuisce a occultare responsabili, protagonisti/e e questioni centrali della cosiddetta «crisi migratoria» e del regime di frontiera che ne scaturisce.Dal 2015 ad oggi sono stati/e i/le migranti a sfidare le frontiere, interne ed esterne, dell’Europa, ed è stata l’intera governance europea, e non solo Salvini o il suo predecessore Minniti, a determinare la violenza di queste frontiere e la loro natura troppo spesso letale. La mediatizzazione di gesti che riteniamo di semplice umanità, per quanto coraggio questa umanità possa oggi necessitare, non puo far dimenticare il fatto che non sono i/le solidali europei/ee il soggetto principale di questa storia.

Come a Ventimiglia le persone in viaggio non hanno certo aspettato i/le solidali per tentare e riuscire migliaia di volte ad attraversare la frontiera, allo stesso modo non sono state le ONG a determinare la scelta coraggiosa di centinaia di migliaia di persone di salire su una barca in direzione dell’europa. Come antirazzisti/e europei/ee è giusto rispondere alla barbarie e alla crudeltà salviniana col massimo della determinazione, ma per fare questo è necessario rinunciare a qualunque narrazione che trasforma in eroine ed eroi le/i solidali. Crediamo sia importante essere coscienti di come la personalizzazione della solidarietà e la spettacolarizzazione della frontiera fisica esterna siano strumenti utili tanto a Salvini quanto all’UE per invisibilizzare le vere questioni alla base del dramma delle morti in mare. In concomitanza con la sua spettacolarizzazione infatti questa frontiera esterna perde, secondo noi, la sua centralità a fronte di un’espansione su entrambe le sponde del Mediterraneo. Da una lato i campi di prigionia libici, voluti da Minniti e finanziati dall’UE, si ritrovano oggi in prima linea nella guerra per procura che vede i diversi stati europei giocarsi risorse e controllo strategico di una regione in cui sono intrappolate migliaia di persone. Dall’altro un complesso controllo dei flussi fatto di hotspot, accoglienza più o meno coatta e centri di detenzione, il cui nodo centrale è il c.d. sistema di Dublino, un dispositivo reticolare che fa dell’europa una vasta zona di frontiera dove chi non resta là dove gli è stato imposto di rimanere si ritrova criminalizzato/a, invisibilizzato/a senza diritti né status, e non ha altra alternativa che continuare a fuggire senza tregua all’interno dell’europa stessa. Infine la personalizzazione della solidarietà oltre a fare il gioco delle destre razziste, che trovano qualcuno su cui sfogare le proprie basse tensioni, impedisce una reale moltiplicazione di gesti di solidarietà in favore di una delega che cerca nell’eccezionalità del gesto il proprio riferimento.

Le frontiere sono ovunque, ed ovunque e quotidianamente vengono messe in discussione da chi le subisce. E’ quindi necessaria un’attivazione della solidarietà che sia consapevole dei propri limiti e non definisca sempre e comunque le persone in viaggio come delle vittime che vanno aiutate. A noi il compito di affinare lo sguardo e cercare pratiche discrete di solidarietà e complicità con i/le migranti e di sabotaggio dell’attuale regime di frontiera. Potremo cosi vedere più chiaramente nell’europa delle frontiere, e nei suoi retaggi fascisti, la macchina di morte che dobbiamo combattere, nelle persone in viaggio le vere eroine ed eroi di questa storia, ed infine in Carola e Francesca due donne tra le tante che partecipano di quella bella umanità che lotta contro la distopia concreta che ci circonda. Non ci servono né capitani, né capitane, ma marinai e marinaie pronti/e ad attraversare questo mare in tempesta per approdare alla tanto agognata libertà per tutte e tutti.

alcune/i amiche/i e compagne/i di Francesca

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

calaisfrontieremigrantiventimiglia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Verso il 25 novembre: contro i femminicidi e la violenza di genere

L’osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi e trans*cidi di Non Una Di Meno porta avanti dal 2019 un progetto che vuole combattere la violenza di genere

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

NUDM: è morta un’altra studente, non ne possiamo più

Sabato 23 novembre saremo a Roma anche perché desideriamo e pretendiamo una scuola diversa. da NUDM Torino E’ morta un’altra studente, non ne possiamo più. Aurora aveva 13 anni quando, il 25 ottobre, è stata uccisa dal fidanzato di 15 anni, che non accettava la fine della loro relazione.Lo stesso giorno, Sara è stata uccisa […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Torino, la mobilitazione contro gli antiabortisti continua: presidio al consiglio regionale

In queste settimane a Torino sono migliaia le persone che si mobilitano per chiedere la chiusura immediata della cosiddetta “stanza dell’ascolto”

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Per Anàs, morto in mare e per tutte le altre vittime dei confini

Lo scorso 9 agosto la comunità lametina si è stretta attorno alla piccola bara bianca contenente i resti di Anàs, bimbo di sei anni annegato in un naufragio e ritrovato nel nostro mare.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Aborto libero, sicuro e gratuito!

Sabato 28 settembre, in occasione della giornata internazionale per l’aborto sicuro, in Piemonte in tant3 ci mobiliteremo su tutto il territorio contro le politiche regionali che da anni sposano obiettivi antiabortisti, retrogradi e lesivi della libertà di scelta.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Pride critico, Pride comodo

Dov’è stato lasciato il “prendere e fare” a favore del “chiedere e aspettare”? Gli oppressi hanno iniziato un ciclo politico in cui si costituiscono come vittima senza agency che cerca di essere protetta. Il presente testo è la traduzione di un articolo di Charlie Moya Gómez pubblicato in castigliano su Zona de Estrategia il 27/06/2024. […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – in dialogo con Fatima Ouassak

Fatima Ouassak è una politologa e militante ecologista, femminista e antirazzista. Il suo ultimo libro Per un’ecologia pirata (tradotto in italiano da Valeria Gennari per Tamu edizioni (2024)) propone un’alternativa all’ecologia bianca, borghese e a cui manca un approccio intersezionale.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – In dialogo con Louisa Yousfi

Il termine “Barbari” viene utilizzato da Louisa Yousfi nel suo libro “Rester barbares” allo scopo di mettere in luce una trappola: da una parte il paradigma del razzismo proclamato, quello dell’estrema destra che definisce barbari i soggetti razzializzati e dall’altro lato il razzismo integrazionista, quello per cui occorre essere dei “buoni selvaggi”educati per essere all’altezza dei bianchi.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

No agli antiabortisti nelle strutture pubbliche!

Giovedì 11 luglio alle ore 12 si terrà una conferenza stampa davanti all’Ospedale Sant’Anna a Torino (ingresso via Ventimiglia) organizzata dal Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e alle Cure – Piemonte.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Le donne africane e la difesa della terra e dei beni comuni

Due articoli tratti dalla WoMin African Alliance, scritti in occasione della Giornata della Terra (22 aprile) e della Giornata internazionale della biodiversità (22 maggio).

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Governo Meloni: tra propaganda e decreti

La decisione del governo italiano di collaborare con l’Albania per la gestione dei migranti si inserisce in un processo di esternalizzazione delle frontiere, oltre che di chiusura delle frontiere, che da decenni va avanti concorrendo a una vera e propria guerra contro i migranti.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Trieste: in Via Gioia uno spazio di accoglienza negato a due passi dal Silos

A Trieste, città di frontiera che non si riconosce tale, vogliamo mostrare che trovare uno spazio dove accogliere le persone migranti è possibile.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

L’accusa si basa su testimoni compromessi – Il processo Iuventa si sgretola!

L’audizione ha contribuito a far emergere i secondi fini e la assoluta mancanza di credibilità dei testimoni su cui l’accusa ha costruito l’intero caso.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Firme false e assistenza inesistente per i reclusi: la Procura indaga sul Cpr di Milano

Il primo dicembre la Guardia di Finanza ha perquisito la struttura per acquisire documentazione. Il reato ipotizzato per l’ente gestore Martinina è frode in atto pubblico. Un’inchiesta di Altreconomia aveva svelato le “false promesse” della società alla prefettura di Milano

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Una prigione per migranti in Albania

Ieri la presidente del consiglio dei ministri Meloni ha sottoscritto con il primo ministro albanese Rama un protocollo per la gestione in territorio albanese dei migranti ripescati in mare dalla Marina Militare e dalla Guardia di Finanza.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Migrazioni, guerre e ambiente

Il 28 settembre il consiglio dei ministri del governo Meloni ha approvato un nuovo decreto sull’immigrazione che con una mano prosegue l’opera di criminalizzazione delle persone migranti e con l’altra aumenta ulteriormente i fondi per le forze dell’ordine e la militarizzazione dei territori.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Che cosa succede al processo contro Mimmo Lucano?

Il 20 settembre si è tenuta l’ultima udienza, dedicata alla difesa di Mimmo Lucano: gli avvocati difensori, Giuliano Pisapia e Andrea Daqua, che da anni lo difendono a titolo gratuito, hanno illustrato le loro valutazioni critiche della sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Locri ormai quasi due anni fa

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Alba(Cuneo): sabato 19 agosto corteo per i diritti dei migranti e dei braccianti in lotta

Casa, documenti, salute e lavoro: questi i temi che saranno portati in piazza da braccianti e migranti che sabato 19 agosto si raduneranno in una manifestazione solidale ad Alba in provincia di Cuneo.