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Rivolta al CIE di Ponte Galeria

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Ieri mattina due ragazzi hanno protestato per il lungo trattenimento nelle gabbie del centro e, data l’esasperazione, chiedevano di essere rimpatriati nonostante almeno uno tra i due ha tutta la famiglia in Italia.

Davanti l’indifferenza della direzione, uno tra i due reclusi ha ingerito una lametta, l’altro ha iniziato a tagliarsi sul corpo.

Ottenuto un colloquio, i due hanno saputo che nessun documento era stato inviato al consolato, nessuna pratica era stata attivata per il rimpatrio o il rilascio dopo tanto tempo d’internamento nel Cie.
Riconsegnati alla gabbie del centro, uno dei due ragazzi ha continuato a tagliarsi finendo in una pozza di sangue, questa scena pare abbia procurato tanta ilarità alle forze dell’ordine in servizio.

Questa situazione ha quindi raccolto la rabbia di tutti i reclusi delle sezione maschile: alcuni sono saliti sul tetto mentre in altre aree venivano incendiate alcune parti del lager.

Dopo circa 30 minuti, centinaia di unità delle celere hanno fatto ingresso nel campo d’internamento etnico costringendo, con non poche resistenze, a rientrare ognuno nelle proprie celle e a subire una perquisizione.

Nel Cie di Ponte Galeria, sono circa 2 mesi che incessantemente nascono proteste, individuali e collettive, sedate puntualmente dal personale in servizio e dalla direzione del Centro.

Aggiornamento 6/9/2014 il ragazzo nigeriano in sciopero della fame da 17 giorni, è stato trasportato forzatamente in ospedale e lì costretto ad alimentarsi via flebo.

Una corrispondenza dall’interno del Cie di Ponte Galeria:

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da Radio Onda Rossa

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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