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Inauguriamo una nuova stagione di lotte al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della Next Elettronica di Piano Lago!

Riceviamo e pubblichiamo volentieri…

da Addùnati

Il sogno e la lotta sono due facce della stessa medaglia. Scaturiscono da una percezione della realtà come stato delle cose da modificare profondamente e da una volontà di cambiare radicalmente ed eversivamente lo status quo.

Con questo articolo vogliamo raccontarvi la storia di una realtà che ancora una volta si è dimostrata ingiusta, incompleta e imperfetta; ma è anche la storia di un sogno che, trasformandosi in lotta, può diventare una realtà nuova. Stiamo parlando della NEXT ELETTRONICA SpA, la prima fabbrica calabrese interamente rilevata da lavoratori e lavoratrici.
Abbiamo deciso di contattare uno dei primi sostenitori di questo sogno, Pietro Aiuola. Socio lavoratore della fabbrica, Pietro con la sua passione e la sua rabbia è riuscito a rendere il loro obiettivo anche il nostro e di tutti quelli che credono in una nuova società da ripensare radicalmente fin dalle fondamenta.
Questo sogno nasce nel 2020 (in piena pandemia COVID 19), in un piccolo paese della provincia di Cosenza: parliamo del comune di Mangone e, nello specifico, del quartiere e Zona industriale di Piano Lago. Questa piccola realtà ospitava allora l’ azienda Freelink Italia specializzata nella produzione di schede e apparati elettronici, settore strategico carente non solo nella Calabria ma in tutta Italia. Nello specifico l’azienda, costola produttiva di una holding con sede in Lombardia, era in grado di occupare più di cinquanta lavoratori fissi, a cui si aggiungevano con continuità operatori a chiamata. Parliamo di un complesso industriale che superava dunque il centinaio di occupanti, con una brevettazione di livello altissimo e commesse italiane ed estere. Nel 2018, la Proprietà del gruppo annuncia l’intenzione di cedere i suoi rami produttivi a un gruppo di investitori. Questi, a seguito di una lunga ed estenuante trattativa conclusasi con la perdita del maggiore cliente, decidono di non procedere all’acquisizione della Freelink Italia, obbligando così la Proprietà ad aprire una procedura di concordato preventivo e, in seguito, di fallimento volontario. Lavoratrici e lavoratori di un’azienda che rappresentava ormai il cuore pulsante dell’economia nella provincia cosentina vengono così lasciati in mezzo a una strada.


In un primo tentativo di superare la crisi con l’intervento delle Istituzioni sono stati contattati LEGACOOP, un’associazione nazionale che si occupa del sostegno e della tutela delle cooperative italiane, e il CFI, un fondo d’investimento che fa capo al Ministero della Sviluppo Economico (oggi: MIMIT). Il contatto è avvenuto attraverso l’iniziativa diretta della FIOM-CGIL di Cosenza e dell’ allora Assessora al Lavoro della Regione Calabria, Angela Robbe, in forza al suo mandato al momento dei fatti.


In una serie d’incontri nei giorni successivi, l’Assessora Robbe e Maurizio De Santis, responsabile delle Cooperative Industriali di Legacoop Produzione e Servizi, hanno presentato ai dipendenti della Freelink e al sindacato della FIOM-CGIL, la «meravigliosa» opportunità di costituire una cooperativa WBO (Workers Buy Out) attraverso una serie di strumenti finanziari che sarebbero stati attivati per rilevare lo stabilimento e rilanciare le attività. Il Dott. De Santis, non solo rappresentante di Legacoop, ma anche componente del Consiglio d’amministrazione del C.F.I. si rendeva da subito convincente illustrando nei dettagli come la Ex-Legge Marcora, implementata e potenziata dagli ultimi interventi normativi, rappresentasse un valido strumento per promuovere la nascita e lo sviluppo di società cooperative di piccola e media dimensione ma, soprattutto, come nel “mondo delle Cooperative” ci fossero già delle grandi aziende interessate a collaborare con realtà come la Ex Freelink Italia.
A partire da questa proposta ha preso piede il sogno di sedici dipendenti della vecchia ditta: unendo i loro TFR e le loro NASPI, ed affidandosi all’appoggio del proprio sindacato (la CGIL), hanno scelto di prelevare la fabbrica e di fondare la NEXT ELETTRONICA S.p.A, prima fabbrica/Cooperativa WBO calabrese interamente prelevata dai soci-lavoratori. Come si evince dalla relazione redatta dalle lavoratrici e dai lavoratori delle Next, l’obiettivo della neo-cooperativa era quello di «riprendere la precedente attività, ovvero, la progettazione e la produzione di schede ed apparati elettronici». Dall’insieme dei fondi messi a disposizione da ogni socio lavoratore, la neocostituita Cooperativa partiva da un capitale di partenza di 320.000 euro (20.000€ per ciascun socio-lavoratore). In aggiunta a questo primo blocco economico, il programma iniziale per il rilancio dell’attività produttiva, concordato dai soci lavoratori e dall’allora quadro dirigente di LEGACOOP, prevedeva assieme al primo blocco economico messo a disposizione dai lavoratori, «una somma quasi equivalente da parte del CFI per il suo ingresso nel capitale sociale in qualità di socio-sovventore che, grazie al finanziamento con decreto “Ex-Marcora”, si sarebbe moltiplicato fino a 5 volte, facendo raggiungere alla cooperativa un budget di circa 2.100.000,00 euro».
Fin da subito qualcosa non va come dovrebbe e, immediatamente dopo la costituzione della Cooperativa, ecco che il programma di finanziamento viene completamente stravolto sia nel metodo che nella sostanza, ossia nel suo importo definitivo.


Ancora oggi i Soci Lavoratori della NEXT ELETTRONICA non hanno mai avuto sufficienti spiegazioni in merito al modificato piano di finanziamento che da subito si è dimostrato inappropriato ma, soprattutto, non sufficiente per rilevare l’opificio e adeguare gli stessi impianti di produzione alle recenti normative: anzitutto invece del finanziamento con la Ex Marcora, gli organizzatori di questo progetto hanno messo a disposizione uno “spezzatino” di finanziamenti a tassi d’interesse e modalità di restituzione del tutto diversi rispetto alla Ex Marcora. Per completare l’acquisto dei beni dal fallimento, si è arrivati addirittura a “costringere” i Soci-Lavoratori della Cooperativa a far ricorso ad un Leaseback con una finanziaria che nulla aveva a che fare con la Ex Marcora e col progetto iniziale, almeno per come era stato loro esposto e concordato.
Malgrado ciò, i Soci-Lavoratori hanno deciso di non rinunciare al loro progetto dal momento che rimaneva ancora viva la speranza che, almeno per la sua parte “industriale”, ossia per quelle tanto decantate collaborazioni con le più importanti Cooperative ed aziende vicine al “mondo” LEGACOOP, si aprisse una nuova e concreta fase di collaborazione che desse finalmente il via alla produzione. Ma neanche questo è accaduto… ANZI! È Soprattutto nella sua parte industriale, ciò che più di ogni altra cosa aveva convinto i Soci-Lavoratori ad avviare la loro Cooperativa, proprio in quell’ambito, il “mondo” vicino a LEGACOOP ha tradito le attese.

E così, tra le tante difficoltà e le mancate promesse, si arriva fino ai giorni nostri, dove i Soci “sovventori”, in particolar modo il C.F.I. che gestisce i WBO per conto del Ministero delle attività produttive (MIMIT) dicono “NO” all’ennesimo appello di aiuto, arrivando al paradosso che, per poche migliaia di euro, si finisce per vanificare anche l’ultima possibilità di Partnership con un’altra azienda calabrese, anch’essa di recente costituzione, per una importante produzione di apparati elettronici volti alla salvaguardia del patrimonio boschivo.
Per tale ragione i Soci-Lavoratori, ormai stanchi ed impossibilitati a proseguire in queste condizioni, chiedono ancora una volta l’intervento delle ISTITUZIONI e lo fanno anche andando oltre il solito canale sindacale della FIOM-CGIL che, almeno fino ad oggi, pur seguendo costantemente e da vicino ogni momento di questa triste vicenda, ha dimostrato evidenti difficoltà nel muovere azioni e nel criticare aspramente quanto fatto, o meglio, NON fatto dagli organizzatori WBO che nel tempo si sono avvicendati.


Dice Pietro Aiuola, socio e Presidente della Cooperativa: «È da maggio del 2022, ovvero da quando il C.F.I. ha deciso di non concedere l’ultima richiesta di finanziamento con la Ex legge Marcora, che stiamo chiedendo un tavolo al Ministero di competenza e purtroppo, ogni nostro appello si è perso nel vuoto. A noi sembra impossibile vedere chiudere uno stabilimento che opera in un settore altamente strategico come quello dell’elettronica. E così, mentre nel Nord-Italia s’investono miliardi per potenziare le aziende che operano in questo settore, al Sud, sotto gli occhi di TUTTI, si lascia perdere nel “nulla” del nostro già povero tessuto industriale, una enorme occasione di rilancio per tutto il territorio calabrese. Per questo motivo, come ultimo atto di resistenza, nelle prossime giornate daremo il via ad una intensa campagna d’informazione che interesserà i maggiori media locali e nazionali ed insieme a tutti i Sindaci, politici, associazioni e cittadini del territorio che già di recente abbiamo incontrato, metteremo in campo le nostre migliori energie nel tentativo “disperato” di SVEGLIARE in tempo utile l’interesse politico nazionale verso una Calabria che non merita questo martirio e verso i Lavoratori della NEXT ELETTRONICA che ora, oltre al proprio impiego, rischiano d’incorrere anche in una procedura di Liquidazione o ancor peggio, di Fallimento».


La vertenza dei Soci lavoratori della NEXT ELETTRONICA è stato oggetto di interesse da parte del nostro collettivo già precedentemente. Nello specifico, ciò che più ci premeva denunciare era lo stato di totale passività che la società civile e le istituzioni politiche calabresi avevano dimostrato nei confronti di una realtà nuova che avrebbe le capacità di scardinare le logiche di produzione che dominano il settore industriale italiano. Quest’ultimo è stato oggetto negli ultimi trent’anni di un processo di smembramento suicida e continuativo, per volere non solo dei proprietari delle aziende (interessati a delocalizzare i propri complessi industriali in realtà dove il costo del lavoro è meno gravoso per le casse padronali), ma anche dei sindacati confederali, interessati più a “battersi” attraverso comunicati stampa e tavole di trattative piuttosto che attraverso nuove modalità conflittuali da proporre alla luce di una società radicalmente cambiata e in costante mutamento.


La stessa Università della Calabria, sia per l’ottimo stato della propria facoltà di ingegneria, sia per la vicinanza geografica rispetto al polo industriale di Piano Lago, non può rispondere con il silenzio a una vertenza dalla cui riuscita potrebbe passare la rinascita economica e industriale di una regione che si presenta come il fanalino di coda economico italiano ed europeo. Questo discorso, del resto, si inserisce perfettamente nel dibatto che prende costantemente sempre più piede all’interno del movimentismo nel Sud Italia: parliamo del dibattito venutosi a creare in seguito al passaggio parlamentare della legge sull’Autonomia Differenziata, una normativa divisiva che oltre che ledere i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione antifascista del nostro paese, rischia di rendere ancora più gravoso e irrisolvibile lo squilibrio economico-sociale italiano.
Alla luce di tutte le questioni innalzate, il nostro invito è rivolto a tutte le forze politiche, sociali e culturali che hanno a cuore il diritto al lavoro, ben consci di dover proporre, allo stesso tempo, una nuova modalità produttiva che metta al centro il benessere innanzitutto delle lavoratrici e dei lavoratori e subito di seguito il progresso economico e sociale delle regioni italiane rimaste indietro. L’invito che vogliamo proporre è quello di inaugurare, attraverso la vertenza delle operaie e degli operai della NEXT ELETTRONICA, una nuova stagione di lotte attraverso cui la Regione Calabria (non solo come istituzione, ma come insieme delle forze sociali e civili) possa tornare ad essere padrona del proprio destino
INSORGERE PER CONVERGERE, CONVERGERE PER VINCERE.

Soci e Socie della Cooperativa NEXT ELETTRONICA
Collettivo Politico “Addùnati”

Di seguito pubblichiamo la lettera aperta delle lavoratrici e dei lavoratori indirizzata alla politica calabrese

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