Parma: trentuno lavoratori licenziati «per aver scioperato»
Tutti iscritti all’Adl Cobas, lottavano per diritti e salario. La cooperativa «li ha già sostituiti con altri lavoratori asiatici»
di Massimo Franchi da Osservatorio Repressione
Trentuno lavoratori licenziati a Parma dalla cooperativa Md service del consorzio Cisa «per aver scioperato». Tutti migranti, quasi tutti africani e tutti iscritti al sindacato Adl Cobas. Già «sostituiti con altri lavoratori asiatici».
È l’esito – «scontato» – della vertenza partita a maggio ai magazzini di via dell’Industria, importante centro logistico nella filiera di Coop Alleanza 3.0. Il magazzino, inaugurato nel marzo 2020, è gestito – come moltissimi in Italia – con il classico meccanismo di appalti, subappalti fra cooperative.
Il sindacato Adl Cobas ha lottato duramente per riconoscere diritti e contratto ai 150 dipendenti della cooperativa che ha il subappalto dalla Kamila del gruppo lombardo Italtrans. «Caporalato, doppi turni, contratti a termine al 70%, inquadramenti scorretti con paghe sotto gli 8 euro», denuncia Stefano Re dell’Adl Cobas. Dopo i primi scioperi, a luglio i lavoratori avevano strappato importanti riconoscimenti su stabilizzazioni, diritti e contratti, «nonostante il contratto peggiorativo firmato dalla Fit Cisl con la cooperativa».
Ma con il passare dei mesi la cooperativa Md service ha iniziato a rispondere con la via disciplinare: prima contestazioni e poi sospensioni dal lavoro dei soli iscritti all’Adl Cobas.
Il presidio permanente scattato lunedì non ha fermato l’azienda. Ieri alle 13 è arrivata la notizia delle pec che contengono il licenziamento.
«Si tratta di un atto gravissimo e senza precedenti – commenta Stefano Re – . C’è una responsabilità di Coop Alleanza 3.0 visto che è l’unico committente. Andremo avanti con la lotta sindacale, politica e giudiziaria. Ci fa forza la solidarietà che oggi abbiamo avuto dai lavoratori di altri magazzini che ci hanno aiutato, assieme a ragazzi dei movimenti di Parma, a bloccare gli ingressi del magazzino fino a sera», conclude Re.
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