InfoAut
Immagine di copertina per il post

Radio Onda Rossa

22 gennaio 1980

Il 22 gennaio 1980 a Roma la polizia, su mandato del giudice Priore, procedette alla chiusura della sede di “Radio Onda Rossa” in Via dei Volsci 56 e all’arresto di Claudio Rotondi, Vincenzo Miliucci, Giorgio Trentin e Osvaldo Miniero, tutti redattori dell’emittente.

Tra gli obiettivi della magistratura figuravano anche i nomi di Riccardo Tavani e Giorgio Ferrari, i quali riuscirono però a sfuggire all’operazione rendendosi latitanti.

Durante gli anni precedenti l’emittente, fondata nel maggio del ’77 su iniziativa di un gruppo di militanti di Autonomia Operaia, era già incorsa in altre operazioni repressive che si traducevano in arresti e chiusure preventive che miravano a contenere il diffondersi di una voce da molti ritenuta scomoda e pericolosa in quanto voce di riferimento per il movimento di quegli anni.

L’intervento del 22 Gennaio fu conseguenza dello sviluppo del cosiddetto teorema Calogero (dal nome dell’allora sostituto procuratore che lo formulò), secondo cui l’Autonomia Operaia rappresentava la testa pensante delle Brigate Rosse; le accuse a carico degli arrestati furono infatti di ‘istigazione a disobbedire alle leggi dello Stato’ e di ‘apologia di delitti’, reati commessi, stando agli atti della magistratura, diffondendo radiofonicamente comunicati delle BR e diffamando continuamente lo stato, la magistratura e le forze di polizia.

Il giorno successivo l’operazione venne salutata con favore da molti quotidiani nazionali che, con ingenuo entusiasmo, credevano di ravvisare in essa la fine del movimento del ’77 (L’Unità titolò in prima pagina “Chiusa l’ultima voce dell’Autonomia”).

La chiusura e gli arresti, tuttavia, non rappresentarono la fine dell’esperienza di Radio Onda Rossa; nei giorni successivi all’operazione un ascoltatore scrisse: “..per me ascoltare Onda Rossa era come sentire la mia voce più forte, come un megafono…ecco il megafono del movimento! Adesso che è stata chiusa, il movimento deve essere la voce di Onda Rossa, perché si continui a sentire nelle case e nei posti di lavoro”.

In un comunicato diffuso dai Comitati Autonomi Operai si legge inoltre: “Con la chiusura di Radio Onda Rossa e l’arresto dei compagni Trentin, Miniero, Rotondi e Miliucci, in troppi credono di aver quadrato il cerchio e di essersi tolti dallo stomaco la scomoda preoccupazione dell’Autonomia Operaia. […] L’intera operazione costituisce, per il momento, l’ultimo episodio di un processo iniziato da tempo…; essa chiarisce perfettamente bene che, democraticamente parlando, un regime dominato da una legislazione speciale totalizzante e universalmente repressiva può tranquillamente convivere con la partecipazione sempre più organica di partiti come il Pci e il Psi e dei sindacati alla gestione della dittatura capitalistica. Abbiamo sempre ribadito che ai proletari e a noi la clandestinità non piace e che non offriremo comunque questo regalo ai padroni e al loro stato; oggi, di fronte a questa sbracata operazione, non solo riconfermiamo questa linea di condotta, ma valutiamo che la partita non è affatto conclusa, che anzi, esistono le condizioni per un’ampia mobilitazione di tutti i settori del fronte di classe”.

Ed infatti il sostegno di chi fino a quel momento aveva trovato nell’emittente un mezzo per dar forza alla propria voce si concretizzò in una grande assemblea pubblica cittadina il 25 Maggio, al teatro Centrale di Roma, che determinò la riapertura della radio e la liberazione degli arrestati nel mese di agosto.

Con la scarcerazione dei quattro redattori si palesò dunque l’infondatezza e la natura unicamente repressiva dell’operazione giudiziaria nei confronti di Radio Onda Rossa, così come di quelle che si erano susseguite negli anni precedenti, conclusesi tutte con l’assoluzione degli imputati.

Nonostante i numerosi attacchi subiti e i tentativi di oscuramento del segnale da parte di Radio Vaticana, la voce di Radio Onda Rossa non si è mai spenta e continua ancora oggi a rappresentare “un segnale che disturba”.

Guarda “montato_ROR_alfio“:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il Collettivo Faggio incontra le lotte territoriali

Invitiamo a un importante appuntamento organizzato insieme al Collettivo Faggio che si organizza all’interno dell’Università di Agraria e Veterinaria a Torino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 DICEMBRE 2024: MANIFESTAZIONE POPOLARE NO TAV – ORE 14 PIAZZA D’ARMI, SUSA

A quasi vent’anni dall’8 dicembre 2005, il Movimento No Tav attraverserà di nuovo le strade ed i sentieri della Valsusa che con determinazione e coraggio difende da tanto tempo. Con un occhio al passato, per custodire ciò che la lotta insegna, ed un occhio al presente, per rafforzare le ragioni e la pratica che da […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

VALDITARA NON POTRÀ PATRIARCARE PER SEMPRE! DIMETTITI. VERSO E OLTRE IL 25 NOVEMBRE, PER UNA SCUOLA ED UN’UNIVERSITÀ TRANSFEMMINISTA

Riprendiamo il comunicato di ZAUM: Noi, student3 dei licei e delle università, non possiamo restare in silenzio di fronte alle gravissime dichiarazioni del Ministro “dell’Istruzione e del Merito” Giuseppe Valditara, rilasciate la settimana che precede il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere. Affermazioni che riducono il patriarcato a una “questione ideologica”. Vogliamo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sardegna: sgomberato il presidio “La rivolta degli ulivi”

Sgombero di polizia in corso questa mattina a Selargius, nel Cagliaritano, del presidio permanente “La rivolta degli ulivi” sorto per contestare il cavidotto elettrico “Tyrrhenian Link” tra Sardegna e Sicilia. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Nessun bacino a Saint-Sauvan, uno sguardo sulla marcia popolare e contadina

Sabato 16 novembre 2024, nonostante il freddo e i blocchi stradali della gendarmeria, quasi 1.000 persone hanno manifestato a Saint Sauvant contro i mega bacini e a favore di un’equa condivisione dell’acqua, in risposta all’appello lanciato dai collettivi Bassines Non merci, A l’eau la Vonne e dalla Confédération Paysanne.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Incontro a Imperia: contro il progetto di parco eolico simbolo concreto della speculazione energetica

Il Comitato di InterVento Popolare organizza una serata di confronto sul progetto di parco eolico “monti Moro e Guardiabella”, per unire i saperi e costruire una rete di realtà pronte a difendere i propri territori contro progetti inutili, dannosi e imposti dall’alto.