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Il nuovo Governo provvisorio in bilico

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Le disastrose conseguenze della guerra, intanto, causano la seconda “vittima” istituzionale: Miljukov, ministro degli esteri, si dimette il 3 maggio, costringendo il ministro degli Affari esteri Tereščenko ad interrogare gli Alleati sui reali fini di una guerra completamente degenerativa per il popolo russo.

Il mese di maggio 1917 si apre con un’importante decisione del comitato esecutivo del soviet dei deputati operai e soldati di Pietrogrado: quattro rappresentanti del soviet entreranno a far parte del governo. Questi prederanno parte ad un gabinetto moderato di coalizione che verrà creato il 2 maggio dopo una trattativa dei partiti conciliatori del comitato esecutivo del soviet di Pietrogrado e del Governo provvisorio, quest’ultimo costantemente sotto pressione a causa della sua composizione piccolo borghese. Nel frattempo a Mosca cominciano i lavori per ampliare la composizione culturale ed etnica dei nuovi organi rivoluzionari, con la prima apertura del soviet dell’Estremo Oriente e del primo congresso dei musulmani di Russia. Il 3 maggio seguirà l’apertura del congresso dei deputati contadini di Russia a Pietrogrado.

Il Governo provvisorio di coalizione si forma il 5 maggio, e subito si premura di assicurare gli Alleati che non firmerà paci separate per placare gli animi di quelle potenze europee che, disinteressate alla rivoluzione, pensano soltanto a come incrementare i propri profitti di guerra sulle spalle dei proletari. Appena due giorni dopo si svolge la Conferenza dei menscevichi di Russia, che adotta, senza pensarci due volte, una risoluzione che appoggia completamente il Governo provvisorio. Contemporaneamente, la Conferenza dei socialdemocratici unificati (“mežrajoncy”) della città di Pietrogrado, adotta una risoluzione che, all’opposto, si oppone duramente al gabinetto di coalizione.

Sul fronte invece, l’irrequietezza dei soldati sta raggiungendo il limite. La notizia della nota di Tereščenko ha dato un seppur lieve barlume di speranza sulla conclusione della guerra, ma le decise risposte di Francia e USA gettano un’ombra cupa sulle trincee. I Bolscevichi hanno da poco cominciato a distribuire la Okopnaja Pravda (La verità delle trincee), per coinvolgere maggiormente i soldati nel processo rivoluzionario, ma i graduati dell’esercito sono del parere opposto: il maggiore Denikin propone la creazione di nuove formazioni d’assalto sul fronte settentrionale, mentre i commissari del fronte sud-ovest decidono di rafforzarlo con l’invio di nuovi “volontari”.

L’ambivalenza del nuovo Governo si mostra a tutti gli effetti il 16 maggio, quando gli Stati Uniti gli accordano un prestito da 100 milioni di dollari per far fronte alla crisi politica ed economica del paese. Le risposte non tardano ad arrivare. Il 31 di maggio la conferenza dei comitati delle officine e delle Fabbriche di Pietrogrado adotta la risoluzione presentata da Lenin sulle prime misure da prendere per lottare contro la disorganizzazione economica. Nello stesso giorno, il Comitato centrale del Partito bolscevico adotta una risoluzione sulla presa di “tutto il potere da parte dei soviet”.

Guarda “Storia della rivoluzione russa. Parte 2: la rivoluzione di febbraio“:

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