Il 31 dicembre è stata una giornata di lotta nella città di Roma. Cominciata la mattina fuori le mura del carcere di Rebibbia e continuata il pomeriggio in vicolo della moretta in solidarietà alla lotta di Alfredo Cospito.
Si tratta del sesto suicidio registrato, nel corso del 2022, nel penitenziario lombardo. Sfiorano così quota 90, un macabro record, i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane.
Ricordiamo tutti la mattanza compiuta all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere quando 283 agenti di polizia entrarono all’interno del reparto Nilo del carcere Francesco Uccella armati di caschi, manganelli, alcuni a volto coperto, irrompendo nelle celle dei detenuti e prestando chiunque fosse presente.
Riceviamo una bella notizia: i quattro giovani studenti arrestati l’11 maggio scorso a Torino, a seguito della manifestazione che indicava in Confindustria la responsabilità della morte di Giuseppe e Lorenzo in alternanza scuola-lavoro, sono finalmente liberi.
82 suicidi nel 2022, detenuti che avrebbero dovuto scontare pochi mesi, detenuti ancora in attesa di giudizio, detenuti con fragilità psichiche. Appesi ai lenzuoli, imbottiti di farmaci, inalano bombolette del gas. Un record che è una strage.
Ancora Cospito: nelle stesse ore della Cassazione, il Tribunale di Sorveglianza ha respinto il reclamo contro il 41bis, la tortura di Stato chiamato eufemisticamente “carcere duro”, a cui resta quindi sottoposto nel penitenziario di Bancali, in provincia di Sassari.
Ieri a Torino è andata in scena l’ennesima lunga giornata di resistenza contro il tentativo di Questura e Procura torinese di gettare discredito e soffoccare le lotte di Askatasuna, del Movimento No Tav e dello Spazio Popolare Neruda.
Lo scorso ottobre il governo greco presieduto dal partito di destra Nea Demokratia ha votato una serie di modifiche al codice penale nazionale sotto spinta dell’UE e della Corte Europea.
Nell’anno del record di suicidi in galera (78 fino ad ora) anche il carcere cittadino Lorusso e Cutugno ha pagato il suo contributo di sangue: sono 4 le persone che si sono tolte la vita e molte di più quelle che ci hanno provato.
Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa lettera aperta rivolta al corpo accademico della Sapienza da parte della componente studentesca sul regime di detenzione del 41-bis.