Riceviamo e pubblichiamo volentieri un contributo che analizza la questione del rigassificatore di Vado Ligure.
Questo nuovo rapporto, intitolato “Distruttori del Pianeta: come i piani di estrazione di petrolio e gas di 20 paesi rischiano di bloccarci nel caos climatico”, viene pubblicato pochi giorni prima del vertice del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, “Climate Ambition Summit”, a New York, dove più di 10.000 persone marceranno per protestare contro l’inazione verso i combustibili fossili.
Il report annuale sulle principali multinazionali curato dal CNMS (Centro Nuovo Modello di Sviluppo)
In Liguria, e più precisamente a Vado Ligure, è in corso un interessante caso di democrazia dal basso.
A L’Aia, nei Paesi Bassi, 10.000 persone si sono riunite per bloccare un’autostrada che conduce alla città.
Migliaia di persone si sono radunate sulle spiagge tra Albissola e Spotorno per dire no all’arrivo della Golar Tundra che nel 2026 dovrebbe essere trasferita da Piombino a 4 km dalla costa di Vado e a 2,9 da quella di Savona, per 17 anni.
Uno studio sottoposto a revisione paritaria conclude che il 94% dei crediti per la deforestazione dichiarati dal più grande fornitore di compensazioni sono privi di valore.
Si stima che in un solo ettaro del parco Yasunì ci siano più specie animali che in tutta l’Europa e più specie vegetali che in tutto il Nord America.
Per il terzo anno consecutivo, dal 1° al 6 agosto, si è svolto a Cala dei Ginepri, Costa Merlata (Brindisi), l’Ostuni Climate Camp: una iniziativa promossa dalla Campagna nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile, una rete che comprende associazioni e comitati che da anni si battono per la salvaguardia dell’ambiente e contro i cambiamenti climatici.
Le aziende produttrici di combustibili fossili pagano gli influencer per fare pubbliche relazioni. Sfortunatamente, sta funzionando