Oggi, in questo momento, il Messico è giunto ad un limite, un limite che sembra sempre lontano finché un proiettile esploso dall’alto non fa detonare la rabbia del Messico dal basso.
La difesa è primariamente una difesa organizzata su base comunitaria dalle conseguenze nefaste che l’applicazione del concetto neo-coloniale di “area protetta” produce nella vita quotidiana delle comunità che abitano ancestralmente i territori in questione.
È una sentenza politica perché prescinde dai principi fondamentali di un dovuto processo, sottraendosi alle regole che garantiscono il diritto alla difesa nel quadro di un procedimento accusatorio garantista.
Lo scorso 20 dicembre ne è stato liberato uno, Isaías Gallardo, ma sono ancora in sei ad attendere giustizia. Sono vittime di un vero e proprio montaggio giudiziario per essersi difesi dai cacicchi e dagli attacchi della politica tradizionale dello Stato di Oaxaca. di David Lifodi, da La Bottega del Barbieri È stato scarcerato lo […]
Il presidente Gustavo Petro ha informato che contadini e indigeni che hanno protestato contro l’impresa petrolifera Emerald Energy nel sudest della Colombia, ieri hanno liberato i 78 poliziotti e i sei dipendenti dell’impresa multinazionale che avevano bloccato l’altro ieri per più di 30 ore.
Il presidente della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador, Leónidas Iza, ha denunciato l’esistenza di pedinamenti e vigilanza sui dirigenti indigeni ecuadoriani. Il dirigente delle Relazioni Internazionali della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (CONAIE), Eduardo Mendúa, è stato assassinato domenica da sicari all’interno della sua abitazione, ha denunciato l’organizzazione sociale. Secondo i messaggi pubblicati nelle reti […]
Hanno avvertito che non lasceranno che i militari prendano il controllo dei loro paesi e hanno affermato che l’unica via d’uscita in questo caso sarebbe una “guerra civile”.
“Tutti siamo uno solo per questa causa. Tutti vivremo o tutti moriremo”. Gridano le donne ayamara a Puno salutando le carovane che partono verso Lima. “Non permetteremo che ci calpestino come nel passato”.
Il governo di Lula deve realizzare, nel primo mese del suo mandato, la demarcazione di terre indigene che avevano già pronta tutta la documentazione di omologazione, in attesa della misura, da parte del governo di Bolsonaro.
Il fondo del conflitto tra il popolo Mapuche e lo Stato del Cile è in relazione alle terre in disputa che oggi sono in grande proporzione nelle mani di un sistema di produzione forestale a carattere estrattivista, avallato e sussidiato dallo stato.