Ascoli Piceno, striscioni in città dopo l’aggressione fascista
questi e tutta una serie di messaggi murali avvistati negli scorsi giorni in vari punti del capoluogo piceno rendono bene la misura dell’esasperazione della comunità locale davanti all’ennesima aggressione fascista – avvenuta nella notte tra il 10 e l’11 agosto scorso (durante la kermesse della “Notte dei Colori”, promossa dall’amministrazione comunale) e costata la perdita di un occhio a R.V. un ragazzo molto conosciuto nel suo quartiere e frequentatore dello stadio, sfregiato da una bottiglia.
Un tentativo di rivalsa del gruppetto di fascistelli del Bolide, la locale sezione di Casa Pound, e dei loro amici romani davanti a chi aveva osato metterli al posto loro; iniziato male, con la loro messa in fuga, e conclusosi peggio, tra le dissociazioni di rito (nonostante la militanza poundina dell’aggressore F.S.S. sia comprovata da numerose foto e riscontri) dell’”associazione di promozione sociale” e la chiusura temporanea della sede fascista nei giorni successivi per evitare rappresaglie.
E nel mirino degli antifascisti finisce anche la giunta del sindaco pidiellino Castelli: promotrice di tutta una serie di ordinanze antidegrado, tanto nostalgiche della stagione dei sindaci sceriffo e nemiche della socialità cittadina quanto inefficaci ad evitare da una parte il proliferare sui muri ascolani di celtiche e scritte inneggianti al fascismo, e dall’altra il ripetersi delle aggressioni squadriste, mai censurate. Al contrario, ampio supporto è stato dato da Castelli alle tartarughe, con la partecipazione di esponenti dell’amministrazione comunale ai dibattiti organizzati da Casa Pound in città ed il patrocinio alla mostra nostalgica “Ascoli Città Fascista”.
Un’opera di instancabile legittimazione dell’agibilità dei fascisti del terzo millennio nella città medaglia d’oro della Resistenza – di una destra attenta e compiacente verso il nuovo soggetto politico nero di Marcello Veneziani. Ma la cui arroganza e malgoverno incontrano le forti contestazioni della popolazione locale e degli antifascisti solidali – che lo scorso 25 aprile hanno impedito alle autorità di prendere la parola durante la commemorazione dei fatti di Colle San Marco.
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