Brescia, la piazza di maggio che ci piace
Bello l’ingresso in piazza almeno tanto quanto è stato odioso il divieto della questura di entrarvi.
“Gli antagonisti fuori!” era la premessa con cui si è arrivati al 28 Maggio 2012.
Il corteo del Kollettivo Studenti in Lotta e di Magazzino 47 ha un obiettivo dichiarato, oltre a ciò che riguarda la commemorazione e l’esercizio della memoria: “Cancellieri go home”; nell’anno della definitiva assoluzione di ogni indagato, nell’anno in cui lo stato si assolve di nuovo…In Piazza della Loggia presenzia un ministro del governo che sta distruggendo a colpi di austerity studenti, lavoratori e precari.
Fino alle 11.10 il ministro è in piazza. Il corteo avanza a passo svelto: sembra non volere che l’indesiderato ospite scappi senza salutare.
Durante il percorso, in particolare dopo una breve tappa al tribunale, la questura cerca in ogni modo di rallentare il corteo con la marcia lentissima dei molti agenti della celere, in alta divisa per l’occasione.
Ma un corteo che si ingrossa durante il proprio percorso e che arriva ad oltre settecento antifascisti avanza scandendo slogan tra bandiere “NO TAV” e due striscioni: “28 Maggio 1974 – 2012. La memoria è viva solo nelle lotte del presente. Cancellieri go home” e “Fermiamo la strage, contro la crisi basta vittime: lotta sociale!”.
Fino all’ingresso di Piazza della Loggia il percorso è assolutamente autorizzato; eppure sono continue le provocazioni della polizia. Fino a Corso Matteotti dove, nel primo tratto, in cui la via è stretta e senza negozi, lontano da scomodi testimoni oculari, i celerini si schierano in assetto antisommossa bloccando di fatto il corteo. Ne nasce una prima carica respinta con decisione dal corteo.
Corteo che riparte compatto, aperto ora da diversi cordoni formati a protezione.
La scena diviene ancor più fastidiosa quando inizia ad intravedersi Piazza della Loggia: uno sbarramento inaccettabile di transenne, poliziotti e carabinieri. Presto le centinaia impattano, spingono per entrare in piazza. La questura invece difende il fortino, difende le istituzioni stragiste dentro la piazza tenendo più lontani possibile gli antifascisti.
Ma il tentativo sbirresco dura poco: presto anche la base della FIOM, già all’interno del comizio, insorge contro la scellerata decisione ed i cordoni di celere vengono superati dal corteo antagonista.
L’ennesima narrazione che racconta di un governo che ormai non può che temere ogni piazza ed armare le proprie truppe…
Dunque…
Bello! Il bello per noi sta sempre in questo: scoprire che una piazza, fatta di tante storie, può respirare all’unisono e ricostruire un tempo, una memoria, un percorso comune che la storia ufficiale di chi parla nei comizi ha calpestato. Questo restituisce davvero alla collettività il significato di vivere in modo differente, insieme, solidali e complici. Questa bellezza è più forte di qualsiasi manganello e piega qualsiasi scudo, riscoprendo e rivelando quanta forza detiene l’agire collettivo, che potenza abbia un’intesa perfetta. La società della divisione, del senso di colpa, dei sacrifici, della crisi finanziaria ha deciso che il 28 Maggio 1974 in Piazza della Loggia non è successo niente. La rabbia della piazza ha stabilito che in Piazza della Loggia non c’è spazio per la giustizia di chi ha un ordine da difendere; in questo giorno, soprattutto, la piazza è di chi lotta per un esistente diverso.
Domani, 29 Maggio, conferenza stampa alle ore 15 a Radio Onda d’Urto. Per smascherare la versione assurda e bugiarda che la questura sta diffondendo sulla mattinata
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