
Comunicato sull’aggressione al nostro compagno antifascista del 2 dicembre 2012 presso la metro della Stazione Centrale di Milano

Perchè questo parallelismo?
 Perchè la ferita aperta dieci anni fa nell’antifascismo militante ancora  sanguina e la nostra determinazione insieme alla ricerca delle  responsabilità di coloro che inneggiano a violenza, razzismo, omofobia e  squadrismo sono diventate perentorie.
 La cultura dei coltelli porta morte e i luoghi che la diffondono  sono sempre più numerosi e chiari. Nonostante gli appoggi della destra  istituzionale milanese e lombarda, non riusciranno a spogliarsi delle  responsabilità politiche che hanno avuto in questa vicenda. Le sedi squadriste dei fascisti devono essere chiuse, senza se e senza ma, senza la minima tolleranza.
Oggi non piangiamo un compagno come dieci anni fa solo per il “caso”.
 Il nostro compagno è fisicamente imponente; la sua “pellaccia” ha resistito e solo la fortuna non ha portato al peggio.
 Vogliamo chiarire qualche punto rispetto all’accaduto di  domenica nella metro della Stazione Centrale alle ore 16:15 circa, tra i  due boneheads e il militante antifascista. Senza scendere nei  dettagli, lavoro che lasciamo agli inquirenti (verso cui la fiducia è  limitata), riteniamo altresì fondamentale dire due parole agli amici,  amiche, compagni, compagne e a tutti coloro che in questi anni abbiamo  conosciuto e con cui abbiamo coltivato forti legami.
 I nazifascisti erano due, hanno ingaggiato un corpo a corpo sulla  banchina della metro verde, accoltellando con 3 colpi d’arma bianca il  nostro compagno, fendenti che hanno causato lacerazioni di fasce  muscolari addominali e sfiorato per pochi millimetri l’arteria aorta.
 I due hanno inseguito il ferito fino alla banchina della metro gialla,  sempre nella Stazione Centrale, rimostrando le armi e cercando di  infliggere altri colpi, il tutto verosimilmente sotto le telecamere di  videosorveglianza. Per fortuna, il nostro compagno ha trovato riparo in  un bar.
 Lasciamo a voi altre interpretazioni legate alle documentazioni reali di  medici e prove video che andranno a incidere sulla lealtà e l’azione di  questi due individui.
Il punto che sottolineiamo è che non ci interessa catalogare questi personaggi in una o in un’altra squadraccia milanese: restano membri della stessa servitù fascista.
SENZA MEMEMORIA NON C’E’ FUTURO, CONTRO IL FASCISMO TOLLERANZA ZERO
I compagni e le compagne di Dax – Milano, 5 dicembre 2012
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