Cremona antifa: confermate le condanne per devastazione e saccheggio
È arrivata nella giornata di ieri la sentenza della Cassazione in merito al processo contro tre compagni, accusati dell’infame reato di devastazione e saccheggio, in seguito alla grande manifestazione antifa di Cremona dello scorso 24 gennaio 2015.
La Corte ha rigettato i ricorsi proposti dagli imputati, confermando la sentenza di secondo grado, pari a 3 anni e 8 mesi. A breve dovrebbe arrivare l’ordine di esecuzione della pena.
I fatti si riferiscono al corteo che rispose al tentativo di omicidio fascista nei confronti di Emilio, storico compagno del Csa Dordoni.
Giusto per ricordarlo, dato che evidentemente rispetto al processo non è stato considerato un fatto rilevante, Emilio fu mandato in coma a sprangate da diversi militanti di Casapound in un vero e proprio agguato nei pressi dello stadio di Cremona e dello stesso centro sociale.
Già allora, nel corteo del sabato seguente, migliaia di persone denunciarono in piazza, ricoperti da lacrimogeni, la bestialità di Casapound e l’inaccettabilita della presenza di una sede dei conigli del terzo millennio a Cremona.
Il dato politico di quella giornata resta la tenacia di migliaia di antifascisti accorsi da tutta Italia per rispondere con una prassi militante alla provocazione fascista e alla copertura istituzionale: per ore il corteo tentò di raggiungere la sede sfidando metro dopo metro la cortina di lacrimogeni e l’apparato repressivo dispiegato dallo stato per quella giornata.
La piazza sottolineava così la connivenza dello Stato nel promuovere attraverso il razzismo istituzionale le condizioni affinché istanze neofasciste e xenofobe trovassero legittimità nel territorio. Ogni riferimento alla situazione odierna è puramente casuale. La piazza antifa di Cremona era nel giusto.
Da sottolineare come il comune di Cremona governato dal Partito Democratico, costituitosi parte civile, si sia dichiarato soddisfatto della decisione della Magistratura, sottolineando che la sentenza va in favore dei cremonesi, e sottolineando implicitamente come più che preoccuparsi per l’esistenza di un covo di assassini razzisti le istituzioni si spendano per ottenere vendetta su chi a questi si oppone.
Da parte nostra solidarietà totale ai colpiti dalle misure. Liberi tutti, liberi subito!
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