Teramo, sentenza processo a militanti antifa ridimensiona le sparate della Procura
Oltre a 6 neofascisti, nel procedimento sono coinvolti 15 ragazzi tra militanti, ex militanti o semplici amici e conoscenti del movimento antifascista locale.
Le accuse nei confronti dei militanti antifascisti andavano dalla manifestazione non autorizzata alla devastazione e saccheggio, passando per associazione a delinquere e rissa aggravata (questi ultimi 2 reati vengono contestati anche ai 6 imputati neofascisti).
Il collegio giudicante del tribunale di Teramo, dopo 8 ore di camera di consiglio, ha emesso la sentenza in serata: dei 6 neofascisti coinvolti uno di loro è stato assolto mentre gli altri sono stati condannati ad una pena complessiva di 13 anni (a fronte di una richiesta della Procura di 18); dei 15 compagni antifascisti, invece, 5 (tra cui Davide Rosci) sono stati assolti e 2 condannati ad una pena pecuniaria. Per gli altri 8 è stata emessa una condanna di pena complessiva di 10 anni e 8 mesi (la richiesta del Pm era stata di 33 anni) con solo riferimento alle accuse di rissa, lesioni e danneggiamento poiché i capi di imputazione più gravi, quello di associazione a delinquere e quello di devastazione e saccheggio, sono caduti.
Una sentenza che ridimensiona fortemente l’impianto accusatorio messo in piedi nei confronti dei militanti di Azione Antifascista da parte della Procura, sempre ansiosa di individuare presunti leader (in questo caso le attenzioni si erano concentrate su Davide Rosci, assolto dalla sentenza di ieri) e oscure trame di associazionismo per delinquere, nonché caparbia nel tentare di infliggere pene altissime tramite il reato di devastazione e saccheggio, imputazione di memoria fascista di cui negli ultimi anni procure e questure hanno fatto ampio uso per criminalizzare i momenti di conflitto.
L’augurio è ora che i militanti antifascisti condannati dalla sentenza di ieri possano essere definitivamente assolti dalle accuse che li vedono imputati per aver giustamente contrastato la presenza e le aggressioni dei neofascisti nella loro città.
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