InfoAut
Immagine di copertina per il post

Dibattito: “Tav, debito e finanziarizzazione della vita”

 
Audio Raffaele Sciortino

{mp3remote}http://dl.dropbox.com/u/20733097/Sciortino_22lug.mp3{/mp3remote}

Audio Ivan Cicconi

{mp3remote}http://dl.dropbox.com/u/20733097/Cicconi.mp3{/mp3remote}

… vorrei dire giusto due cose sul senso della serata, perchè l’abbiamo costruita in questo modo e su ciò di cui vogliamo discutere insieme. Partiamo da una constatazione a partire dalla giornata importantissima del tre luglio: la lotta NoTav è entrata in una nuova fase per due ordini di motivi fondamentalmente. Uno ce lo abbiamo alla spalle qui: è l’inizio della militarizzazione della valle. Ma non è di questo che vogliamo parlare questa sera anche se va detto che molti di noi si sono mobilitati o hanno desiderato il ritiro degli alpini dall’Afghanistan: qui non abbiamo nè il ritiro degli alpini dall’Afghanistan che continuano a fare lì il loro sporco lavoro e adesso li abbiamo anche qui che iniziano a fare in maniera differente il loro sporco lavoro…
C’è una seconda dimensione che ci dice cha la fase della battaglia No Tav è cambiata: da un lato è mutato in Italia o sta mutando il clima sociale. Ne abbiamo avuto una prima riprova, anche perchè è venuto inaspettato rispetto ai media mainstream, e cioè la campagna referendaria sull’acqua come bene comune e contro il nucleare.
Dall’altro è entrata irreversibilmente nel quadro politico e economico italiano la crisi globale che finora era come qualcosa che incombeva, che lambiva l’Italia e adesso è un fattore presente con cui non si può non fare i conti. Sulla crisi: ovviamente una crisi di sistema, di civiltà dove il sistema economico vigente tocca i suoi limiti sociali economici ma anche ecologici. Ma quello che vorremmo tematizzare e discutere stasera è il fatto che uno dei meccanismi centrali se non il meccanismo cruciale della crisi in corso sotto gli occhi di tutti è quello del debito. Una crisi partita come scoppio della bolla finanziaria del debito privato negli Stati Uniti che è diventata in questi anni pesantemente una crisi del debito sovrano, del debito pubblico statale che si sta incentrando sull’Europa e ora è entrata in Italia. Ora, il debito pubblico con l’arrivo della crisi è paradossalmente, abbiamo uno stravolgimento paradossale della tematica dei beni comuni. Perchè arrivando la crisi il debito pubblico sovrano diviene subito “bene di tutti” ma nel senso che i costi vengono riversati su una parte della società, i soliti noti, che deve ripagare i costi del debito. Allora abbiamo visto in quattro cinque giorni in perfetto spirito bipartizan il varo della finanziaria lacrime e sangue. E potremmo dire con notevole certezza che siamo solo agli inizi di questa dinamica  perchè non è stato risolto uno solo dei problemi che sta alla radice della crisi globale.

Ora, dove è il passaggio che può diventare decisivo per la nostra battaglia No Tav? Provo a sintetizzarlo, Ivan Cicconi entrerà nel merito in maniera analitica approfondita. Diciamo così: gli stessi soggetti, trasversali ai due fronti politici, il partito trasversale dell’alta velocità che la vogliono riversandone i costi oltre che sulle nostre vite e sul territorio riversandone i costi sul debito pubblico sono gli stessi soggetti che ci dicono che dobbiamo fare sacrifici perchè il debito pubblico è troppo alto… Ci dite che dobbiamo fare sacrifici e svenarci e si va verso una ulteriore svendita via privatizzazione dei beni comuni, proprio contro lo spirito referendario, perchè il debito è troppo alto e si tenta di far passare un’opera il cui meccanismo economico fondamentale è quello di riversare sul futuro i costi e incrementare il debito pubblico stesso.
Questo è un passaggio decisivo fondamentale per la lotta no Tav perchè il movimento No Tav è stato bollato, marchiato come locale, la sindrome nimby, dai media e politici interessati e spesso anche in buona fede fuori dalla valle è stato visto come un movimento dignitoso, giusto ma a valenza tutto sommato locale. Ora, in questo passaggio che iniziamo a vivere il movimento No Tav ha la possibilità di far vedere che ciò contro cui stiamo combattendo ha una valenza generale, è un meccanismo, il modello alta velocità è specchio e metafora di un meccanismo più generale del debito con cui si riversano i costi sugli individui e sul presente e sul futuro permettendo un’espropriazione dei beni comuni e in generale della nostra vita. È questo che può caratterizza la nuova fase e quindi anche l’agire politico del movimento. Perchè se è così, e guardate la giornata del tre luglio tra le altre cose è stat importantissima perchè è stata una azione fattuale di contro-formazione e contro-informazione, fuori dalla valle arrivo a dire che anche chi magari nel merito non è d’accordo o non sa cosa dire perchè non è informato ha visto che qui c’è qualcosa, oltre alla determinazione di lotte del movimento, un qualcosa che tocca tutti, che inizia a toccare tutti. Questo è il punto decisivo cioè la possibiltà reale che anche fuori della valle ci si avveda che i meccanismi che qui agiscono nel modello tav sono più generali e quindi la questione può diventare una questione di tutti. Quello che andiamo a dire anche domani a Genova ricordando il decennale di Genova: la lotta noTav è la lotta di tutti non perchè ci pensiamo avanguardia o perchè pensiamo che da altre parti sia possibile duplicare così com’è questa lotta ma perchè stiamo andando al cuore di un meccanismo generale che sta intaccando, intaccherà la vita di tutti cioè la finanziarizzazione… Non è un ottativo perchè i segnali, i sintomi in Italia, ma dovremo allargare anche il discorso sul piano europeo, perchè in Italia i segnali di questa possibilità reali ce li abbiamo: lo spirito del referendum, le forme di indignazione che stanno montando tra la popolazione, pensiamo a quello che sta succedendo a Parma, e quello che abbiamo iniziato a vedere forse per la prima volta in maniera forte e promettente nella stessa Torino, andiamo a vedere qual è l’indebitamento del comune, e appunto la finanziaria con la crisi dell’euro e via discorrendo.
Qui chiudo: questa sera vogliamo un po’ mettere in gioco queste ipotesi e interrogarci su questo, come dire, per essere fermi e se vogliamo modesti – perchè dicevamo prima che la lotta No Tav non è che in quanto tale è riproducibile nelle sue forme altrove – ma questo passaggio ci chiede al tempo stesso di essere, possiamo e dobbiamo essere più ambiziosi, cioè lanciare un messaggio che diventi generale. Lo facciamo, dicevo del filo che ci lega a Genova e della reazione all’esterno alla giornata di resistenza del tre luglio, è come se ci si imponesse in questo momento la necessità di restare in valle facendo l’assedio a loro e al tempo stesso uscire dalla valle rompendo l’assedio politico e mediatico che ci vogliono imporre per evitare che la questione No Tav diventi una questione generale di tutti e di tutte. Ma se riusciamo a fare questo passaggio, noi creiamo le condizioni di opinioni, sociali e politiche per liquefare, neanche quel consenso passivo che loro non hanno, non hanno mai avuto sull’alta velocità, ma quella accettazione passiva che gli permette la militarizzazione. Creiamo le condizioni migliori per liquefare, diciamo così, questa militarizzazione…

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Claudio CancellicrisidebitoIvan Cicconino tavRaffaele Sciortino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

TRUMP II: La guerra commerciale si fa globale. 

Riprendiamo e traduciamo il contribuito che i compagni di Chuang hanno dato al neonato progetto editoriale “Heatwave”.  Buona lettura. In questo primo contributo al nuovo progetto Heatwave, rispondiamo alle domande di questo collettivo sull’impatto globale delle ultime ondate di dazi americani. La panoramica completa di questa inchiesta può essere letta sul loro sito web, insieme […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

“I padroni del mondo:come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia”

Venerdì 6 giugno presso il CSOA Askatasuna alle ore 19.30 si terrà insieme all’autore Alessandro Volpi la presentazione del libro “I padroni del mondo: come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia” (Laterza, 2024).  D’accordo con l’autore pubblichiamo l’introduzione del libro. Mappe. Esiste un legame evidente fra l’idea che serva una continua […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il posto di Hamas (e di chi chi seguirà o precede) in Palestina

Qualche precisazione sul ruolo del movimento, all’interno di una più ampia cornice di lotta anticoloniale di Lorenzo Forlani, da lorenzoforlani.substack.com Mi sembra sia arrivato il momento, o forse non ha mai smesso di esserlo. Vogliamo parlare di Hamas? E parliamo di Hamas, una volta per tutte, tentando di scrollarci di dosso paranoie, tensioni mai sopite, […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Note preliminari sul «sistema degli Stati»

È generalmente noto che Karl Marx, nel piano del Capitale, prevedesse una sezione dedicata allo Stato – sezione di cui non scrisse nemmeno una bozza.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’uso dei reati associativi per contrastare il conflitto sociale: il processo contro il CSOA Askatasuna (1° parte)

Il processo contro 28 militanti del centro sociale Askatasuna e del movimento No Tav, conclusosi il 31 marzo scorso, costituisce il tassello principale di un’articolata strategia volta a contrastare il conflitto sociale a Torino e in Val di Susa

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Russia: i segreti della resilienza economica

Abbiamo tradotto il testo di Mylène Gaulard, docente di economia presso Università Pierre Mendes France – Grenoble 2, apparso originariamente su Hors-serie in quanto intende mettere a nudo l’enorme distanza tra la narrazione dominante occidentale (e principalmente europea) sul conflitto in Ucraina e la realtà materiale dei rapporti di forza economici e geopolitici che si stanno ridefinendo su scala globale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump 2.0: una svolta epocale?

Un confronto sulla percezione che sulle due sponde dell’Atlantico si ha della crisi in corso è importante, ma deve scontare uno choc cognitivo dovuto alla difficoltà di mettere a fuoco una svolta forse epocale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Blackout: è il liberismo bellezza!

Riprendiamo dal sito SinistrainRete questo contributo che ci sembra interessante per arricchire il dibattito a riguardo del recente blackout iberico. I nodi sollevati dall’articolo ci interessano e rimandando a ragionamenti complessivi sulla fase e la crisi energetica, che animano il nostro sito in questi ultimi tempi. Sembra interessante e da approfondire, il ruolo dei mercati finanziari nella gestione delle reti energetiche nazionali e come questo si intersechi con l’utilizzo di fonti rinnovabili, fossili e nucleari.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

György Lukács, Emilio Quadrelli e Lenin: tre eretici dell’ortodossia marxista

György Lukács, Lenin, con un saggio introduttivo di Emilio Quadrelli e una lezione di Mario Tronti, DeriveApprodi, Bologna 2025 di Sandro Moiso, da Carmilla La recente ripubblicazione da parte di DeriveApprodi del testo su Lenin di György Lukács (1885-1971), accompagnato da una corposa introduzione di Emilio Quadrelli (1956-2024) oltre che da un’appendice contenente una lezione di […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“In Val Susa la repressione non ci ha vinto”, intervista a Nicoletta Dosio

Nicoletta Dosio la storica attivista del movimento No Tav sta terminando un anno di detenzione domiciliare per la sua lotta contro la linea ad alta velocità Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (II PARTE)

I primi due cantieri stanno cominciando a mostrare le loro conseguenze disastrose sul nostro territorio, un terzo sta per essere installato e sarà potenzialmente il più impattante su tutto l’eco-sistema (ambientale, economico e sociale) valsusino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (I PARTE)

A pochi giorni dalla manifestazione del 10 maggio, che ha portato migliaia di valsusini nuovamente in marcia contro il deposito di smarino spostato da Salbertrand alla piana di Susa, ci teniamo a pubblicare in due puntate questa intervista alla ricercatrice Paola Imperatore. da notav.info Abbiamo invitato Paola all’assemblea che si è tenuta mercoledì 7 maggio […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Sara Marzolino

La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non chiamiamola emergenza!

Le notizie e le immagini che si susseguono in queste ore, ci parlano di una valle alpina che non ha bisogno di grandi opere e nocività ma di interventi strutturali che possano salvaguardare e mettere in sicurezza un territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

10 maggio 2025 – Susa: MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione!

VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO!

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Processo Askatasuna: L’associazione a resistere non si arresta

Riprendiamo una serie di interviste fatte in seguito alla sentenza del processo Sovrano: Radio onda d’urto a Vincenzo:Crollata la montatura giudiziaria-poliziesca che ha cercato di criminalizzare le lotte sociali e l’opposizione alla grande opera inutile e dannosa del TAV con l’accusa di associazione a delinquere, l’associazione a resistere in un comunicato ribadisce che “Non si […]