
SABATO 26/07 – ORE 12 – PRESIDIO NO TAV DI VENAUS – MARCIA AI CANTIERI DELLA DEVASTAZIONE
Sabato 26 luglio ore 12 – Presidio No Tav di Venaus
MARCIA NO TAV AI CANTIERI DELLA DEVASTAZIONE
In Val di Susa è in corso un’aggressione sistematica al territorio, sotto il segno del Tav e delle grandi opere inutili. A Chiomonte, San Didero, Salbertrand e ora anche a Susa, i cantieri si moltiplicano e si estendono, collegati tra loro da un disegno chiaro: trasformare l’intera valle in un enorme cantiere unico, una zona militarizzata e sacrificabile, da svendere agli interessi delle lobby politico-imprenditoriali.
Nell’ultimo anno ad essere sotto attacco è la piana di Susa con il progetto del deposito di smarino a Traduerivi, nell’area dell’ex pista di guida sicura: una nuova ferita in un territorio già martoriato, dove si dovrebbero riversare milioni di metri cubi di materiale di scavo provenienti dal tunnel di base (ancora lontano dall’essere scavato). A nulla servono le rassicurazioni di Telt e delle istituzioni: lo smarino è un rifiuto altamente pericoloso, con rischi ambientali e per la salute ampiamente e volutamente sottovalutati.
La valle ha già iniziato a fare i conti con centinaia di camion al giorno, e l’impatto di numerosi altri carichi di questo materiale che percorreranno le strade della Valsusa aumentando traffico, rumore, inquinamento dell’aria e polveri sottili, sarà devastante. Il passaggio continuo dei mezzi pesanti non solo causerà gravi disagi alla vita quotidiana delle comunità locali, ma aggraverà le condizioni ambientali e sanitarie di un territorio già profondamente stressato.
Intanto, anche a Caprie si ipotizza anche la riapertura della cava con funzionalità di deposito di smarino. È evidente: non si tratta di cantieri separati, ma di un’unica, grande metastasi, che viene frammentata per renderla più digeribile, meno contestabile. Un’opera che avanza a pezzi, con l’obiettivo di normalizzare la devastazione che crea.
In questo quadro, la Val di Susa è diventata una zona di sacrificio, dove le esigenze del profitto vengono prima della salute e dell’ambiente. Dove si militarizza la vita quotidiana, si recintano le terre, si cementifica ovunque, si ignora la volontà popolare. Vogliono fare della Valle un deserto e hanno ancora il coraggio di chiamarlo progresso sostenibile.
Emblematico è il caso dell’autoporto di San Didero: un’infrastruttura pensata per far transitare camion e merci su gomma, in totale contraddizione con la retorica di Telt che promette di “spostare le merci su rotaia”. Il Tav non è un’alternativa ecologica: è parte integrante del sistema logistico e di guerra che incentiva il trasporto stradale e l’inquinamento, mentre distrugge suolo agricolo e paesaggio, col chiaro obiettivo di creare corridoi con funzioni civili e militari che niente hanno a che fare con lo sviluppo di un territorio.
Per tutte queste ragioni, sabato 26 luglio torneremo a marciare.
Lo faremo partendo da Venaus, luogo simbolo della resistenza No Tav, per denunciare ciò che sta accadendo nella nostra valle e per ribadire che non ci rassegneremo mai.
La lotta del Movimento No Tav è più viva che mai e continua ad essere una battaglia non solo per chi in questa valle ci vive, ma per la giustizia ambientale, sociale, climatica.
Una battaglia che parla alla Val di Susa e a tutte le comunità che, in Italia e nel mondo, si oppongono alla logica delle grandi opere imposte.
Camminiamo insieme ancora una volta! Contro i vecchi e nuovi cantieri. Per un futuro libero dallo sfruttamento e dalla devastazione!
Salviamo tuttə insieme la Val di Susa! Ora e sempre No Tav!
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