Due parole su No Tav e Movimento 5 stelle
Una lettura, ripeto, lascio ad altri gli “endorsment” o le dichiarazioni di sorta, il Movimento Notav sulle elezioni ha preso parola chiaramente con un comunicato, nel quale mi riconosco e dal quale non mi discosto.
Partiamo da alcune considerazioni semplici ma molte chiare: il Movimento Notav non sostiene nessuno, non l’ha mai fatto e non ne ha nemmeno bisogno, al massimo avviene il contrario e chi decide di sostenere il movimento, fa sue le posizioni e le istanze di lotta che da oltre 20 porta avanti senza padrini di sorta.
Siamo un movimento popolare e quindi è “nell’unione di popolo” che troviamo, non una sintesi, ma il giusto programma per essere efficaci e proseguire collettivamente la nostra lotta, tutti insieme. Non siamo trasversali, perchè la trasversalità implica altre scelte molto più blande, fatte al ribasso, noi siamo uniti, siamo un popolo dove ci sono tante teste e tante idee ma l’essere notav ci unisce tutti in un unico cammino, che come dimostriamo da tempo, è quello della lotta popolare.
In tutti questi anni abbiamo incontrato sulla nostra strada diversi partiti politici che ci hanno appoggiato venendo premiati dal popolo notav al momento delle elezioni (nel 2005 Verdi e Rifondazione Comunista registrarono percentuali imbarazzanti ai seggi) salvo venire smentiti quando gli stessi partiti erano entrati nella coalizione di governo. In Val di Susa brucia ancora molto la firma del dodecalogo per sostenere il governo Prodi che quegli stessi partiti hanno sottoscritto nel 2007 e come si sa, la Val di Susa non perdona!
Pertanto la Valle è vaccinata rispetto alle elezioni e ai percorsi istituzionali, dimostrando diffidenza e non associandosi a nessuno. Questo anche solo banalmente per una questione d’interesse, visto che, a ragion veduta, nessuno si è mai preso in carico e in toto le parole d’ordine della Valle senza fare un passo indietro come noi siamo abituati a fare solitamente. Ci hanno sempre spiegato che il nostro NO non poteva essere solo un no, doveva essere qualcosa di più, e quel qualcos’altro di cui ci parlavano era sempre qualche mediazione che il movimento non ha mai accettato, e quindi come sempre ognuno per la sua strada.
Oggi cosa è cambiato rispetto al passato? Nulla!
Ma l’anomalia rappresentata da Beppe Grillo e dal M5stelle pone interrogativi nuovi al popolo notav e questi sono la spiegazione di così tanta partecipazione, e di candidati valsusini. Alberto Perino ha parlato dal palco di Grillo a Susa e Torino e questo è bastato per gridare allo scandalo, ma non al movimento, che sebbene un pò contrariato per l’eco della presenza, ha letto l’evento con gli strumenti di cui è dotato. Alberto dal palco ha parlato a titolo personale e ha detto le stesse cose che sono riportate qui in un’intervista all’Huffingtonpost che rispecchia necessariamente il suo punto di vista e non quello del movimento intero, come lui stesso ha ribadito più volte.
Ma come Alberto sono in molti a vedere in Grillo la giusta anomalia nel prossimo arco istituzionale che può essere utile alla causa notav. Perchè questo?
Provo, dal nostro punto di vista, a leggerli facendo tesoro dell’esperienza grillina in Regione e a Parma, due facce della medaglia. La Valle ha conosciuto i 5 stelle non per il programma che portano avanti ovunque, basato sulla legalità e gli altri punti che lo compongono, ma al contrario, li ha conosciuti per la partecipazione a momenti di lotta e percorsi che poco hanno a che fare con quello spirito giustizialista che li caratterizza sempre.
Qui in Valle, i “grillini” sono stati a supporto del movimento anche sulle lotte che il movimento ha ritenuto legittime come ad esempio nella libera Repubblica della Maddalena dove hanno dislocato l’ufficio regionale in una roulotte (poi distrutta dalla polizia) in Clarea, nel cuore dei terreni contesi. Il 3 luglio nell’assedio alla Maddalena erano presenti, portando anche Beppe Grillo che fece delle dichiarazioni d’impeto con cui paragonò i valsusini impegnati nella lotta a degli eroi, salvo poi correggersi… (come fa da un pò di tempo a queste parti) , ma comunque venne e pianse insieme agli altri notav per i lacrimogeni sparati.
Non posso nemmeno dimenticare la conferenza stampa di presentazione dell’assedio 3 luglio fatta in una sala del consiglio regionale richiesta sempre dal M5S. Tanti fatti, che concorrono a far comprendere il senso di quello che voglio dire, ovvero qui i 5 stelle danno una mano al movimento, uscendo da quell’alveo di legalità estrema di cui sono instrisi, comprendendo che una lotta ed un movimento, si danno gli strumenti che ritengono efficaci per provare a vincerla, superando il concetto di legalità o illegalità, fondando nuovi presupposti per nuove forme di agire, che non necessariamente sono da ascriversi nell’alveo del codice penale.
L’altra faccia di questo agire è secondo me, l’azione politica che stanno tenendo a Parma, luogo in cui i 5 stelle si fanno di governo, dove agendo nel solo alveo istituzionale rischiano di veder costruito l’inceneritore della discordia. A differenza della Valle, laddove s’interpreta la politica nel solo senso istituzionale nulla può cambiare rispetto ai percorsi prestabiliti e imposti dal quel sistema che la casta gestisce molto bene.
Un altro aspetto che va analizzato è relativo allo sbocco in parlamento della causa notav. Nonostante la forza e la costanza, il popolo notav da tempo cerca di uscire dalla Valle e dal solo confronto/scontro con il cantiere e l’apparato che lo governa, cercando di aprirsi spazi politici e sociali che concorrano ad accrescere la forza del movimento popolare. E probabilmente questo spinge l’interesse dei valsusini e delle valsusine a supportare l’avventura dei 5 stelle in Parlamento, individuandoli come il palanchino per aprire le istituzioni, poi una volta aperto il varco…chissà.
Poi vedremo cosa riserverà il futuro per la pattuglia dei 5 stelle che entreranno in parlamento, quanti Scillipoti possibili ci saranno, e magari dovranno persino rivalutare il tanto odiato Favia
Ai lamenti da sinistra che ho letto in questi giorni non saprei cosa rispondere, è la storia che parla delle continue delusioni che un elettore ha ricevuto fino ad oggi e forse converrebbe loro analizzare un pò meglio, ma non crediamo che questa sia una dote così in voga. Ci si scalda, si urla persino alla par condicio ma non ci si accorge dell’impresentabilità di alcune proposte politiche.
Del resto un notav potrebbe votare una coalizione con Di Pietro o con Buquicchio? O un notav con la voglia di tapparsi il naso potrebbe votare una coalizione che decide di non accettare la candidatura di una Notav seria e determinata come è avvenuto per non inficiare trattative su desistenze o future coalizioni?
Almeno una cosa sensata è stata fatta con la candidatura di Nilo Durbiano, sindaco di Venaus, che ai suoi tempi, nel 2005, sulle barricate ci è salito e ha fatto la sua parte. Vedremo poi in parlamento se la causa notav troverà, come auspicabile, gli stessi voti tra la sinistra e M5S.
A ciascuno il suo insomma, quello che però andrebbe fatto è darsi qualche strumento di lettura dall’interno di quanto sta avvenendo, uscendo dalle banalità e provando ad interpretare la realtà.
Poi come sempre, il cammino dei notav è paragonabile a quello su un sentiero di montagna, difficile e in salita, dove solo chi sa usare bene gambe e fiato arriva in cima. Su quel cammino ne abbiamo visti tanti ma ogni volta che ci fermiamo a tirare un pò di fiato non li vediamo più, di volta in volta, noi però continuiamo a marciare.
Ps: Personalmente io farò come sempre la mia scelta, di stare con le piazze e i movimenti e non nelle urne, aderendo alla campagna #nonvivotiamoperchè
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