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Cade l’accusa per associazione a delinquere: una vittoria per le lotte sociali del Paese!

Riprendiamo il comunicato di associazione a resistere:

Oggi il Tribunale di Torino ha pronunciato la sentenza in primo grado per il processo “Sovrano”: tutti e tutte assolti per il capo di associazione a delinquere! Le pene per i reati singoli sono stati ridimensionati. Un passaggio epocale per le lotte di tutto il Paese.

Questo non ci basta, di seguito accenniamo ad alcune considerazioni a caldo.

La storia dei movimenti sociali voleva essere negata sul palcoscenico in cui va in scena la giustizia. Il tentativo della questura e della procura della città di Torino viene squalificato e rimandato al mittente.

Quella che conosciamo oggi è una giustizia finalizzata a garantire lo status quo, atta ad alimentare la disuguaglianza sociale, tutelando gli interessi borghesi pronti a volersi riprodurre sulla pelle di chi non ha gli stessi privilegi. Per questo finché non saremo tutti e tutte libere non sarà finita. Le misure preventive indicate dalla procuratrice generale Lucia Musti in occasione dell’udienza di oggi mostrano ostentatamente il disprezzo e la repulsione nei confronti di chi in questo Paese ha il coraggio di non girarsi dall’altra parte, oltre alla volontà di creare un clima di tensione e allarmismo.

Un teorema basato su fantasie morbose di alcuni individui pronti a tutto pur di fare carriera, come dimostra la promozione del dirigente della digos Carlo Ambra che ha diretto le indagini, non viene accolto. L’Askatasuna, il Movimento No Tav e lo Spazio Popolare Neruda non sono un’associazione a delinquere.

Ora non c’è più tempo per perdere tempo.

Se oggi l’ostinazione del potere è una condizione con cui dover fare i conti in maniera sempre più stringente, ancor più urgente diventa ambire a un orizzonte differente, radicalmente diverso. E praticarlo.

L’associazione a resistere non è uno slogan ma è l’espressione effettiva delle lotte che autonomamente sono capaci di incidere nel proprio ambito.

Non si può fermare, perché associazione a resistere é chi mette a rischio se stesso per difendere un pezzo di territorio, é chi partecipa a un picchetto, chi a uno sciopero, l’associazione a resistere é chi occupa una scuola, é chi vuole costruire per sé e per tutti un futuro migliore, associazione a resistere é chi blocca una nave piena di armi, é chi si organizza per non lasciare nessuna da sola. Non si può circoscrivere, perché ogni giorno c’è chi resiste al ricatto del lavoro, alla perdita della propria terra, allo sfruttamento delle menti.

Le scadenze che si susseguiranno nei prossimi mesi saranno la risposta a una fase generale di guerra e criminalizzazione del dissenso che, a testa alta, dovrà venire messa in campo. Contro la guerra, contro il riarmo, contro la militarizzazione della società, alimentando la possibilità di una società più giusta a fronte di governi che ci vorrebbero inerme carne da cannone.

Con la certezza nel cuore che i compagni e la compagne colpite dalla condanna per i reati singoli non saranno mai lasciati indietro, guardiamo avanti perché la responsabilità di assolvere nel miglior modo possibile il compito storico dei militanti politici oggi, per tutti coloro che si riconoscono in una scelta che antepone gli interessi collettivi a quelli individuali, é prioritaria.

L’associazione a resistere sta nel sogno realizzato che quotidianamente viene costruito collettivamente, per questo non ci farete più perdere tempo.

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pubblicato il in Divise & Poteredi redazioneTag correlati:

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