InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ecchimosi di un ergastolo… di Salvatore Torre (prima parte)

Questo racconto è tra i racconti di detenuti presenti nel libro “Il giardino di cemento armato. Racconti dal carcere”; libro a cura di Antonella Bolelli Ferrera.

Il racconto di Salvatore è, innanzitutto, scritto con stile, da “scrittore”.

In secondo luogo, un racconto emblematico, carico di elementi su cui sofffermarsi e riflettere.

Anche per questo lo pubblicherò a puntate.

In questa prima parte, il punto centrale del testo è la questione se un ergastolano senza figli sia più “fortunato”. Effettivamente a volte capita che un ergastolano con figli dica a un ergastolano senza figli che perlomeno lui non ha figlia a cui aspettare.

In questa parte del suo racconto Salvatore si domanda se sia effettivamente così..

Ancora oggi il sole si mostra nel cielo in modo indeciso, punteggiando debolmente le colline a ridosso le mura di cinta; è un sole primaverile, carnico[1], che non si lascia cogliere più di tanto dall’epidermide. L’osservo trapassando lo sguardo di là della trama di ferri che occupa la finestra della mia stanza, mentre da quella di fianco continua a venire alle mie orecchie la voce spazientita di un compagno: Assistente, diciotto[2]: doccia! – grida accompagnando quella richiesta con una parolaccia.

Lo fa da almeno dieci minuti, ma l’agente Mugugno (lo chiamiamo così per via della sua tendenza a parlare spesso tra sé e sé), lo lascerà senz’altro sgolare ancora per un bel po’.

Non è cattivo Mugugno, è solo un po’ avvinazzato e di logica tendenzialmente “inoperoso” … immagino quale senso di fatica debba provare quest’uomo all’idea di dover alzare le chiappe dalla sedia, lasciare il suo posto di guardia, percorrere quei quindici metri di corridoio, tirare fuori dalla cintola il grosso mazzo di chiavi, indovinare quella giusta, riuscire poi a inserirla nel pertugio del cancello e, finalmente, permettere a quel “cazzo” di detenuto urlante di raggiungere il vano doccia, situato più in là sul corridoio.

Questo carceriere sarebbe pure da capire, ma la sua indolenza ci rende nevrotici e ci priva alla lunga dei buoni propositi. Forse per questo, passato qualche altro momento, unisco la mia voce a quella del compagno e, come lui, inizio a chiamarlo nel reclamare la doccia. Del resto, stanotte ho dormito poco e male, e questo, già di primo mattino, mi ha reso poco incline ad avere pazienza.

Accendo il televisore. Marco Pannella annuncia l’ennesimo sciopero della fame. Chiede ancora, restando inascoltato, che siano varati dei provvedimenti legislativi per risolvere l’annoso problema del sovraffollamento delle carceri, in altre parole, un condono.

La chiave che gira nella toppa e leva le mandate dal cancello accanto al mio, mi avvisa che Mugugno si è destato dal suo etilico torpore. 

Spengo il televisore. Indosso l’accappatoio, afferro il secchiello con gli indumenti sporchi e i detersivi, mi avvicino al cancello e l’aspetto.

Devi andare in doccia? – chiede sorvolando sull’evidenza. 

Non rispondo, né lui, in verità, aspetta che io lo faccia. Infila la chiave nella serratura e apre. 

Guadagno il corridoio.

Agente, porco diavolo, devo fare la doccia pure io! – si lamenta un compagno da una cella vicina.

Mugugno non si volta neppure a guardarlo.

La doccia è piena – risponde prima di richiudere il cancello e ritornare di filato al suo posto di guardia.

Il locale doccia è per davvero affollato; tre compagni sono intenti a lavarsi e altrettanti aspettano di farlo.

Il vapore acqueo satura l’ambiente, si alza al soffitto, si condensa in grosse gocce d’acqua e gronda, irreversibile, sulle nostre teste: per un liceale sarebbe un’ottima lezione di fisica.

Sorrido a questo pensiero.

I presenti discutono della questione carceri, indubbiamene sollecitati dalla dichiarazione televisiva di Marco Pannella. Qualcuno azzarda che la nuova compagine governativa guidata da Enrico Letta gli darà retta risolvendo, finalmente, il problema. L’auspicio è che lo facciano al più presto così potranno ritornare a casa.

Avanzo fino al lavatoio, traggo fuori dal secchiello i detersivi e mi appresto a riempirlo d’acqua. I compagni si avvedono di me, allora tacciono un momento, mi salutano e cambiano argomento: sarebbe irrispettoso continuare a discutere di tornare liberi, davanti un condannato a trascorrere tutta la sua vita in carcere.

Lavo i panni.

Quando arriva il mio turno, m’infilo sotto lo spruzzo d’acqua calda e provo a quietare il malumore che mi strascico appresso da ore.  

Una condanna all’ergastolo ti riempie di dubbi, e quando alcuni di questi si spiegano con il passare del tempo, altri sono destinati a rimanere tali per sempre. 

Di quest’ultima categoria credo faccia parte quello che mi molesta da qualche giorno.

“Per fortuna, non hai figli a cui pensare” – mi diceva l’altro ieri Gianni il Navigato, che di figli ne ha quattro, immaginando che quando ne avessi avuto, mi sarei sentito maggiormente afflitto dalla mia condanna.

Per fortuna, diceva… io però non riesco ancora a decidere se lo sia oppure no.

A dire il vero, il ricordo dei miei nipoti, di Lollo, di Gigia, di Moretto e di Nemi, di questi piccolini che mi guardano con occhi incerti ma curiosi e mi donano dei sorrisi così innocui e cari, mi suggerisce che avere figli aiuta ad essere lieti persino in questa morte[3]…

Ma è davvero così?

Dopotutto, da questi bambini ricevo amore, dolcezza e parole d’affetto, senza patire il tormento di saperli crescere senza di me; osservo la loro delicata evoluzione, le sfumature delle loro piccole vite, attraverso le foto, il racconto dei loro genitori, il loro tono di voce, quando l’ascolto per telefono, sapendo di non recargli sofferenza; certamente, non quella prodotta dall’assenza di un padre, perché non sono loro padre.

Appena la settimana scorsa, la più grande delle mie nipoti, Nanna, mi ricordava di avere compiuto ventidue anni: il numero è pari a quello degli anni che mi separano dal suo mondo. La ragazza era al telefono all’altro capo del Paese, in Sicilia, ed io, sino ad un momento prima di questa sua rivelazione, la ricordavo bambina, mentre giocava sistemando uno sopra l’altro gli sgabelli della sala colloquio.

Se fosse stata mia figlia e l’avessi condannata a vivere lontano da me tutti questi anni, avrei sofferto di più o la sua presenza nella mia vita mi avrebbe comunque reso l’esistenza carceraria meno afflittiva?

Non lo so, non sono padre …

[1] Riferito ai monti della Carnia.

[2] Il numero della cella.

[3] Morte civile, affettiva, sociale

da Urla dal Silenzio

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

carcere

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Militarizzazione, guerra contro il popolo e imprese criminali in Messico

Nessuno con un minimo di sensibilità umana può rimanere indifferente alla violenza esorbitante che viviamo in Messico, sono circa 30.000 le persone uccise solamente nel 2023, mentre nel maggio di questo 2024 ne sono state assassinate 2.657.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre – Composizione

Pubblichiamo di seguito un estratto del libro “Abbecedario dei Soulèvements de la Terre. Comporre la resistenza per un mondo comune” in uscita per Orthotes Editrice, curato nella versione italiana da Claudia Terra e Giovanni Fava.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Rivolta nel carcere di Cuneo

Da Radio Blackout: Nel pomeriggio di lunedì 11 novembre la quiete penitenziaria della Casa Circondariale Cerialdo di Cuneo è stata scossa da una rivolta improvvisa messa in atto, a quanto ci è dato sapere, dagli “ospiti” della sezione Nuovi Giunti del carcere del capoluogo. Data la odierna difficoltà di avere notizie sicure da dentro, quello […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera di Anan Yaeesh dal carcere di Terni

Lettera di Anan dal carcere di Terni. E’ stata scritta il 24 settembre. Il 10 novembre si terrà un presidio sotto il carcere di Terni, dalle 14 alle 18

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La salute negata dell3 prigionier3 politich3 curd3 in Turchia

Lo scorso fine settimana abbiamo partecipato alla conferenza “Le condizioni di salute nelle carceri turche” organizzata dal Congresso Democratico dei Popoli (HDK), accogliendo con calore e gioia il loro invito ad Istanbul, insieme ad altre realtà sociosanitarie autonome provenienti dall’Europa, per lo più da Germania e Grecia.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Attenti al lupo!

Il governo Meloni, coerentemente con i suoi proclami, introduce un disegno di legge che ha lasciato carta bianca alle fantasie dei Ministri Piantedosi, Nordio e Crosetto che prevede nuovi reati e pene più pesanti per chi, come la levata di scudi conclude, “protesta”. E viene immediatamente da chiedersi, sì, ma chi protesta?

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Stati Uniti: Leonard Peltier, 80 anni di cui 48 di carcere

80° compleanno di Leonard Peltier, attivista per i diritti dei nativi americani e prigioniero politico.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Luigi Spera: cade l’accusa di terrorismo

La Corte di Cassazione ha fatto cadere l’accusa di attentato terroristico per Luigi Spera, annullando l’ordinanza del Tribunale del riesame di Palermo, che aveva qualificato il reato attribuito a Luigi non come semplice incendio ma come attentato incendiario terroristico.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera dalle detenute del carcere di Torino

Le detenute del carcere di Torino hanno iniziato uno sciopero della fame a staffetta. A comunicarlo è Nicoletta Dosio che ha ricevuto la lettera.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Carcere: suicidi, sovraffollamento, abusi in divisa. C’è chi evade per non morire

Nuove evasioni dalle prigioni italiane. Un detenuto originario della Puglia, è evaso nella serata di domenica 9 settembre dal carcere di Avellino.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Vietato protestare contro Leonardo spa!

Le lettere indirizzate a Luigi Spera, recluso nel carcere di Alessandria, sottoposte a censura!

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Luigi dal carcere: “siano i territori a dettare l’agenda politica delle istituzioni”

Pubblichiamo la lettera di Luigi in occasione del corteo NO Ponte svoltosi ieri a Messina..