InfoAut
Immagine di copertina per il post

Il dopo 16: dentro e oltre

Sul piano sindacale. E’ la prima volta di una mobilitazione costruita esclusivamente dalla Fiom – la stessa Cgil ha messo molti bastoni fra le ruote, e il corteo non ha mancato di farlo presente a Epifani coi fischi o piantandolo in asso nel bel mezzo del suo discorso a S. Giovanni – su di una piattaforma che riguarda non solo il lavoro ma la società e aprendo un canale di discussione non formale con altri soggetti sociali e organizzati, anche non istituzionali. La piazza ha risposto. Innanzitutto la base operaia che nonostante la falcidia della crisi è capace di uno scatto di dignità a partire dai no di Pomigliano e Melfi. Poi lavoratori/trici di altri settori, i migranti di Rosarno e Castel Volturno, disoccupati del Sud e soprattutto gli studenti in lotta contro il ddl Gelmini. Non si è vista ancora, è vero, l’eccedenza potenzialmente enorme del lavoro precario in tutta la sua estensione. Ma il segnale c’è stato ed è ciò che ha dato il tono politico di fondo alla giornata: la trasversalità sociale del disagio e della rabbia resi visibili da una manifestazione determinata rumorosa e viva. Il messaggio che inizia a prendere forma è chiaro: solo nell’orizzonte della ricomposizione di questa rabbia, della consapevolezza che si è toccato un limite oltre il quale non si può andare, della percezione che la precarietà è oramai generalizzata, solo così è possibile porre un alt al ricatto e approntare una risposta alla crisi. I (nuovi) diritti si riconquistano tutti insieme o non ce n’è per nessuno.
La mobilitazione ha poi fornito almeno altri tre spunti interessanti. Non si è visto in giro l’antiberlusconismo di maniera, e sarebbe interessante capire perché: probabilmente c’è dietro la percezione di un punto di non ritorno della situazione complessiva al di là dell’evidente declino del cavaliere. Si è visto invece benissimo un sentimento condiviso e profondo anti-Bonanni: non solo in relazione ai misf/atti del personaggio ma rispetto al nodo assai sentito della democrazia (sindacale) vista come possibilità di poter decidere della propria vita. E ciò ha posto la piazza su di una lunghezza d’onda distante, sotto questo specifico aspetto, da quanti (compreso Vendola) insistono sull’unità sindacale da ricucire con Cisl e Uil. La terza indicazione è la sensazione che in piazza si sia ritrovato un embrione di corpo politico. Il sindacato metalmeccanici “si fa partito” titolava non a caso il Corsera l’indomani…

E già solo sul piano politico immediato i riscontri sono stati notevoli. La manifestazione con il richiamo a quello che potrebbe essere un movimento reale di lotta diffusa al precariato ha preoccupato moltissimo le diverse controparti che proprio per questo ne temevano la riuscita (vero Maroni?). La mezza promessa di sciopero generale strappata – è il caso di dirlo – a Epifani dalla piazza è poi stata la riprova tangibile di un residuo condizionamento che la Fiom a date condizioni ancora esercita sulla Cgil. Il che ovviamente non può non dispiacere a quanti in Confindustria e nel governo si rendono conto non solo della scarsa rappresentatività reale dei sindacati collaborazionisti ma anche dell’incognita legata al riavvicinamento sancito in quel di Genova dal bacio tra il Guglielmo e la Marcegaglia. Intanto, al di là degli esiti immediati, l’ombra della Francia inquieta…
Ma le ricadute maggiori si sono viste nel Pd. Se in piazza era evidente la percezione della distanza oramai abissale del maggior partito di “opposizione”, proprio la manifestazione ha ulteriormente approfondito questa distanza suscitando nei politicanti pidiessini equilibrismi ridicoli o attacchi acidi, mettendone a nudo divisioni profonde e insieme vuoto di contenuti. Il punto è che il Pd è un cadavere politico che però è ancora lì a ingombrare e ostacolare, nella sua stessa base elettorale, una possibile uscita dal tunnel. Il sedici ha dovuto suo malgrado iniziare a prendere atto di questa realtà, il che spiega l’entusiastica accoglienza che ha riservato a Di Pietro e Vendola. Rispetto ai quali il dato di fondo, oggi solo parzialmente evidente agli stessi manifestanti, è però che quel partito così com’è è oramai inservibile. “Sparigliare le carte” per davvero non può che significare disarticolarlo, in un modo o nell’altro, e una riprova a contrario è che a misura che il governatore pugliese si sta facendo risucchiare dal meccanismo mefitico delle “alleanze” e degli equilibrismi si rende sempre più innocuo per l’establishment.
Sul medio termine nessuno può dire oggi se si andrà verso un nuovo assetto di governo di “salvezza nazionale” (Draghi? Montezemolo?) tale da imbarcare da Fini al Pd passando per un polo centrista rafforzato e da chiamare anche la Cgil a un nuovo patto sociale sulla falsariga dei governi “tecnici” di metà anni Novanta. I giochi con Berlusconi, che intanto prosegue con la sua strategia di eliminazione mediatica preventiva dei rivali, restano del tutto aperti. Comunque sia, anche una soluzione di quel tipo non potrebbe concedere pressochè nulla sul piano sociale in quanto porterebbe avanti un piano Marchionne generalizzato al paese semplicemente in modo un tantino più graduale e “consensuale”. E’ anche rispetto ad essa, dunque, che la piazza del sedici ha lanciato per ora un segnale di indisponibilità: ancora debole sul piano politico ma comunque l’ha lanciato. E intanto i meccanismi bipartizan della governance iniziano a saltare (Terzigno)…

Ora, quali indicazioni concrete di lavoro ci lascia il sedici ottobre?
Il primo passaggio con cui confrontarsi è la richiesta alla Cgil di sciopero generale da parte della Fiom. Se qui l’ottica, comprensibilmente, è quella di “riconquistare” la casa madre ad una linea e battaglia più coerenti, il no di Pomigliano ha però scavato un fossato anche con essa. Inoltre la Fiom non può oggi facilmente indietreggiare rispetto alle aperture minime ma effettive fatte sui temi del welfare, del precariato, dei beni comuni (l’intervento in questo senso di Landini all’assemblea della Sapienza del 17 non è stato affatto di circostanza) assai distanti dalle posizioni cigielline. Al tempo stesso inutile nascondersi che permane un orizzonte strategico in cui ci si illude ancora di poter coniugare difesa della competitività e ricostruzione del legame sociale, e dal quale è assente una riflessione vera sulla scala internazionale della posta in gioco. All’immediato poi, se pure la prossima segreteria non dovesse resettare la promessa di Epifani, lo sciopero generale sarebbe comunque inteso dalla Cgil nel vecchio quadro, come un appuntamento di testimonianza e soprattutto inoffensivo. Ma è in grado la Fiom di intenderlo e prepararlo diversamente, un po’ più alla “francese”? E se poi non ci si dovesse arrivare?
Resta che il sedici ha aperto qualche porta sul futuro del conflitto sociale. Siamo tutti/e consapevoli delle attuali difficoltà della situazione italiana dove all’assenza di un evento generale catalizzatore dello scontro sociale si combinano un quadro di frammentazione territoriale (discuterne sarebbe importante), la decomposizione della classe dirigente che certo non aiuta a costruire dal basso risposte generalizzate, la presenza di sindacati privi di peso reale ma organizzativamente ingombranti (l’esatto opposto della Francia). Nondimeno sta anche all’intelligenza collettiva dei movimenti, dei soggetti sociali in lotta, far sì che quelle porte non si richiudano. Il passaggio che ci si presenta è come si può arrivare ad uno sciopero diffuso in grado di catalizzare rabbia e scontento di strati larghi, di rendersi visibili – come i migranti di Castel Volturno – alle “rotonde” del precariato generalizzato. Chiamando la Fiom alla coerenza con gli spunti fin qui visti e a non tornare a rinchiudersi nelle fabbriche. La preparazione del percorso, se costruita in questa direzione, sarebbe già un passo in avanti.
Non si tratta di cullarsi nell’illusione di – o, a seconda, ritrarsi da – improbabili “alleanze” tra soggetti organizzati. Si tratta di osservare e praticare una dinamica sociale di ricomposizione effettiva, a misura che si dimostrerà tale, standoci dentro per andare oltre. Sapendo che il trend della crisi globale non va affatto verso la conclusione, al contrario, e per questo mette tutti/e noi, in un quadro fluido e anche confuso, davanti all’esigenza di una messa a punto continua dell’agire politico strategico negli sconvolgimenti a venire.


redazione di Infoaut
25 ottobre ‘10

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

16 ottobrefiommovimenti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Militarizzazione, guerra contro il popolo e imprese criminali in Messico

Nessuno con un minimo di sensibilità umana può rimanere indifferente alla violenza esorbitante che viviamo in Messico, sono circa 30.000 le persone uccise solamente nel 2023, mentre nel maggio di questo 2024 ne sono state assassinate 2.657.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre – Composizione

Pubblichiamo di seguito un estratto del libro “Abbecedario dei Soulèvements de la Terre. Comporre la resistenza per un mondo comune” in uscita per Orthotes Editrice, curato nella versione italiana da Claudia Terra e Giovanni Fava.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Emilio Quadrelli: tra Lenin, la guerra imperialista e le tute acetate (raccolta di contributi)

Di seguito raccogliamo alcuni degli interventi e contributi di Emilio Quadrelli per InfoAut o che in passato abbiamo ripreso da altri siti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il movimento studentesco popolare estromette il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina

Il 5 agosto 2024, dopo settimane di rivolte politiche, violenze della polizia e repressione degli studenti attivisti, il primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina del partito Awami League, si è dimesso dopo 15 anni di governo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Sapere, potere e controllo della natura: l’intreccio tra tecnologia militare e accademia

Le diramazioni delle scienze e della tecnica sono sottili e articolate, bisogna seguirle e percorrerle per avere evidente il legame tra luoghi del sapere e luoghi di oppressione e guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ma quale terra promessa? L’agricoltura offensiva coloniale in Cisgiordania

Il secondo tema che abbiamo affrontato è stato quello dell’agricoltura, dell’appropriazione della terra e dei campi e quindi delle modalità di riproduzione fondamentali da parte di Israele.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’energia come epicentro di colonizzazione, accaparramento e discriminazioni.

Proponiamo quindi il contenuto di uno dei dibattiti organizzati alle Università occupate del Politecnico di Torino e di Palazzo Nuovo, insieme a End Fossil.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cos’è il Fascicolo Sanitario Elettronico e perché dovrebbe interessarci.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) rappresenta uno strumento che consente alle persone di monitorare e visualizzare l’intera cronologia delle proprie condizioni di salute.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cosa è andato storto nel capitalismo?

Questa è una brutta notizia per Sharma, forte sostenitore del capitalismo. Cosa è andato storto?

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Genova: corteo con i lavoratori Ansaldo che rischiano 7 anni di carcere per blocco stradale

Un grande striscione con scritto “siamo tutti Ansaldo” apre il corteo di oltre mille persone in solidarietà dei 16 lavoratori denunciati durante lo sciopero del 13 ottobre 2022 a difesa dello storico stabilimento genovese, culminato con l’occupazione dell’aeroporto e scontri con le forze dell’ordine.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il silenzio mortale del clamore – I movimenti di massa cinesi e i radicali

Contrariamente agli stereotipi diffusi tra molti lettori occidentali, in Cina gli eventi di massa e le questioni pubbliche non sono così scarse come ci si potrebbe aspettare, dagli studenti ai lavoratori, dalle discussioni su Internet agli eventi di massa nel mondo reale, grandi e piccoli, la Cina è un Paese post-socialista con profonde e complesse contraddizioni.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La guerra in Ucraina e le nostre lotte – Report della giornata di discussione del 15 gennaio

Pubblichiamo il report della giornata di discussione “La guerra in Ucraina e le nostre lotte” che abbiamo organizzato a Bologna lo scorso 15 gennaio e che ha realizzato un passo importante verso la costruzione di un discorso condiviso di opposizione alla guerra.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Erdogan e Facebook non possono oscurare l’informazione indipendente

Insieme agli altri siti di informazione indipendente oscurati nei giorni scorsi da Facebook abbiamo preso parola in una conferenza stampa a Roma. Riportiamo la presa di parola collettiva condivisa dalle realtà che hanno partecipato. Facebook non può rimanere in mano a un privato. Oggi venerdì 18 ottobre, si è svolta presso nella sala della Federazione […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Repressione giudiziaria e movimenti. I processi, i media, la questura

di Claudio Novaro per volerelaluna.it  In un libro pubblicato qualche anno fa, Antoine Garapon osservava come «il primo gesto della giustizia […] non è né intellettuale né morale, bensì architettonico e simbolico: delimitare uno spazio tangibile che tenga a distanza l’indignazione morale e le passioni pubbliche, riservare un tempo a tal fine, fissare le regole […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’effetto contagio dei movimenti urbani globali. Intervista a David Harvey

 Intervista al geografo marxista sulla traiettoria del suo pensiero e gli snodi politici del presente. L’intervista è stata realizzata giovedì 29 giugno a Bologna, dove Harvey era presente per la Summer School «Sovereignty and Social Movements» organizzata dall’Academy of Global Humanities and Critical Theories. Abbiamo evidenziato col grassetto i passaggi politici a nostro avviso più […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una nuova situazione politica in America Latina: che cosa sta per accadere?

Buona lettura   Di Claudio Katz3 gennaio 2016Claudio Katz intervistato da La Llamrada   “Il Venezuela definisce il futuro del ciclo progressista” – Nella sua opera sull’America Latina lei Parla della dualità che ha caratterizzato il secolo scorso. Che cos’è esattamente quella dualità?Claudio Katz: Secondo me, il cosiddetto ciclo progressista dello scorso decennio, è stato […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Le bambine e i bambini non si cancellano! Cancelliamo l’art 5! #Kidsblock verso il 16 ottobre a palazzo Chigi!

L’ articolo 5 stabilisce infatti la cancellazione de iure di migliaia di persone che in tutta Italia occupano per necessità, negando il diritto alla residenza e vietando l’allaccio delle utenze. Gli effetti della sua applicazione si stanno rivelando drammatici: senza residenza non ci si può iscrivere a scuola e avere accesso alla cure mediche, nemmeno […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Volti socialisti nelle alte sfere: la caduta di Syriza dallo stato di grazia e l’illusoria via elettorale

Mentre molti segmenti della sinistra radicale statunitense cominciano a piantare le loro bandierine nell’arena elettorale, la recente caduta dallo stato di grazia di Syriza dovrebbe servire come duro monito della promessa non mantenuta della via elettorale al socialismo. La salita al potere di Syriza ha suscitato un elogio diffuso dalla sinistra internazionale, ha ispirato un […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Mafia capitale, l’emergenza, i movimenti e l’ordine pubblico

Ci viene da dire: con quale legittimità l’assemblea capitolina può varare provvedimenti di tale portata e soprattutto chi avrà il coraggio di sostenere una giunta piena di veleni e di risentimenti? Chi può pensare di uscire da questa situazione solo con aggiustamenti e rimpasti? Cosa si aspettano gli abitanti, nonché elettori, da questa insipiente classe […]