Incontro dibattito “Verità e Giustizia per Davide Bifolco” a Bologna: commenti + estratti audio
Un omicidio che grida vendetta, per la famiglia, ma non solo: tutto il quartiere si è mobilitato sin dall’ inizio per chiedere la Verità e una giustizia ad essa strettamente legata, non quella dei tribunali, ma quella strappata dalle persone alla macchina del fango di uno Stato che protegge sé stesso dando impunità a chi uccide in divisa.
Macchina del fango che la famiglia di Davide e i suoi amici conoscono molto bene. Difatti sin dai primi giorni successivi al brutale episodio, testate locali e nazionali si sono prodigate nell’ accostare ogni fatto di cronaca nera pertinente a Rione Traiano, quartiere del giovane ammazzato, a quest’ultimo, tentando di stigmatizzare le persone che lì vi vivono e giustificare l’imponente militarizzazione che lo contraddistingue e che è stato il fattore preponderante dell’ assassinio di Davide.
Un nodo, quello della militarizzazione, che è stato affrontato in quasi tutti gli interventi seguiti a quello del padre, in quanto tratto caratteristico delle zone dove lo Stato da un lato poco e nulla ha fatto per impedire l’emarginazione sociale e l’impoverimento, dall’ altro mostra il suo volto fatto di polizia eccessiva nelle strade e militari. Un tratto che, seppur di rilevanza assoluta a Napoli e dintorni (basti pensare agli oltre 500 militari inviati di recente nella città!), si palesa anche negli altri centri del Paese a fronte dell’ acuirsi della crisi economica e della sua violenza che viene scaricata dall’alto verso il basso.
Come per altri casi, il tragico episodio di Davide ha ricompattato una comunità, quella di Rione Traiano, con la costituzione di comitato, associazione, e di presidi che si sono posti da subito il nodo centrale della questione: come evitare che altri omicidi di Stato avvengano, rompendo la paura e senza che i sorrisi dei ragazzi delle periferie vengano spenti dalla violenza delle divise blu.
Un tema che ha visto la famiglia e i cari di Bifolco essere sostenuta dalle reti di solidarietà e di militanza presenti nel territorio, e che è stata finora capace di creare un meccanismo virtuoso, una spinta per cambiare il destino del quartiere, a partire dalla riappropriazione di spazi fisici dove incontrarsi e far giocare i propri figli.
La necessità di rovesciare lo stato di cose presenti è stato il filo rosso che ha caratterizzato il dibattito, che come è naturale non poteva essere eminentemente politico ma ha vissuto dell’ emotività di chi parlava, perché le parole e la forza trasmesse dal padre di Davide non potevano lasciare nessuno indifferente. Agire nel territorio, comunicare la verità, organizzarsi, dare voce ai giovani con voglia di fare politica al di là di una rappresentanza lontana dai problemi pulsanti delle strade, per combattere la militarizzazione crescente e ottenere per l’appunto Verità, Giustizia e diritti sociali.
Il legame tra chi lotta quotidianamente contro abusi e ingiustizie, e chi persegue la Verità per i propri figli ammazzati, è emerso fortissimo, e nelle parole dello stesso Comitato è da implementare, creando relazioni concrete e solidali tra territori distinti.
Il caso ha voluto per esempio che l’ 11 Marzo sia una data importantissima sia per la memoria delle lotte bolognesi, con l’anniversario della morte di Francesco Lorusso, crivellato 39 anni fa dai proiettili sparati da un carabiniere, sia a Napoli con l’inizio del processo contro gli assassini di Davide. Una coincidenza che vedrà le due città ricordare i due eccidi, tanto distanti nel tempo quanto vicini nella mente di chi lotta: la promessa è quella di ricordare il piccolo Davide nel corteo in memoria a Lorusso, e viceversa, affinché entrambi continuino a vivere nelle lotte sociali di oggi e del futuro.
Riportiamo qui di seguito acuni estratti audio dell’ incontro:
1 – padre di Davide
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2 - “Associazione Davide Bifolco il dolore non ci ferma”
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3 - La rete di solidarietà “verità e giustizia per Davide Bifolco”
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4 - Infoaut Bologna
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