InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ponte Mammolo, il potere logora la città

Lo sgombero, attuato con la forza e senza dare un esatto preavviso, ha costretto alcuni migranti usciti per andare al lavoro a tornare di corsa trovando i propri effetti personali e anche i documenti sepolti sotto le macerie create dalle ruspe. Di fronte alla resistenza opposta dagli abitanti dell’insediamento, ci sono state violente cariche e anche l’arresto di un migrante che, secondo le poche notizie trapelate, è stato tradotto in carcere in isolamento per aggressione, e impossibilitato per diverse ore a nominare un avvocato.

Fin dalle prime ore i solidali e i cittadini accorsi a Ponte Mammolo per portare solidarietà e aiuti di prima necessità agli sgomberati hanno tenuto assemblee ed incontri con i migranti per comprendere quali passi intraprendere, e come inchiodare le istituzioni ad assumersi la responsabilità per uno sgombero giustificato ipocritamente con la necessità di intervenire rispetto alle condizioni igienico-sanitarie della baraccopoli, salvo poi lasciare per strada senza acqua, cibo, bagni centinaia di persone.

Mercoledì 13, nel pomeriggio ci siamo mobilitati insieme ai rifugiati in occasione della visita del neo-prefetto Franco Gabrielli al IV Municipio per chiedere conto dello sgombero, della condizione di abbandono in cui sono stati lasciati i migranti cacciati dalle proprie case e delle soluzioni da mettere in campo per stanziali e transitanti. Come prevedibile, la risposta delle istituzioni è stata nulla.

Se da un lato si sono promesse generiche soluzioni per i rifugiati già stanziali, nessuna tempistica è stata data per la riallocazione nel circuito dell’accoglienza (definito dalle stesse istituzioni presenti “al collasso”), né soluzioni immediate per chi a tutt’oggi vive nel piazzale della metro di Ponte Mammolo (tra cui molte famiglie con bambini, minori non accompagnati e persone che avrebbero bisogno di cure mediche immediate). Con un atteggiamento alquanto nervoso, durante l’incontro a cui hanno partecipato gli sgomberati, i movimenti e le associazioni “specialiste del settore”, le istituzioni e in particolare il Prefetto hanno anche negato la propria responsabilità politica sullo sgombero, benché sia emerso come sia stato deciso e sollecitato dall’assessorato di quella stessa Francesca Danese che sui giornali parla di riallocazione per tutti i migranti, affermando di aver sanato una situazione di degrado per ripristinarne una più dignitosa. La verità è che solo 70 degli sgomberati sono entrati in tarda mattinata nel centro di accoglienza Baobab, noto tra l’altro alle cronache per l’inchiesta su Mafia Capitale (altro che discontinuità), che ha poi preso in carico altre 130 persone, prevalentemente transitanti ma non provenienti da Ponte Mammolo. Rispetto alla lista degli aventi diritto secondo l’assessorato, resa nota in serata, dal centro di via Cupa sono rimaste fuori altre 70 persone, finite per strada insieme ad altri 200 sgomberati non censiti. In tanti hanno rifiutato di tornare al centro Baobab, da cui erano scappati in passato preferendo accamparsi in baracche di fortuna.

Un ulteriore elemento che testimonia la totale irresponsabilità delle istituzioni, venute sul posto solo per fare lo show a favore di telecamere, riguarda la bomba ecologica creata per l’intero quartiere Tiburtino. Il presidente del IV Municipio Sciascia, che nei giorni precedenti allo sgombero si è opposto fermamente a qualunque soluzione alternativa nel territorio, di fronte alle domande di cittadini, giornalisti e attivisti presenti sul campo ha continuato a negare la presenza di amianto nell’insediamento, e che quindi l’abbattimento in corso non stava provocando alcun rischio ambientale. Peccato che un operatore che ha partecipato al periodico meeting che si teneva all’ASL per vagliare le condizioni igienico-sanitarie del campo ha confermato a più riprese che 3 giorni prima dello sgombero, tra i fattori di rischio da tenere in considerazione per un possibile “trasferimento” e per la bonifica del terreno (di proprietà demaniale), è stato menzionato proprio l’amianto nelle tettoie delle baracche, costruite con materiali di risulta. Una sostanza le cui polveri sono mortali, che è stata lasciata all’aria aperta senza alcuna precauzione e senza avvertire le vicine case popolari. Presenza che è stata confermata nell’incontro di mercoledì con il prefetto Franco Gabrielli, lo staff della Danese e il presidente del IV Municipio Sciascia, parlando di un presunto smaltimento che sarebbe avvenuto senza che nessuno l’abbia però notato, e senza offrire alcuna tempistica certa sulla bonifica della discarica lasciata dalle ruspe.

Intanto, iene e sciacalli si sono assiepati in queste ore a Ponte Mammolo per speculare ancora una volta mediaticamente, politicamente ed economicamente sui corpi dei/delle migranti. Cooperative, associazioni parte della gestione dell’emergenza, da un lato, politicanti bipartisan e giornalisti alla ricerca dello scandalo sulla pelle del criminalizzato di turno. Molto più forte e significativa è stata invece la solidarietà spontanea, dal basso del quartiere e soprattutto delle vicine occupazioni, che hanno garantito il livello umanitario di base recuperando la matrice operaia e solidale del quartiere Tiburtino, le cui case popolari sono nate dalle lotte dei baraccati, le cosiddette “case delle sette lire”. Non sono mancati certo i discorsi contraddittori e apertamente razzisti, da disinnescare nella quotidianità del lavoro delle reti territoriali, delle occupazioni e degli spazi sociali presenti sul territorio.

L’arroganza e l’inanità delle istituzioni dimostrano due aspetti: il primo, di carattere generale, è che la partita dirimente si gioca intorno alla contrapposizione legalità vs diritti, dove chi non ha “titolo” diventa il capro espiatorio delle politiche di austerità, a costo di calpestare i diritti più basilari. Un attacco preordinato nei confronti della povertà, a cui assistiamo quotidianamente con le politiche migratorie di Italia e Ue, la negazione delle residenze agli occupanti (e quindi del diritto alla salute e all’istruzione, l’impedimento del rinnovo del permesso di soggiorno), la violenza con cui vengono eseguiti gli sfratti e gli sgomberi nelle case popolari militarizzando interi quartieri, la rivendicazione (e difesa manu militari) di grandi opere e riforme che non fanno altro che imporre un modello di precarietà di vita che rende l’accesso alle risorse riservate “a chi ha titolo e credito”, escludendo una fetta sempre più ampia della popolazione, milioni di non solvibili.

Il secondo aspetto è il conclamato fallimento della gestione del sistema di accoglienza basato esclusivamente sulle tante emergenze create e gestite da cooperative e crogioli di interessi politico-economici compiacenti. Al prevalere dell’ipotesi “legalità vs diritti”, infatti, ha corrisposto anche un taglio deciso dell’ipotesi di gestione delle risorse riservate a questi bacini di interesse, diventati oltretutto scomodi sul piano dell’opinione pubblica in quanto veri e propri buchi neri di corruzione, malaffare ed interessi mafiosi (come ha dimostrato Mafia Capitale, le cui emanazioni peraltro continuano a gestire centri di accoglienza, C.A.A.T e a speculare sul business dei campi).

Di fronte a questo duplice scenario, ribadiamo ancora una volta che nostro interesse è essere parte del problema per il partito della precarietà, del manganello e della legalità ad ogni costo da un lato, e dalla gestione delle emergenze dall’altro. Come dimostrano le scintille del Bronx di Torrevecchia, il corteo del 25 aprile che ha attraversato Tor Sapienza, la stessa mobilitazione dei migranti sgomberati, la resistenza opposta a sfratti e sgomberi di case popolari e spazi sociali, la prateria può essere incendiata dalle solidarietà e dal calore delle lotte, senza aspettarsi nulla da istituzioni che hanno interesse a sedersi solo con chi è interessato a spartirsi il business delle emergenze o, al più, a gestirle di concerto con gli interessi politici del momento.

Noi dal nostro canto non possiamo che ribadire solidarietà a tutti i/le sgomberati/e di Ponte Mammolo e a invitare tutti e tutte ad unirsi ai percorsi di lotta meticci e solidali che portiamo avanti ogni giorno, per riprenderci casa, diritti e dignità. Ci vediamo nelle strade, nei prati e nei boschi.

#Romasibarrica

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

mafia capitalemigrantiponte mammoloromasfrattisgomberi

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

‘Nessun paradiso senza Gaza’: intervista esclusiva di Palestine Chronicle al rivoluzionario libanese Georges Abdallah

Traduciamo da The Palestine Chronicole questa lucida e approfondita intervista del 13 agosto 2025, a Georges Abdallah.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

E’ uno sporco lavoro / 3: Hiroshima Nagasaki Russian Roulette

Sono ancora una volta delle parole, in parte esplicite e in parte giustificatorie, quelle da cui partire per una riflessione sul presente e sul passato di un modo di produzione e della sua espressione politico-militare.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il laboratorio della guerra. Tracce per un’inchiesta sull’università dentro la «fabbrica della guerra» di Modena

Riprendiamo questo interessante lavoro d’inchiesta pubblicato originariamente da Kamo Modena sul rapporto tra università e guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Più conflitti, meno conflitti di interesse

“Le mie mani sono pulite” ha detto il sindaco Sala nella seduta del consiglio comunale dove ha sacrificato il suo capro – l’assessore all’urbanistica Tancredi, coinvolto nelle indagini della procura milanese su alcuni (parecchi) progetti di trasformazione urbana.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

STOP RIARMO “Se la guerra parte da qua, disarmiamola dalla città!”

Riprendiamo e pubblichiamo il documento uscito sul canale telegram del percorso @STOPRIARMO che a Torino ha organizzato una prima iniziativa qualche settimana fa. Il documento traccia un quadro composito del sistema guerra nei vari ambiti della produzione e della riproduzione sociale oltre a lanciare alcuni spunti rispetto a ipotesi di attivazione.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Robert Ferro – Dove va l’Europa? Crisi e riarmo nel cuore dell’Unione

Dal welfare al warfare, dall’automotive al carroarmato, dall’«Inno alla gioia» di Beethoven alla «Marcia imperiale» di Dart Fener. Nel cambio di tema che fa da sfondo all’Europa, l’imperialismo colpisce ancora. 

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Raffaele Sciortino – L’imperialismo nell’era Trump. Usa, Cina e le catene del caos globale

Che cos’è l’imperialismo oggi, nell’era di Trump? da Kamo Modena Non è una domanda scontata, né una mera speculazione teorica; al contrario, siamo convinti che sia un nodo fondamentale, tanto per chi vuole comprendere il mondo, quanto per chi mira a trasformarlo – partendo, ancora una volta, da dove si è, da dove si è […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dal margine al centro: ripensare il/i Sud tra giustizia sociale e territoriale

Parlare del margine, per Jacques Derrida, significa, in realtà, parlare del centro.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

I Costi Planetari dell’Intelligenza Artificiale

“Artificial Intelligence is neither artificial nor intelligent.” – Kate Crawford, Atlas of AI

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Mimmo Porcaro – L’Italia al fronte. Destre globali e conflitto sociale nell’era Trump

La tendenza alla guerra delle società capitalistiche è diventato un fatto innegabile, lo vediamo sempre più concretamente; ed è una dinamica che arriva a toccarci sempre più direttamente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’11 settembre No al summit della guerra a Roma!

È stato annunciato dal Sole 24 Ore il primo “Defence Summit”, appuntamento programmato dal giornale di Confindustria per l’11 settembre a Roma.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cosa c’è dietro l’operazione dei Carabinieri contro il Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma?

Riprendiamo il comunicato di Autodifesa Abitativa: Questa mattina 8 tra attiviste e attivisti del Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma hanno subito la perquisizione dell’abitazione e del posto di lavoro con il sequestro dei cellulari, dei computer e di materiale cartaceo di varia natura. Un’operazione con uno spropositato dispiegamento di personale dei Carabinieri e […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

2025. Los Angeles. California

Il 6 giugno, agenti dell’ICE hanno condotto blitz in vari punti della città: Fashion District, Home Depot e una grossa azienda tessile. Oltre cento arresti. da Nodo Solidale Le strade hanno risposto: molotov, blocchi di cemento, barricate e auto in fiamme. I manifestantihanno resistito con determinazione, trasformando la città in un campo di battaglia contro […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Roma: Manifestazione nazionale no dl sicurezza. “Alziamo la testa contro lo stato di paura”.

Sabato 31 maggio migliaia di persone si sono radunate a Roma per manifestare contro il nuovo DDL sicurezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Roma: il DL Sicurezza approda alla Camera. Cariche contro il corteo dei movimenti

AGGIORNAMENTO LUNEDì 26 MAGGIO POMERIGGIO – Alla Camera il governo ha aubito posto la fiducia sul Dl Sicurezza. Sempre a Roma la rete “A Pieno Regime – no Dl Sicurezza” oggi pomeriggio si è ritrovata in Piazza Barberini per raggiungere il Parlamento, trovandosi però davanti uno sbarramento poliziesco su via del Tritone, che ha impedito […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al CSOA La Strada

Ennesimo attacco sionista al CSOA La Strada. Questa volta più pesante degli altri perchè non essendo riusciti ad entrare nel centro sociale hanno messo un ordigno all’entrata cercando di sfondare il portone. Un quandrante di città quello di Roma  su che vede già ormai da tempo agire i sionisti della Brigata T (cosi si sono […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sicurezza

Blitz del governo, approvato il decreto Sicurezza, varato dal governo Meloni nel Consiglio dei ministri di ieri sera.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Lettere dal nuovo incubo americano

USA. Persone migranti, non importa se regolari o meno, vengono rastrellate per strada, sequestrate da uomini dal volto coperto e senza divise o distintivi, e sbattute in pulmini neri per poi scomparire nei centri di detenzionea dell’ICE (U.S. Immigration and Customs Enforcement).