Bologna: l’emergenza abitativa (non) è un problema di ordine pubblico
A Bologna l’emergenza abitativa (non) è un problema di ordine pubblico
da PLAT
Questa mattina la famiglia di Bouabid ed Hanan con le loro due bambine, una di 6 e l’altra di 4 anni, hanno subito la violenta esecuzione di uno sfratto per finita locazione.
Bouabid è un operaio, ha un contratto a tempo indeterminato in una piccola azienda con sede a Pianoro, ed ha sempre pagato l’affitto.
Purtroppo neppure il fatto di non essere mai stato moroso ha salvato la famiglia di Hanan e Bouabid dall’ingiustizia di perdere la casa. Il proprietario di casa che, oltre all’immobile in cui viveva il nucleo familiare sfrattato, è proprietario di altri 5 immobili di cui uno vuoto ed inutilizzato da anni non ha voluto sentire ragioni.
Il dato che emerge oggi, con drammatica evidenza, è che: “la proprietà privata è sacra, e viene prima di tutto”. Queste sono le parole del proprietario di casa, questa è la realtà che ci restituisce uno sfratto eseguito con 28 agenti in tenuta antisommossa, la totale assenza dei servizi sociali e due bambine che lasciano la loro casa senza sapere dove andare.
Ci domandiamo come sia possibile che diritti fondamentali come il diritto alla casa, all’istruzione, alla salute e ad una vita dignitosa, nonostante due minori coinvolte, vengano calpestati, infranti e ridotti a problemi ordine pubblico.
A Bologna il dramma dell’emergenza abitativa si consuma da anni, nel silenzio assordante delle istituzioni che non riescono a far fronte ad un disagio abitativo che colpisce sempre più famiglie.
E’ inaccettabile che dopo anni di lotte, con 6.000 domande di accesso alla graduatoria per l’edilizia popolare, il Comune di Bologna si limiti ad assistere, totalmente impotente, alle inaccettabili richieste di proprietari di casa che chiedono 300 € per un divano in soggiorno, 650 € per un monolocale senza riscaldamento in via del Pratello, per non parlare delle folli richieste di garanzie, che vanno ben oltre il contratto a tempo indeterminato, per stipulare un contratto di locazione.
Noi Attiviste e attivisti di Plat non siamo più disposti ad accettare, né a subire queste ingiustizie, riteniamo che l’ unica soluzione proposta alla famiglia di Buoabid, una camera d’albergo del costo di 700 € settimanali, violi palesemente il diritto ad una vita dignitosa che noi rivendichiamo per tutt@.
A Bologna di case vuote ce ne sono troppe….
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