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Cambogia. La polizia carica i lavoratori in sciopero per il salario

Motivo principale dello sciopero è il rifiuto da parte dei dirigenti della fabbrica di alzare la paga minima mensile da 74 a 88 dollari al mese, una decisione che ha scatenato le reazioni dei lavoratori e delle lavoratrici, sotto lo sguardo preoccupato della multinazionale statunitense Nike in uno dei suoi cinque stabilimenti in Cambogia, declinando ogni responsabilità alla fabbrica Sabrina Garnent Manufactoring.

Eppure, le dinamiche delle grandi multinazionali che hanno esportato a suo tempo le fabbriche di produzione in Cambogia, Bangladesh e così via, hanno una responsabilità diretta nel momento in cui, nella logica economica del profitto si ricercano più guadagni a basso costo, mentre alto è quello che pagano le migliaia di lavoratori e lavoratrici che vengono sfruttati all’interno delle fabbriche. Basti pensare che in Cambogia, l’industria dell’abbigliamento è il più grande percettore di esportazione che impiega circa 500mila persone in più di 500 fabbriche di calzature e abbigliamento. Solo l’anno scorso, lo stato del sud est asiatico ha spedito più 4 miliardi di dollari di prodotti negli Stati Uniti e in Europa.

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