Da Bologna a Torino: solidarietà ai picchetti del CAAT!
Ma la rabbia e la determinazione di chi da anni lavora come schiavo dentro i mercati torinesi, non può certo farsi spaventare da chi difende i lauti profitti delle trenta e più cooperative che gestiscono gli appalti presso il Caat con metodi da caporalato, sfruttando brutalmente i mille lavoratori per lo più migranti per pochi euro all’ora, e spesso al nero, mettendo di fatto in concorrenza gli “schiavi” del centro agro-alimentare, per lucrare ancora di più su chi è costretto a vendere la propria forza lavoro sotto il ricatto del permesso di soggiorno e del Cie.
Il picchetto ha più volte resistito all’intimidazione e alla violenza delle forze dell’ordine e le cooperative sono state costrette a fissare un incontro con il sindacato Si.cobas che sostiene i facchini, a dimostrazione che solo la lotta può strappare quei risultati che la controparte non è mai disposta a cedere se non vede minacciati i propri profitti, e che nulla si ottiene tramite le pantomime dei sindacati confederali, a parole preoccupati della dilagante disoccupazione e della difficoltà in cui si trovano milioni di precari e lavoratori, ma nei fatti complici delle politiche di austerity che sotto il governo Renzi, trovano una nuova faccia da spendersi in Europa…ma si sa, la lotta di classe smaschererà qualsiasi lacchè dei poteri forti, anche quelli del job act a targa Troika.
Quella di oggi a Torino, così come le lotte dei facchini milanesi di quest’oggi al Carrefour e Cassina, sono uno degli squarci di realtà più veritieri delle condizioni di vita e di impoverimento del territorio italiano a causa delle politiche neo-liberiste, che dentro il tempo della crisi ruotano intorno ai diktact dell’austerity e dell’indebitamento; squarci di realtà che sempre più da frammenti provano a ricomporsi in una trama collettiva insieme a chi lotta per il diritto all’abitare, chi contro le speculazione e le devastazione dei territori e chi ancora lotta nei molteplici conflitti territoriali per il reddito contro la precarietà ed il carovita. Dalla val di susa e dalle giornate romane di sollevazione del 18-19 ottobre ed del 12 aprile questa trama si fa più consistente e la resistenza dei facchini torinesi e milanesi ci fa puntare con ancora più determinazione dritti contro il vertice europeo di Torino sulla disoccupazione giovanile dell’11 luglio!
Il facchino paura non ne ha!
Alla lotta, ai picchetti!
Laboratorio Crash!
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