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DL Lavoro: incrementare la precarietà!

Per Renzi è tuttavia una corsa contro il tempo: il cosiddetto Jobs Act va infatti convertito entro il 19 maggio e, dopo il passaggio di oggi alla Camera, deve ancora passare per il Senato. Per questo motivo, per superare i dissensi in tempi rapidi da stamattina è in corso un vertice di maggioranza, mentre di fronte ai dubbi di Ncd e Scelta Civica, il Ministro dell’Economia Padoan difende a spada tratta il tanto decantato decreto, o meglio, lo specchietto per le allodole il cui tentativo propagandistico rimane chiaro. Tra le dirette conseguenze delle politiche che aumentano la flessibilità non è detto che ci sia sempre una ripresa della crescita economica (il più delle volte è vero il contrario) ma certamente si producono nuovi rapporti di potere tra le classi.

Leggendo realisticamente l’ennesimo decreto truffa, le nuove misure sanciscono la precarietà come forma normale e normalizzata di lavoro, ma esso rappresenta allo stesso modo un atto di propaganda e ideologico che stenta ad avere dei lineamenti di razionalità che ne riveli la sua utilità. Se non altro, il decreto sul lavoro dimostra la capacità mediatica di colpire le corde del malessere della gente, portando avanti l’illusione di una magica crescita che risolverà la mannaia della disoccupazione e con lei il malessere sociale che ne deriva.

Intanto i dati dell’Istat ci dicono che in Italia la deprivazione materiale (ovvero la sottrazione di quelli che sono i bisogni primari) nel periodo della crisi dal 2008 al 20012 è triplicata. Un totale di circa 1 milione e 150mila famiglie risultano infatti prive di lavoro, un dato che è cresciuto in maniera esponenziale tra 2010 e 2012 e che ben restituisce l’immagine reale della dimensione del problema a cui ora Renzi cerca di trovare soluzioni con decreti farsa. I milioni di disoccupati rappresentano intanto anche la realtà che rimane fuori dalla politica. Anche i famosi 80 euro in più in busta paga da maggio (promessi da Renzi e che sono tutti da vedere) non riguardano certamente nessuno di questo milione e 150 mila e più, e che continua a rappresentare un mondo sommerso che restituisce in questo modo il dato di maggior indice di astensionismo con cui l’esecutivo dovrà prima o poi fare i conti…. caro Renzi ci vediamo l’11 luglio!

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