Elezioni in Andalusia: regge il sistema clientelare del PSOE, Podemos cresce ma non fa l’exploit
Momento di allarme rosso e grossa fatica a nasconderlo nel Partido Popular, con Rajoy che si arrampica sugli specchi rivendicando una crescita di 300mila voti rispetto all’assoluto fiasco delle Europee pur di attutire gli effetti di un declino inesorabile e non solo rispetto alla regione: non a caso il day after è costellato di dichiarazioni contrastanti all’interno del partito; Rajoy di fatto ha cercato di deviare le polemiche sull’operato del candidato regionale,ma al contempo incassa una freddezza nemmeno più tanto velata dai componenti del suo Esecutivo.
Un balzo lo fa Ciudadonos, lista civica autonomista che ha dimostrato capacità di leggere la fase e fare leva sulla partecipazione dell’elettorato desideroso di guardare oltre il duopolio #PPSOE, come ormai è stato ribattezzato dai militanti di Podemos e non solo. Podemos che si accapparra il 15% dell’elettorato votante, dato che stempera le aspettative al rialzo date nei primi mesi del 2015 rappresentano un segnale che farà riflettere la formazione di Iglesias, tenendo conto di due fattori: il primo è se il definirsi “nè di destra né di sinistra” paghi al di là della crescita mirabile di consenso post-elezioni Europee del 2014, e il secondo se il voto andaluso porterà a possibili aperture e alleanze tattiche con fornazioni di sinistra in regioni che non siano baricentrali del suo attivismo partitico.
Dinamica che colpisce in questa fase politica è segnata dalla capacità di “Ciudadanos”, di risucchiare voti dal centro, in un gioco che ha portato probabilmente molto ex-elettori del PP a rifugiarsi nel PSOE, e molti ex-elettori del PSOE a traslare la preferenza a Podemos; un gioco in cui è rimasto tagliato fuori un 36% di astenuti e che ha confermato comunque una tendenza all’accentramento, laddove “Ciudadanos” ha frenato le aspirazioni di Podemos,
Una delle notizie passata in sordina riguardo alla domenica scorsa è stata che 202.904 andalusi residenti all’estero non hanno espresso preferenza. Mentre si parla dell’aumento della partecipazione alle elezioni del 3% rispetto al 2012 non si è menzionato più di tanto il fatto che solo un 3,8% ha votato dall’estero. Dato in realtà non da poco se consideriamo che la comunità andalusa è la terza per numero di nativi stabilitisi oramai oltre confine.
Già un giorno dopo le elezioni comunque le ombre sul “cambiamento” tanto declamato dal PSOE si sono ricondensate, tant’è che la Guardia Civil ha compiuto proprio lunedì una maxi operazione di arresti che vedono coinvolte una ventina di politici facenti parte o ormai ex della Giunta Regionale per frode legata a finanziamenti di corsi di formazione; arresti che, non a caso, non sono stati effettuati prima per non minare la legittimità già in crisi dei partiti del vecchio bipolarismo post-franchista, che ha comunque saputo reggere all’ importantissimo primo banco di prova delle urne di questa primavera..
La partita in Andalusia ora si farà in base a ciò che il PSOE riterrà maggiormente opportuno per una sua tenuta nelle altre comunità: la governabilità rimane comunque piuttosto instabile, e peserà moltissimo la scelta se avvalersi di una alleanza con Ciudadanos o quella addirittura non escludibile con il PP.
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