G20 a Roma: lavoratori e movimenti sociali contro i “potenti della terra”
Venerdì 30 e Sabato 31 ottobre si terrà a Roma il 16° G-20, meeting internazionale tra i venti paesi più influenti al mondo nato nel 2008 per architettare una risposta globale alla “grande recessione” del 2007-08.
Di seguito tentiamo di fornire delle linee guida ed informazioni circa le mobilitazioni lanciate dal mondo del lavoro e dai movimenti sociali.
Iniziamo dal sottolineare come anche in questo frangente, la costruzione italiana del meeting è divenuta occasione costante di beatificazione del Banchiere Premier Draghi.
E’ superfluo dire che i quattro punti principali dell’agenda: pandemia/vaccini, fiscalità globale, cambiamento climatico, e situazione afghana, già da noi trattati qui e qui, non sono stati decisi dal “Banchiere” ma chiaramente imposti dal precipitare degli eventi in ognuno degli ambiti citati.
L’unico obiettivo annunciato della leadership internazionale e momentanea di Draghi era persuadere Putin e Xi a partecipare di persona. Obiettivo fallito, e oltre ai già citati rimane a casa e in collegamento anche il neo Primo Ministro Giapponese, Fumio Kishida.
L’assenza di queste tre figure non depone a favore della riuscita del meeting, che come spesso accade viene annunciato come decisivo e radicale.
Senza entrare nuovaamente nel merito dell’agenda, spendiamo qualche parola in più sulla narrazione che sta girando intorno alle mobilitazioni organizzate.
A distanza di anni, il mondo del lavoro e i movimenti sociali sono tornati a lanciare una contestazione alla riunione dei “grandi della terra”.
Nonostante i tentativi intimidatori e liberticidi della questura e prefettura di Roma, la manifestazione si terrà sabato 31 ottobre alle ore 15. (Piramide, evento qui)
Dal 29 al 31 ottobre saranno inoltre possibile partecipare al climate camp, iniziativa che ormai accompagna pressoché tutti i meeting internazionali. (Informazioni disponibili qui.)
Sulla scia delle proteste dei “no green pass” e di quanto avvenuto a Roma sabato 16 ottobre, il giornalistico mass mediatico, ormai ai limiti del monarchico e regolarmente imboccato dalle forze di polizia, ha colto l’occasione per lanciare una campagna allarmistica contro le possibili proteste contro il G20.
In un unico calderone troviamo l’antagonismo sociale, i sindacati di base, i no tav, i lavoratori e le lavoratrici della GKN, i fascisti, i no vax, tutti affrontati tramite una zona rossa nel quartiere EUR di 10 km quadrati.
Consapevoli della parzialità della risposta contro-organizzativa a questo vertice, pensiamo sia necessario ristabilire rapidamente la capacità collettiva di occupare le strade e manifestare, così come invadere nuovamente lo spazio comunicativo pubblico, affermando che l’espressione dell’opposizione sociale non è qualcosa di contrattabile in virtù della gestione pandemica.
Ci vediamo nelle strade.
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