Gli specializzandi contro il ministro Balduzzi
Torino – Circa duecento specializzandi di medicina hanno occupato l’aula in cui si svolgeva un convegno con la presenza del ministro Balduzzi. Gli specializzandi hanno esposto lo striscione , dunque hanno letto un documento di protesta contro la parte del decreto legge del 2 marzo che equipara i redditi da borsa di studio a quelli da lavoro dipendente e ne prevede la tassazione oltre gli 11.500 euro all’anno. Quindi dottorandi, assegnisti e specializzandi oltre ad essere spesso utilizzati come forza lavoro a basso costo, senza le tutele che un dipendente avrebbe (ferie, mutua ecc…), dovranno pure pagare le tasse sui miseri quattrini che ottengono dalle borse di studio!
Iniziative di protesta sono avvenute in molte città italiane: a Bologna la protesta è diventata un corteo contro la decisione del governo Monti; Bari è stata proclamata l’astensione dalla prestazioni per tre giorni, mettendo a rischio l’assistenza al Policlinico; scioperi negli ospedali anche a Firenze , mentre a Milano sono stati promossi presidi e iniziative in strada, davanti al tribunale e poi in piazza Cavour, per sensibilizzare l’opinione pubblica.
«Questo – ha risposto Balduzzi agli specializzandi di Torino- non è tempo di promesse nè vere nè false. Io non ve ne faccio. Ma domani, se a Roma una vostra delegazione salirà al Ministero, troverà qualcuno pronto ad ascoltare. Apriremo un tavolo». Una reazione che non stupisce: il ministro si trova di fronte ad una situazione che in tutti gli atenei italiani è potenzialmente esplosiva, inoltre, in questi giorni, gli specializzandi stanno scioperando con la possibilità addirittura di paralizzare alcuni ospedali. Balduzzi sa che la strada migliore è la diplomazia, sperando che il problema si sgonfi in un susseguirsi sfiancante di tavoli di contrattazione, discussioni pacate ed inconcludenti. Il presidente della regione Piemonte Cota, probabilmente in cerca di consensi per una Lega Nord in crisi di credibilità, dichiara: «Sono pronto a fissare un incontro per vedere se e come la Regione può intervenire. Cercheremo di capire se attraverso i risparmi generati dalla nostra riforma sarà possibile reperire quanto lo Stato ha tolto al sostegno allo studio». Nonostante Cota voglia presentarsi, seguendo il suo partito, come un’opposizione (di destra) al governo Monti, gli studenti piemontesi ricordano simili dichiarazioni quando la sua giunta regionale tagliò drasticamente i fondi per il diritto allo studio. Ma la giornata di lotta, caratterizzata dagli scioperi, ha prodotto dei risultati, infatti è notizia dell’ultimo minuto che la commissione finanze della camera abbia approvato l’emendamento contro la tassazione sulle borse. Nonostante l’iter parlamentare sia ancora lungo, questo rappresenta comunque un primo risultato della mobilitazione.
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