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Ikea minaccia licenziamenti ma la protesta continua

La giornata di blocchi di oggi è la conseguenza della rottura del tavolo di trattativa di martedì sera. Infatti ieri l’azienda ha confermato che non voleva reintegrare quattro lavoratori inscritti al sindacato SI Cobas. I lavoratori però sono rimasti uniti in difesa dei loro compagni e hanno deciso di proseguire lo sciopero e i picchetti ad oltranza.

Oggi per paura di alzare i toni prima della manifestazione cittadina di questo pomeriggio (ore 17.30) la polizia ha evitato ogni provocazione e momento di tensione. L’azienda Ikea invece ha annunciato un  “riposizionamento dei volumi” nello stabilimento di Piacenza a partire da domani, con la perdita di 107 posti di lavoro. La notizia è stata data  dal consorzio Cgs, fornitore di servizi a cui fanno capo le cooperative Cristall, Euroservizi e San Martino.

In un comunicato Ikea scrive: “La progressiva riduzione dell’attività della piattaforma logistica di Piacenza  è valutata con estrema attenzione dalla Casa madre dove si stanno predisponendo ipotesi di scenari alternativi nel sistema di approvvigionamento delle merci. Il perdurare di uno stato di turbolenza o addirittura l’impossibilità di continuare ad utilizzare questo Polo metterebbe a repentaglio un progetto occupazionale e di sviluppo che aveva fino ad ora offerto una eccellente alternativa alla perdurante crisi”.

Chiara la mossa tutta politica dell’Ikea che si regge su giustificazioni fragili, come quelle della crisi del settore logistico aziendale piacentino che, dati aziendali alla mano, ha subito solo una lieve flessione, soprattutto su un polo logistico che rifornisce non solo tutti i punti vendita ikea italiani, ma quelli del meditteraneo orientale. Si capisce subito la centralità di un comparto strategico ben saldo sul territorio piacentino e che non si smobilità e si dismette certo in due giorni.

Il tentativo dell’azienda è quello di mettere i lavoratori uno contro l’altro usando la minaccia occupazionale e giocando la carta dei sindacati concertativi come soggetti responsabili che facendosi carico della linea aziendale, in nome della difesa del lavoro e non dei lavoratori, possano contribuire a spezzare quell’unità e solidarietà che sempre più assumono tratti organizzativi e produttivi di soggettività.

Oggi pomeriggio ci sarà in città un nuovo passo in avanti per la lotta dei lavoratori, ma a questo punto con l’annuncio immediato di licenziamento di ulteriori 107 lavoratori e lavoratrici la situazione potrebbe allargarsi. Naturalmente il padrone e la polizia in questo momento stanno usando tutti i mezzi possibili per ricattare i lavoratori che essendo per la maggior parte migranti vivono una condizione di precarietà e ricattabilità ulteriore.

Ma già domani continueranno i blocchi, e questa è la risposta alle minacce dell’azienda da parte di questi lavoratori che non vogliono più passare da vittime ma sono decisi a lottare fino in fondo.

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