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‘Il 1 maggio non è un giorno di festa, ma un giorno di lotta’

La composizione è molto larga, lo spezzone di apertura colorato e comunicativo, con dei fusti tossici di cartapesta e delle case di cartone sul carro di apertura. Ben precise le parole chiave e gli obiettivi. «Siamo oggi in piazza contro la precarietà che impongono alle nostre vite, contro l’inquinamento e la devastazione ambientale, contro il Jobs Act e il piano casa del governo Renzi e contro la repressione a chi ogni giorno lotta per il diritto ad una vita dignitosa», dichiarano i manifestanti. Ad aprire la manifestazione c’è uno striscione che rivendica appunto la libertà per Ugo e Salvatore, il primo uno studente dell’Orientale arrestato il 12 Aprile a Roma, e l’altro un disoccupato B.R.O.S., entrambi agli arresti domiciliari.

L’appuntamento è alle 16 a Piazzale Tecchio e, durante il suo tragitto, il corteo lascia più di un segno del suo passaggio. Vengono individuati e sanzionati, infatti, tutti quei luoghi simbolo della situazione in cui versa il paese e, in particolare, il quartiere di Bagnoli. Su via Diocleziano vengono apposti dei “sigilli popolari” al centro per l’impiego, mentre alla sede di BagnoliFutura si effettua un sequestro popolare. Entrambi i luoghi sono colpevoli di essere inutili e dannosi. Continuando nel suo percorso, il corteo passa affianco la zona della Ex-Nato e un gruppo di attivisti taglia simbolicamente le reti che ne delimitano il perimetro, per sottolineare la volontà di un quartiere di riprendersi uno spazio enorme prima che lo facciano speculatori e agenzie private.

Dopodiché si riprende, entrando nel cuore del quartiere di Bagnoli, per finire il corteo entrando nell’Ex Bancarotta, uno dei tanti simboli della mala gestione di questo territorio martoriato. Occupato il 2 giugno 2012, diventa in poco tempo un punto nevralgico di aggregazione per il quartiere, fino al maxi-sequestro per disastro ambientale di un anno fa ad opera della magistratura, che ne impone la chiusura insieme a tante altre attività del litorale. Col tempo però tutte le attività vengono dissequestrate, tranne Bancarotta. Almeno fino al “dissequestro popolare” di ieri.

Cronca di Zero81

 

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