La Torino indignata
Un colpo d’occhio inaspettato ha accolto chi, impossibilitato a partecipare alla manifestazione nazionale a Roma, ha deciso di raggiungere piazza Castello per rispondere con la propria presenza all’appello lanciato via face book neanche il giorno prima. Almeno 2000 persone, raggiunte esclusivamente attraverso il social network ed il passaparola, hanno riempito la piazza centrale torinese ed hanno animato dapprima un presidio e poi un corteo che si è innervato lungo le arterie centrali della city torinese. Il corteo, partito spontaneamente dopo circa un’ora di presidio, ha infatti toccato i simboli ed i luoghi di quella profonda ingiustizia che è denunciata da un movimento ormai cresciuto su scala mondiale. Oggetti della contestazione sono state la sede centrale della banca S.Paolo, simbolo delle speculazioni che, dalla sede di piazza S.Carlo, colpiscono e devastano l’economia nazionale; la ormai celeberrima sede di Equitalia, già oggetto di determinate e partecipatissime contestazioni, non solo a Torino. Sino a giungere alla sede di Bankitalia, vero e proprio monumento allo strapotere dell’economia capitalistica e vampiresca che detta i dogmi delle politiche europee. Lì, ad attendere il corteo, c’era un plotoncino di una decina di poliziotti, piuttosto terrorizzati, che sono stati oggetto di un’ampia e vivace contestazione. Dalla Valsusa alle notizie che si rincorrevano circa gli scontri nella piazza romana, l’indignazione verso l’operato delle forze dell’ordine ha pervaso tutto il corteo che ha voluto urlare il proprio dissenso a chi risponde con i gas, i manganelli e gli arresti alle sacrosante rivendicazioni della popolazione. Il corteo si è poi sciolto alle 18,30 nella piazza da cui era partito, mentre veniva raggiunto dalle notizie che raccontavano una storica giornata di lotta nella capitale. Con la chiara e cristallina determinazione a far sì che, questo 15 ottobre, rappresenti uno snodo fondamentale per intensificare e far crescere esponenzialmente questo movimento antisistemico, in ogni città, paese, piazza, strada, con l’obiettivo pragmatico e dichiarato di mandare a casa questa classe dirigente, cestinare ed archiviare questo sistema agonizzante e costruire percorsi aut organizzati che, dal basso, siano capaci di imporre una reale alternativa.
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