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Corteo del 15 ottobre: è di nuovo vendetta democratica

Questa mattina a piazzale Clodio si è svolta l’ennesima udienza del processo relativo ai fatti del 15 ottobre 2011, che coinvolge 17 manifestanti imputat* a vario titolo per i reati di devastazione e saccheggio, resistenza pluriaggravata e tentato omicidio.

La giornata si è aperta con la requisitoria del p.m. che ha assunto toni patetici, teatrali e molto poco giuridici, basandosi, tra l’altro, su prove inconsistenti e anche sulla strumentalizzazione di dichiarazioni di testimoni della difesa. I video e le foto mostrati in aula, accompagnati dalla parole del p.m. e dalla lettura di dichiarazioni delle forze dell’ordine, sembravano il triste tentativo di rinchiudere entro gli stretti confini della “devastazione” e del “saccheggio” quella che, invece, è stata una manifestazione di dissenso, di rabbia e di resistenza alle cariche e ai caroselli di piazza San Giovanni.

Una simile ricostruzione della giornata ha portato il p.m. a richiedere pene assurde che vanno dai 3 agli 11 anni di reclusione e la cui lettura in aula è stata resa ancora più dura e amara dalla pronuncia del nome di Chucky, il compagno (imputato anche lui) che ci ha lasciato poco tempo fa. La reazione dei solidali e delle solidali present* in aula era scontata ed ha portato ad una sospensione del processo, che si è riaperto dopo pochissimo con le conclusioni e le richieste della parti civili. Inutile dire quanto ridicole possono risultare le posizioni di chi (Atac, Ama, Roma Capitale, Ministero dell’Interno, della Difesa e dell’Economia) ogni giorno devasta e saccheggia (loro si, realmente!) le nostre vite e che, invece, in quella sede non solo si permette, per bocca dei rispettivi avvocati, di utilizzare toni moralizzatori e drammatici per descrivere i fatti di quella giornata, ma, in alcuni casi arriva addirittura ad azzardare valutazioni in merito alla democraticità dei cortei degli ultimi anni. La conclusione è che, a titolo di risarcimento danni, la cifra complessivamente richiesta risulta essere di oltre 3 miliardi di euro. È opportuno sottolineare che in questa cifra sono compresi i 50000 euro chiesta titolo di risarcimento per danni all’immagine da Roma Capitale, da quella stessa amministrazione, cioè, immischiata nei loschi e vergognosi traffici di Mafia Capitale.

Eravamo già consapevoli che quello sul 15 ottobre sarebbe stato un processo politico, un attacco frontale ai movimenti e, più in generale, agli esponenti delle classi più marginalizzate che quel giorno hanno espresso la loro rabbia per le strade di Roma. E se il processo è politico, allora anche la risposta deve essere politica: la solidarietà è un’arma e l’auspicio è che quest’arma possa diffondersi sempre di più.

L’appuntamento è per il 29 ottobre prossimo, giorno in cui parleranno gli avvocati della difesa.

Il 15 ottobre c’eravamo tutt*!

 

Vedi anche: Corteo del 15 ottobre: poliziotto indagato per falsa testimonianza

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