LAVORO: “CLAUSOLA SOCIALE” FACOLTATIVA? A RISCHIO UN MILIONE DI LAVORATRICI E LAVORATORI DEGLI APPALTI PUBBLICI
Un milione di lavoratori e lavoratrici a rischio precarietà: 350mila solo in Lombardia. Si tratta di dipendenti impegnati nel settore pulizie, mense collettive, vigilanza, musei e tanto altro ancora in appalto per tutto il comparto pubblico.
Il nuovo codice degli appalti (una delle “riforme” che Governo e Commissione Europea hanno concordato in sede di PNRR) è già stato approvato al Senato e ora è sbarcato alla Camera. Il testo, denunciano i sindacati confederali, “elimina l’obbligo di inserire nei bandi di gara degli appalti ad alta intensità di manodopera una clausola sociale che ha il fine di promuovere la stabilità e continuità occupazionale del personale impiegato, prevista dall’attuale art.50 Codice dei Contratti Pubblici, prevedendone invece la sola facoltà”.
Si tratta di lavoratori e lavoratrici, aggiungono Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e la Uiltrasporti, “deboli, a basso reddito e occupati in comparti spesso essenziali: ospedali, strutture socio-sanitarie, scuole, ministeri, uffici pubblici e di conseguenza anche per la collettività”. Nel Bresciano sono almeno duemila le persone coinvolte, di cui almeno 400 solo nel perimetro degli Spedali Civili. Lunedì 11 aprile c’è stata una prima mobilitazione, con presidi sotto le Prefetture di tutta la Lombardia.
L’intervista a Giuseppe Leone, segretario Filcams Cgil Brescia. Ascolta o scarica
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