L’intimidazione per governare la paura. Solidarietà agli studenti e alle studentesse di Pavia!
Quando, in un paese in crisi come il nostro, i media danno risalto alle cazzate di un ministro che teme una ‘nuova stagione di attentati terroristici’ vuol dire che c’è qualcosa di grosso in ballo. Lo possiamo sentire nelle piazze, nelle scuole, sui luoghi di lavoro e nelle università: non è la nascita di improbabili formazioni armate, ma la voglia di ribellarsi ad un sistema che ci sta rendendo sempre più precari e sotto attacco, insomma un sistema ormai diventato insopportabile. Il ceto politico, la casta o qualsiasi nome gli si voglia dare, che da anni approva leggi ingiuste, si sente traballare il terreno sotto i piedi e comincia a temere, ad avere paura! Allo stesso modo non dormono sonni tranquilli le banche, le grandi imprese, le agenzie finanziarie, etc, che da quelle leggi e da questo sistema traggono enormi profitti rapinando la ricchezza che noi produciamo… per difendersi devono ricorrere all’intimidazione e alla minaccia, come tutti i regimi odiati dalle loro popolazioni.
È in questa dimensione che siamo obbligati a leggere le 57 denunce che hanno colpito studenti e studentesse di Pavia, a cui esprimiamo la nostra solidarietà. La loro colpa è stata quella di essersi riappropriati di uno spazio abbandonato dall’università, per costruire uno studentato autogestito, per riprendersi un segmento di quello che viene tagliato e negato, quindi di aver compromesso l’arricchimento dei ‘soliti noti’ della movida speculativa… Il rettore, chiamando le forze dell’ordine a sgomberare lo stabile, ha dimostrato, per chi ancora si culla nell’idea di una comunità accademica unita contro l’attacco alla ‘Cultura’, da che parte stanno le istituzioni universitarie, nell’epoca dei tagli al diritto allo studio e della privatizzazione dell’università.
Non è un caso che proprio ora vengano colpiti studenti e precari che, come a Pavia, si organizzano per riprendersi quanto viene precluso; è il tentativo disperato di un sistema in crisi che prova a frenare le spinte di cambiamento che arrivano dal basso. Il 15 ottobre è stata una prima scadenza che ha lasciato intravedere la possibilità di un autunno carico di lotte e conflitti, eventualità che spaventa terribilmente chi, tra gli scranni del parlamento o dei salotti altolocati, sta continuando ad accumulare ricchezze, espropriando diritti, navigando in un mare di privilegi. Il #15oct ha dimostrato che sempre più persone sono disposte a mobilitarsi in tutto il mondo; la piazza romana ha espresso, nella sua complessità e molteplicità, la voglia di una lotta radicale contro l’austerity, il debito, la crisi.
Ripartendo dall’esplosione di piazza San Giovanni, continuiamo a lavorare senza paura per una grande stagione di lotte, non facendoci intimidire dalle manovre repressive, destinate al fallimento perchè sbattute contro chi ha il coraggio, l’entusiasmo e il desiderio di sognare e costruire un mondo differente dallo schifo esistente. Rinnoviamo la solidarietà e l’appoggio agli studenti e alle studentesse di Pavia, la lotta – tutti assieme – continua!
Collettivo Universitario Autonomo – Torino
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