Milano: sgomberata l’occupazione abitativa di Via Esterle
A Milano le forze dell’ordine, in gran numero, hanno iniziato all’alba di martedì 29 agosto lo sgombero dell’occupazione abitativa di via Esterle. Lo stabile è di proprietà del Comune guidato dal sindaco Beppe Sala. Occupato da 6 anni per scopi abitativi dalla rete Ci Siamo, l’immobile è ora stato assegnato alla Casa della cultura islamica per la realizzazione di una moschea.
Lo sgombero ha visto una risposta degli occupanti, da giorni in presidio permanente: alcuni sono saliti sul tetto mentre altri, assieme a numerose realtà antagoniste milanesi, sono in presidio fuori degli ex bagni pubblici di via Esterle, totalmente abbandonati a loro stessi prima dell’occupazione.
La corrispondenza della tarda mattinata di ieri dal tetto di via Esterle a Milano con Federico, di Ci Siamo – Rete Solidale. Ascolta o scarica
La nota di Ci Siamo – Rete Solidale:
“Da venerdì 25 agosto è iniziata una mobilitazione cittadina a difesa degli abitanti dello stabile comunale di via Esterle ai quali il Comune ha chiesto di liberare lo spazio per consegnarlo alla Casa della Cultura Musulmana che deve iniziare i lavori per la realizzazione della moschea. Agli abitanti, lavoratori stranieri sottopagati con contratti di lavoro di breve durata, non è stata proposta alcuna soluzione abitativa alternativa nonostante da oltre un anno le persone che abitano nello stabile e la Rete Solidale Ci Siamo avevano chiesto all’Amministrazione di intervenire per evitare che nessuno finisse in strada.
Nella città di Milano nessun lavoratore con condizioni simili a quelle degli abitanti di via Esterle può permettersi di affittare una casa o una stanza sia nel mercato libero che in quello calmierato, ma neppure di accedere all’offerta di alloggi pubblici limitata alle famiglie con minori o alle persone più povere e fragili. Per un lavoratore straniero questa condizione è aggravata da una politica razzista e discriminatoria che impedisce o rende difficile proprie responsabilità nello sfruttamento delle risorse dei paesi di origine di coloro che decidono di migrare.
Questa mobilitazione, con un presidio permanente davanti all’ingresso dello stabile di via Esterle, vuole essere un segnale chiaro e determinato di affermazione dei propri bisogni vitali contro qualsiasi accettazione passiva che ci viene imposta; vuole portare avanti e estendere il confronto e il lavoro collettivo iniziato prima dell’estate tra varie realtà cittadine che hanno costituito una rete per il diritto all’abitare e sottoscritto una piattaforma di lotta”.
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