Occupati i Municipi: cancelliamo il piano casa, disobbediamo all’art5!Paolo e Luca liberi!
Oggi i movimenti per il diritto all’abitare insieme ad altre realtà politiche, sociali e territoriali hanno lanciato la campagna per la disobbedienza all’art5 del Piano casa, che nega in maniera retroattiva la possibilità di ottenere la residenza e l’allaccio ai servizi pubblici.
Intorno alle ore 15.30 sono stati occupati vari municipi, con l’obiettivo di parlare ai lavoratori e alle lavoratrici degli uffici anagrafici, invitandoli a disobbedire a una legge che punisce e criminalizza la povertà e la precarietà, e di diffondere fra utenti e passanti la campagna contro il Piano casa e per la libertà di movimento.
In alcuni Municipi III, IV, V, VIII c’è stata un’interlocuzione anche con i Presidenti, che si sono impegnati a costruire un percorso istituzionale che ponga la questione dell’art5, ritenendolo ingiusto e inapplicabile. Già da domani alcuni municipi istruiranno le pratiche per sbloccare le residenze a chi vive in emergenza abitativa dentro stabili occupati.
La campagna contro il Piano casa e per la libertà di movimento è appena iniziata:
– domani 18 giugno ore 18 assemblea pubblica a Porta Pia contro il governo Renzi e per la libertà di movimento;
– sabato 21 ore 16.30 corteo cittadino da Piramide, a un mese dall’approvazione del Piano Casa e dagli arresti di Paolo e Luca.
#nopianocasa #libertàdimovimento
Il volantino distribuito durante l’iniziativa ai municipi:
La “guerra ai poveri” del governo Renzi è iniziata. Tu da che parte stai?
Oggi i movimenti per il diritto all’abitare e molte altre realtà politiche, sociali e territoriali della nostra città stanno dando vita ad un’iniziativa congiunta presso gli uffici anagrafici dei Municipi di Roma Capitale.
Il motivo che ci spinge ad essere qua è presto detto: il cosiddetto Piano Casa del ministro Lupi, in particolare l’articolo 5, nega retroattivamente a chiunque occupi senza titolo la casa in cui abita, il diritto ad avere gli allacci alle utenze di luce, acqua e gas e ad ottenere la residenza.
Oggi vogliamo sottolineare che negare la residenza equivale a privare le persone dei diritti fondamentali e in molti casi a spingerle di fatto alla clandestinità.
Vogliamo dialogare con i lavoratori e le lavoratrici degli uffici anagrafici e in generale dei Municipi, in quanto è a loro che spetta la concreta applicazione di questa infame legge.
Da anni la crisi economica continua ad arricchire affaristi e speculatori mentre getta nella disperazione sempre più persone, con livelli di disoccupazione altissimi, devastanti tagli ai servizi essenziali (scuola, sanità, trasporto pubblico), soldi pubblici che chissà perché ci sono solo per grandi opere che, di nuovo, arricchiscono affaristi e speculatori.
I soldi pubblici ci sono anche per buttare le famiglie in mezzo alla strada a suon di manganelli, al fine di tutelare il presunto “diritto” degli speculatori a mantenere palazzi in stato di abbandono. E chi protesta viene arrestato.
In un quadro così cupo, gli sfratti continuano a un ritmo di decine al giorno. Ecco perché, prima di trovarsi sotto a un ponte o in una baracca, sempre più persone e famiglie decidono di occupare una casa, sia per conto proprio che lottando insieme ai movimenti. E questo non serve solo a mettersi un tetto sopra la testa, ma anche a lottare per un cambio radicale delle politiche abitative e sociali, che rilanci l’edilizia popolare, che recuperi gli immobili abbandonati (decine di migliaia) e che sottragga finalmente la città alla rendita dei palazzinari.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito, portando la nostra solidarietà, alla grande mobilitazione dei dipendenti di Roma Capitale contro i gravissimi tagli al salario accessorio, conseguenza diretta del decreto “Salva-Roma”, e in generale contro una gestione sempre più aziendalistica dei servizi pubblici che danneggia sia lavoratori che utenti e avvantaggia, guarda caso, gli affaristi e gli speculatori di cui sopra, e le élite politiche che li rappresentano in Comune e al Governo nazionale.
Pensiamo che tutti stiamo subendo lo stesso attacco: le nostre condizioni di vita e di lavoro vengono gravemente peggiorate, per favorire gli interessi dei padroni della città e del Paese, seguendo i dettami delle banche e dell’Unione Europea.
Il diritto alla residenza è necessario per poter fruire di diritti umani fondamentali, come quelli all’istruzione, alla sanità, alla cittadinanza.
Invece di affrontare l’emergenza abitativa con politiche che risolvano il problema, il Piano Casa porta avanti una vera e propria guerra ai poveri, calpestando i diritti e la dignità di milioni di persone in questo paese.
Vi proponiamo dunque di riflettere e discutere su una campagna di disobbedienza civile all’articolo 5 del Piano Casa. Per quanto siano decisioni che vengono prese molto in alto, ad attuarle nel concreto sono uomini e donne in carne ed ossa, non i “mercati” o qualche altra entità astratta. Pensiamo che i concetti di umanità e dignità, se assunti e sviluppati collettivamente, possano essere un grande argine contro lo strapotere dei profitti e delle ingiustizie sociali. Non applicare una legge ingiusta e disumana è secondo noi un atto di coraggio e dignità, concetto che contrapponiamo sempre a quello di “abusività” che politici e giornali asserviti ai poteri forti spesso provano a cucirci addosso.
Invitiamo quindi presidenti, giunte e consigli municipali ad esprimere ufficialmente la loro contrarietà a questa legge ingiusta e incostituzionale e ad assumersi la responsabilità di continuare a concedere le residenze a tutti e tutte.
Movimenti per il diritto all’abitare – Movimenti sociali contro l’austerity e la precarietà
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