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#OccupyFassino: la demokrazia a misura di Marchionne

Già il primo impatto non era dei migliori: appena arrivati in piazza Palazzo di  Città si poteva notare l’apparato militare (peraltro annunciato) che blindava l’ingresso di un consiglio comunale pubblicizzato come “aperto” salvo poi restringerlo agli “invitati” dopo l’annuncio dell’evento “Occupy-Fassino”. Alla piazza veniva riservato (bontà loro) il diritto alla riproduzione via audio del dibattito in aula (un video-proiettore montato dai militanti di SeL grantiva anche la vista dei leziosi interventi di appartenenti alla casta, imprenditori e qualche sindacalista).

Dopo un aserie d’interventi compagni ed esponenti di sindacati di base iniziavano una serie di interventi che denunciavano il comportamento della Fiat e le complicità delle varie amministrazioni comunali che nei decenni ne hanno letteralmente accompagnato l’operato, permettendo che l’azienda informasse anche il funzionamento della città in termini di servizi e politiche territoriali, prima di finanziarizzare tutto e trasformarci nel comune più indebitato d’Italia. Pare che Fassino abbia anche avuto il coraggio di lamentarsi osando chiedere che “là fuori” si abbssasse ilvolume per permettere il tranquillo svolgimento del dibattito. Dibattito che ha visto una lunga sfilata di interventi accondiscendenti e leziosi alternati alla sfacciataggine sprezzante del rappresentante di casa-Fiat, Paolo Rebaudengo, responsabile delle Relazioni industriali del Lingotto, che ha pure avuto l’ardire di commentare: “La presenza della Fiat qui oggi è assolutamente inusuale. Come è noto l’azienda, pur rispettando i rapporti istituzionali, non è solita intervenire a questo tipo di iniziative. L’intervento avviene per rispetto verso una città che fa parte dell’acronimo dell’azienda”. Come dire che doveva essere ringraziato per il prezioso tempo (il suo!) dedicato ad un’incombenza tanto inutile. Gli interventi dei sindacalisti Ugl, Uil e Cisl sono stati accompagnati da urala, fischi e insulti che salivano dalla piazza.

Pochi gli interventi capaci di interrogare problematicamente l’operato dell’azienda. Tra questi, quello di Federico Bellono per la Fiom Cgil (seguito con grande attenzione e accompagnato dagli applausi degli operai/e presenti) e quello di una responsabile delle rsu delle Carrozzerie-Mirafiori. Prima di cedergli la parola gli è sta “concesso un minuto” e a fine intervento ci sono pure state reprimende di politici e manager Fiat per i “toni utilizzati”…!

Fuori dal Palazzo, si sono radunate tra le 300 e le 400 perosne, troppo poche per la gravità di quanto si consumava tra quelle mura. Nelle 5 ore che hanno acompagnato lo svolgimento del consiglio, vanno segnalati i due tentativi di alcuni operai dei Cobas Mirafiori e di altri lavoratori e precar* non integrati di entrare nelle aule comunali, subito però bloccati dall’immenso dispositivo miliatre predisposto affinché non si disturbassero i manovratori. Chissà se ci saranno altre occasioni per far pagare qualcosa ai respinsabili di tanto impoverimento…

 

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