#OccupyTorino, #OccupyEverywhere
Nella nostra città, Torino, un livello di interesse importante si è concentrato attorno all’evento Fabebook del profilo #occupytorino, con appuntamento alle 18 in Piazza Castello (il link all’evento #occupytorino), quindi al profilo twitter connesso (vedi il profilo twitter occupytorino). Questo 11 novembre preannuncia, quindi, una potenziale e significativa partecipazione, favorito dal fatto di essere dislocato nei territori e quindi potendo scrollarsi di dosso l’ingessatura dell’organizzazione che ha costretto il 15 Ottobre romano nelle forme classiche della grande sfilata politica, per quanto la sua composizione abbia poi virato altrove… Sono ormai abbondantemente sopra il migliaio i partecipanti, per ora solo virtuali, all’appuntamento torinese di piazza Castello, e sono moltissime le persone che stanno condividendo, un pò dappertutto, sulle bacheche, pensieri, aspettative e idee. Leggendo qua e là i commenti, l’occupazione diffusa dei luoghi metropolitani viene intesa anche come possibile momento di confronto e di creazione di legami sociali, di organizzazione e di creazione di forme di lotta efficaci e significative.
Impossibile non guardere cosa è successo nei giorni scorsi: ad Oakland il movimento #occupyoakland si è saldato con i lavoratori portuali ed i negozianti dando vita ad uno sciopero generale che mancava da 70 anni, a Parigi la polizia ha tenuto lontani dal presidio #occuponsladefense i giovani delle banlieues per tentare di mantenere la frammentazione sociale che le proteste vogliono combattere. Per quanto in forma embrionale, e magari anche episodica, queste occupazioni hanno il pregio di risultare in qualche modo attraenti per ceti sociali differenti che difficilmente abbiamo visto cooperare nelle lotte, dai giovani delle periferie al ceto medio sempre più colpito dalla crisi (anche il 15 ottobre romano, nella sua problematicità, ha espresso questo).
Quindi, cosa aspettarci – a Torino come altrove – dall’11 novembre? momento di lotta capace di agire per la ricomposizione? di spingere perchè – in potenza – l’indignazione italiana possa generalizzarsi? spaccato di lotta in cui tanti e diversi possano trovare lo spazio per discutere, progettare e cooperare? Domande per le quali venerdì cercheremo risposte, nella loro parzialità, in piazza. In tutt’Italia sono state organizzate iniziative, occupazioni et similia, da Torino a Palermo, da Roma a Bologna, che l’Italietta comandata dai Berlusconi e dai Bersani, dagli speculatori e dagli affaristi, s’indigni, per rivoltare il nostro paese, contro tagli saccheggi e miserie!
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