Ostia: repressione, l’altra faccia della crisi
Dopo gli spari di nuova Ostia e la successiva criminalizzazione di piazza Gasparri, contornata dalla deserta fiaccolata contro le mafie, continua la passerella mediatica delle forze dell’ordine per il nostro territorio. Ora è il turno dell’operazione “Piazza Pulita”, con i carabinieri a farla da protagonisti per il recupero di 5Kg di sostanze stupefacenti al termine di un indagine durata circa 11 mesi. Un magro bottino, se si considera che la somma è da suddividere tra 20 persone diverse, non affiliate a clan già noti né tantomeno membri di un proprio cartello autonomo. E questa sarebbe la criminalità organizzata?
La disoccupazione produce situazioni limite che hanno bisogno di risposte politiche e non militari. Dobbiamo imparare a distinguere e considerare la differenza esistente tra criminalità di potere e illegalità di sussistenza per meglio comprendere l’inesorabile imbarbarimento delle periferie indotto dall’esplosione di nuove sacche di povertà, prima conseguenza fisiologica della crisi che avanza. La soluzione non può venire dall’aumento dei posti di blocco, perché non potrà essere qualche gendarme all’angolo della strada a risolvere il problema. D’altronde, citando Fabrizio De Andrè, è un delitto il non rubare quando si ha fame, ovvero, più in soldoni, senza reddito sarà inevitabile l’aumento dell’illegalità di sussistenza.
Le forze dell’ordine, poi, dovrebbero smettere di piazzare le unità cinofile alla stazione Lido Nord e Lido Centro: noi l’utilità di questo spreco di denaro pubblico davvero non lo capiamo, nemmeno a sforzarci. Gli studenti e le studentesse delle scuole sono forse loro la criminalità organizzata da sgominare? Con mafia ora si vuole intendere i pericolosi minorenni che si fanno qualche canna dentro scuola? Lo chiediamo anche a quei dirigenti scolastici e professori che, piuttosto che difendere la scuola dagli attacchi del governo, preferiscono attuare forme di repressione in linea con l’atteggiamento da stato di polizia che si respira nel territorio. Spiacenti ma dobbiamo ribadirlo ancora una volta: il vero criminale affitta e vende palazzine, costruisce con gli appalti della politica e dorme nella villa nei quartieri bene della capitale. Ed è e resterà sempre impunito, a meno che non pesti i piedi a qualcuno ancora più in alto di lui.
Chiudiamo con l’appello del Maggiore Niglio, comandante del Nucleo investigativo di via Zambrini. “In questa circostanza abbiamo infatti riscontrato l’omertà da parte dei cittadini, invito pertanto ad una maggiore collaborazione, ci sono individui che vanno in giro armati”. Meno omertà, quindi, nel segnalare ai propri conoscenti di ceffi armati appartenenti alle forze dell’ordine che stanno mettendo in atto nuove operazione repressive. Non sia mai dover finire come Federico Aldovandri, Gabriele Sandri, Carlo Giuliani, Aldo Bianzino, Stefano Cucchi e i tanti altri che hanno perso la vita per colpa di quegli individui armati dallo Stato! Noi aspettiamo ancora giustizia e diffidiamo dalle cinematografiche operazioni di facciata contro la criminalità. Non per niente, ma la vita non è un film.
Collettivo L’Officina – Ostia
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