[Per Repubblica-Torino] La resistenza Viola non si dissocia!
Le precisazioni di Simonetta Zandiri (Resistenza Viola-Piemonte) contro l’uso distorto delle sue parole operato dalla giornalista di Repubblica Vera Schiavazzi.
Dalla pagina Facebook di Simonetta: Io, disobbediente della No Berlusconi Night_
Mi si chiede “obbedienza” quando chi dovrebbe fare i nostri interessi lucra sulle nostre vite, inquina il nostro territorio, specula, alimenta le mafie, sottrae risorse, cancella i diritti dei lavoratori, ci priva di ogni libertà e del futuro stuprando quotidianamente la nostra inesistente democrazia, sganciando “bombe umanitarie” che uccidono persone innocenti per la conquista del petrolio. Mi si chiede obbedienza spacciandola per legalità, quando chi dovrebbe “legiferare”, stipendiato da noi, si pone al di sopra di ogni legge. E ride di noi.
Io sto con chi si ribella, nelle piazze ironiche e colorate, nei cortei improvvisati, nelle contestazioni più accese. Alla No Berlusconi Night il 21 marzo a Torino io c’ero. E ho visto una sola violenza, quella dei manganelli contro cittadini indignati, ragazzi ribelli ma disarmati e non violenti. Io sto dalla loro parte, senza se e senza ma.
Le uniche gravi e vere “condotte delittuose” che quotidianamente registriamo nel nostro paese sono commesse, purtroppo sempre più impunemente, dalle massime cariche delle nostre istituzioni, protette, come prevede il sistema, dalle nostre forze dell’ordine. I peggiori oltraggi alla nostra intelligenza hanno la forma di menzogne che ogni giorno passano attraverso i nostri mass-media e queste sono le più subdole forme di abuso e violenza, ben più gravi del lancio di melanzane, uova, di una bottiglia o una scritta su un muro.
Colpire chi difende i più deboli, i più poveri, gli emarginati, gli invisibili, non servirà a riportare l’ordine ma, al contrario, a generare ulteriore caos e diffondere più velocemente il virus. Perché quel virus è la parte migliore di noi, scaturisce da noi che siamo i veri anticorpi di una democrazia che non c’è, che forse non c’è mai stata e che adesso pretendiamo di realizzare.
E se siete riusciti a modificare le leggi per proteggervi dalle vostre malefatte, cari potenti governanti o aspiranti tali, sappiate che esiste una coscienza in ciascuno di noi, diversa dalla vostra, perché ancora in grado di distinguere il bene dal male, ancora capace di desiderare una “giustizia sociale” basata su princìpi come solidarietà e uguaglianza, ben diversi dai privilegi e l’omertà che attuate ogni giorno nelle vostre pratiche di mal-governo. E con questa coscienza prima o poi dovrete fare i conti anche voi!
L’ho già detto in seguito alle cariche della polizia durante il nostro corteo improvvisato ad Arcore, il 6 febbraio. Ma lo ripeto. Perché l’informazione continua ad essere distorta, con l’obiettivo di “dividere” anche chi resiste! “
Vera Schiavazzi, giornalista de La Repubblica, ha scritto oggi un articolo nella cronaca di Torino che racconta il nostro movimento definendolo, anche in seguito alla contestazione di lunedì sera per l’arrivo di Berlusconi, una “macchina da protesta”. Dopo una telefonata di ieri, durata quasi un’ora, nella quale ho tentato di dare con chiarezza la definizione di Resistenza Viola come quella di un movimento impegnato NON SOLO in forme di protesta ma anche in iniziative sul territorio per informare e sensibilizzare sui temi più importanti, non posso fare a meno di irritarmi nel leggere una frase che MAI avrei osato pronunciare, non l’ho fatto dopo ARCORE e certo non avrei potuto farlo dopo quanto è successo lunedì a Torino!
“Si dissociano da chi tira bottiglie (o melanzane, come è successo lunedì sera davanti ai Principi di Piemonte) ma dicono ‘i veri delinquenti stanno al governo, non tra chi manifesta'”.
In realtà io ho detto cose ben diverse. Ho detto “Nessuna dissociazione, abbiamo forme diverse di protesta ma l’unica violenza che non tolleriamo è quella dei manganelli che colpiscono con brutalità ragazzi ai quali è stato sottratto il futuro e la cui rabbia è più che comprensibile e da troppo tempo resta inascoltata!”.
Per fortuna, verso la fine dell’articolo, la Schiavazzi ha riportato una risposta più vera. Alla sua domanda (provocatoria, ovviamente) “Vi fidate dei centri sociali? Non avete paura che un uovo oggi, un fumogeno domani, possa andare a finire male?” io le ho risposto “Ci fidiamo di chi lotta, di chi si oppone, di chi resiste, più di chi oggi sta nelle istituzioni al servizio delle lobby”
ed ecco cosa ha riportato nell’articolo:
“Non ci fidiamo di Berlusconi e di chi ci governa. E la piazza è il nostro luogo naturale, continueremo ad esserci, tutte le volte. Chiediamo a tutti di essere pacifici, non lanciamo slogan contro le forze dell’ordine. Ma crediamo che gridare alta e forte la nostra indignazione sia un diritto e che non dovrebbe esserci impedito di far sentire questo grido. Invece, ogni volta è la solita storia: ci fermano 300 metri prima, ci identificano, ci fanno uscire dalle sale prima che accada qualunque cosa”.
Ho sbagliato. Dovevo aggiungere che non solo non ci fidiamo di chi ci governa, non ci fidiamoneanche di chi oggi avrebbe il ruolo di “informare” ma si riduce ancora una volta ad essere un altro pezzo asservito al sistema, strumento di propaganda più che di informazione.
Simonetta
_________
Qui sotto (non leggibilissimo ma scaricabile qui) l’articolo incriminato:
Le precisazioni di Simonetta Zandiri (Resistenza Viola-Piemonte) contro l’uso distorto delle sue parole operato dalla giornalista di Repubblica Vera Schiavazzi.
Mi si chiede “obbedienza” quando chi dovrebbe fare i nostri interessi lucra sulle nostre vite, inquina il nostro territorio, specula, alimenta le mafie, sottrae risorse, cancella i diritti dei lavoratori, ci priva di ogni libertà e del futuro stuprando quotidianamente la nostra inesistente democrazia, sganciando “bombe umanitarie” che uccidono persone innocenti per la conquista del petrolio. Mi si chiede obbedienza spacciandola per legalità, quando chi dovrebbe “legiferare”, stipendiato da noi, si pone al di sopra di ogni legge. E ride di noi.
Io sto con chi si ribella, nelle piazze ironiche e colorate, nei cortei improvvisati, nelle contestazioni più accese. Alla No Berlusconi Night il 21 marzo a Torino io c’ero. E ho visto una sola violenza, quella dei manganelli contro cittadini indignati, ragazzi ribelli ma disarmati e non violenti. Io sto dalla loro parte, senza se e senza ma.
Le uniche gravi e vere “condotte delittuose” che quotidianamente registriamo nel nostro paese sono commesse, purtroppo sempre più impunemente, dalle massime cariche delle nostre istituzioni, protette, come prevede il sistema, dalle nostre forze dell’ordine. I peggiori oltraggi alla nostra intelligenza hanno la forma di menzogne che ogni giorno passano attraverso i nostri mass-media e queste sono le più subdole forme di abuso e violenza, ben più gravi del lancio di melanzane, uova, di una bottiglia o una scritta su un muro.
Colpire chi difende i più deboli, i più poveri, gli emarginati, gli invisibili, non servirà a riportare l’ordine ma, al contrario, a generare ulteriore caos e diffondere più velocemente il virus. Perché quel virus è la parte migliore di noi, scaturisce da noi che siamo i veri anticorpi di una democrazia che non c’è, che forse non c’è mai stata e che adesso pretendiamo di realizzare.
E se siete riusciti a modificare le leggi per proteggervi dalle vostre malefatte, cari potenti governanti o aspiranti tali, sappiate che esiste una coscienza in ciascuno di noi, diversa dalla vostra, perché ancora in grado di distinguere il bene dal male, ancora capace di desiderare una “giustizia sociale” basata su princìpi come solidarietà e uguaglianza, ben diversi dai privilegi e l’omertà che attuate ogni giorno nelle vostre pratiche di mal-governo. E con questa coscienza prima o poi dovrete fare i conti anche voi!
L’ho già detto in seguito alle cariche della polizia durante il nostro corteo improvvisato ad Arcore, il 6 febbraio. Ma lo ripeto. Perché l’informazione continua ad essere distorta, con l’obiettivo di “dividere” anche chi resiste! “
Vera Schiavazzi, giornalista de La Repubblica, ha scritto oggi un articolo nella cronaca di Torino che racconta il nostro movimento definendolo, anche in seguito alla contestazione di lunedì sera per l’arrivo di Berlusconi, una “macchina da protesta”. Dopo una telefonata di ieri, durata quasi un’ora, nella quale ho tentato di dare con chiarezza la definizione di Resistenza Viola come quella di un movimento impegnato NON SOLO in forme di protesta ma anche in iniziative sul territorio per informare e sensibilizzare sui temi più importanti, non posso fare a meno di irritarmi nel leggere una frase che MAI avrei osato pronunciare, non l’ho fatto dopo ARCORE e certo non avrei potuto farlo dopo quanto è successo lunedì a Torino!
“Si dissociano da chi tira bottiglie (o melanzane, come è successo lunedì sera davanti ai Principi di Piemonte) ma dicono ‘i veri delinquenti stanno al governo, non tra chi manifesta'”.
In realtà io ho detto cose ben diverse. Ho detto “Nessuna dissociazione, abbiamo forme diverse di protesta ma l’unica violenza che non tolleriamo è quella dei manganelli che colpiscono con brutalità ragazzi ai quali è stato sottratto il futuro e la cui rabbia è più che comprensibile e da troppo tempo resta inascoltata!”.
Per fortuna, verso la fine dell’articolo, la Schiavazzi ha riportato una risposta più vera. Alla sua domanda (provocatoria, ovviamente) “Vi fidate dei centri sociali? Non avete paura che un uovo oggi, un fumogeno domani, possa andare a finire male?” io le ho risposto “Ci fidiamo di chi lotta, di chi si oppone, di chi resiste, più di chi oggi sta nelle istituzioni al servizio delle lobby”
ed ecco cosa ha riportato nell’articolo:
“Non ci fidiamo di Berlusconi e di chi ci governa. E la piazza è il nostro luogo naturale, continueremo ad esserci, tutte le volte. Chiediamo a tutti di essere pacifici, non lanciamo slogan contro le forze dell’ordine. Ma crediamo che gridare alta e forte la nostra indignazione sia un diritto e che non dovrebbe esserci impedito di far sentire questo grido. Invece, ogni volta è la solita storia: ci fermano 300 metri prima, ci identificano, ci fanno uscire dalle sale prima che accada qualunque cosa”.
Ho sbagliato. Dovevo aggiungere che non solo non ci fidiamo di chi ci governa, non ci fidiamoneanche di chi oggi avrebbe il ruolo di “informare” ma si riduce ancora una volta ad essere un altro pezzo asservito al sistema, strumento di propaganda più che di informazione.
Simonetta
_________
Qui sotto (non leggibilissimo ma scaricabile qui) l’articolo incriminato:
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.