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Presidio regionale al LAGER di Santa Maria Capua Vetere (Ce)

l 4 aprile è arrivata nel porto di Napoli la nave della Marina Militare italiana San Marco con a bordo 400 migranti provenienti da Lampedusa, immediatamente “deportati”  nell’ex carcere militare ”Andolfato” di Santa Maria Capua Vetere.
Nei giorni successivi sono arrivate altre imbarcazioni civili, facendo salire il numero degli “ospiti” intorno alle 900 persone, di cui quasi 90 minori.

L’ex Caserma non si presenta sicuramente come un centro di accoglienza, ma  piuttosto come il lager che si è rivelato la notte del 10 aprile.

Infatti intorno alle 23.30, le forze dell’ordine, in tenuta anti sommossa, hanno fatto irruzione nel CAI  (Centro di Accoglienza e Identificazione), mostruoso neologismo coniato appositamente per camuffare una nuova forma detentiva in “accoglienza”.

Pretesto ufficiale dell’intervento è stato il tentativo di fuga di quattro persone, che ha avuto come risposta  il lancio di lacrimogeni e cariche selvagge e indiscriminate all’interno delle tende dove i ragazzi stavano dormendo.

15 persone sono state trasferite presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Santa Maria Capua Vetere avendo riportato fratture a gambe e braccia e trauma cranico.

Lo abbiamo constatato  intorno alle ore 14:00, quando siamo arrivati al Pronto Soccorso.

Lì un avvocato ha tentato di ricevere il mandato difensivo da uno dei feriti, vedendosi rifiutare non solo la richiesta difensiva, ma anche la copia del referto medico che, per legge, dev’essere rilasciata onde poter sporgere un eventuale denuncia penale.

I due poliziotti, che piantonavano gli ultimi due feriti rimasti al pronto Soccorso (gli altri sono stati riportati al Centro), gli hanno di fatto negato ogni più elementare forma di tutela legale, affermando che i due tunisini si trovavano in stato di fermo in quanto irregolarmente presenti sul territotio nazionale.

Ciò che è accaduto nelle ultime 24 ore dimostra che, a fronte di una segregazione mascherata da accoglienza, soltanto la presenza costante di una militanza antirazzista può rompere il muro di silenzio alzato attorno alla vicenda.

Per continuare a rompere il silenzio:

GIOVEDI’ 14 Aprile ore 11:00
PRESIDIO al LAGER di Santa Maria Capua Vetere

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